Descrizione generale
Via aperta da Umberto Benvegnù con Giovanni Campedel e Mario Tomè il 9 luglio del 1961 che sale la parete sud della Pala della Gigia sfruttando una successione di fessure e camini.
Poche le protezioni presenti ma la via risulta ottimamente integrabile. Evitare una ripetizione dopo recenti piogge perché l'itinerario resta a lungo bagnato.
Attacco, descrizione della via
Dal Passo Duran (raggiungibile sia da Agordo che da Longarone) imboccare il sentiero n. 549 che sale inizialmente lungo dei prati sino a raccordarsi con la strada sterrata (Alta Via n. 1) che conduce al rifugio Carestiato.
Percorrere solo pochi metri sulla carrozzabile fino ad una pianta sulla destra con bollo molto sbiadito e con inciso 'Jol'. Seguire il sentiero sino alla base della Croda Spiza. Traversare ora verso destra sino ad imboccare un canalino (presente una scritta rossa "Jol") e sbucare alla base della Torre Jolanda (sulla destra) e della Pala della Gigia (sulla sinistra). E' possibile evitare le prime tre lunghezze che risalgono lo zoccolo aggirando quest'ultimo sulla destra tramite un canale ghiaioso e poi una cengia che si segue verso sinistra.
Nel caso si parta dal basso e si percorrano anche queste prime lunghezze (scelta ottimale vista la brevità della via) bisogna individuare una zona strapiombante sullo zoccolo, spostarsi alla sua sinistra ed attaccare in corrispondenza di un canalino con mughi.
L'attacco è in comune con la Via del Topo alla Torre Jolanda.
1° tiro:
salire il canalino con mughi e proseguire su rocce articolate
sino ad un chiodo. Qui sostare integrando con una bella clessidra.
55 Mt., II, III.
2° tiro:
proseguire senza percorso obbligato tendendo a sinistra. Sosta da attrezzare (clessidre). 30 Mt., III, 1 clessidra con cordone.
3° tiro:
proseguire ancora verso sinistra puntando alla Pala della Gigia. Raggiunta la cengia traversare a sinistra sin sotto ad una fessura che poi diviene camino. Qui sostare (1 golfaro cementato+clessidra attrezzare un poco più a destra). 30 Mt., III, II.
4° tiro:
salire la fessura che diviene camino superando un piccolo strapiombino. Portarsi poi a destra in direzione della sosta (2 chiodi).
45 Mt., IV, V-, IV.
5° tiro:
salire il diedro sopra la sosta e vincere con decisione un piccolo tetto. Sostare poco dopo (2 chiodi). 35 Mt., IV, V, IV-, 1 chiodo.
6° tiro:
continuare lungo il caminetto e le successive facili rocce sino a raggiungere la sosta (3 chiodi+cordini). 25 Mt., III, IV.
7° tiro:
mediante facili rocce raggiungere la cengia. Traversare a sinistra sin sotto un diedro/camino dove si trova la sosta (2 fix). 10 Mt., III, IV.
8° tiro:
rimontare la parete e seguire la fessura di destra; superare rocce verticali e traversare a sinistra portandosi in un
camino e sostare comodamente (1 clessidra con cordone). 30 Mt., IV, IV+, 2 chiodi.
9° tiro:
salire a destra della sosta lungo un pilastro. Riportarsi poi a sinistra nel camino e salirlo sino a quando questo è chiuso da un tetto. Qui uscire a destra e proseguire sino alla sosta all'inizio di un facile canale (1 chiodo+clessidra+cordone+maglia rapida).
40 Mt., V-, III+, IV, IV+, 3 chiodi.
10° tiro:
salire il canale; superare un masso incastrato e mediante le rocce di sinistra raggiungere la sommità dove si attrezza la sosta.
50 Mt., I, IV+, IV, III, 1 chiodo.
Discesa
La discesa avviene lungo la via Normale. Dalla sommità spostarsi verso est sfruttando delle deboli tracce (qualche ometto) e abbassarsi sino a raggiungere il sentiero di discesa della Torre Jolanda.
Portarsi in direzione dell'evidente ghiaione e discenderlo verso destra
seguendo una vaga traccia e alcuni ometti.
Costeggiare la base delle pareti e poi risalire ad una sella tra la torre ed un avancorpo. Abbassarsi per il sottostante canale (II) fino a giungere nuovamente nei pressi dell'attacco.
Da qui rientrare al parcheggio percorrendo a ritroso i sentieri di avvicinamento.
|