Descrizione generale
Lo Spigolo Sorarù è decisamente la via più conosciuta e ripetuta della Pala del Bèlia.
Alla sua sinistra corre la via Penasa che presenta difficoltà minori rispetto allo spigolo.
La via Penasa è stata salita il 4 ottobre del 1949 da Attilio Penasa e Giuseppe Lise mentre lo spigolo da Giuseppe "Bepi" Sorarù, E. Amodruz e S. Pelozo il 4 agosto del 1957.
Questi due itinerari hanno diverse lunghezze in comune pertanto sarebbe più corretto affermare che la cordata di Sorarù più che aprire una via vera e propria realizzò una serie di varianti alla
via Penasa.
Attacco, descrizione della via
Dal Passo Duran (raggiungibile sia da Agordo che da Longarone)
imboccare il sentiero n. 549 che sale inizialmente lungo dei prati
sino a raccordarsi con una strada sterrata (Alta Via n. 1) che si segue fin quasi al
rifugio Carestiato quando, in corrispondenza dell'ultimo tornante,
si sale in direzione dello spigolo (già ben visibile) lungo il quale corre la via.
Circa 5 metri a sinistra dello spigolo c'è un diedrino con erba
lungo il quale si inizia la salita.
1° tiro:
salire il diedrino, poi spostarsi a destra verso lo spigolo e
salire per placca verticale ma ben appigliata fino ad un mugo che
ostruisce il passaggio. Sostare sul mugo oppure superarlo e
proseguire per rampetta verso sinistra fino ad un terrazzino con
larice sul quale si sosta.
50 Mt., III, IV.
2° tiro:
in obliquo verso sinistra fino alla base del diedro dove si
sosta (2 chiodi). 15 Mt., III+, 1 cordone su mugo.
3° tiro:
seguire il diedro sino al suo termine, indi spostarsi a destra e
sostare (2 chiodi). 30 Mt., IV, III.
4° tiro:
salire per rocce gradonate sino alla terrazza erbosa. Si sosta
(2 chiodi) alla base di un lungo diedro accanto al filo dello
spigolo.
35 Mt., IV-, III, II, 1 chiodo.
5° tiro:
salire il diedro (a tratti un po' erboso) sino alla sosta (2
chiodi). 45 Mt., III, IV, 2 chiodi, 1 friend incastrato.
6° tiro:
continuare nel diedro che ora si chiude a camino. Superare la
strettoia finale uscendo a destra (oppure salirla direttamente, V)
raggiungendo la cengetta dove si sosta (2 chiodi+clessidrina). 35 Mt., IV+,
2 chiodi.
7° tiro:
avvicinarsi al soprastante tetto superandolo al suo margine destro.
Poi obliquare leggermente a
sinistra portandosi sulla verticale della sosta precedente; indi salire dritti su bella placca fino alla sosta (2
chiodi).
50 Mt., V, IV+, 7 chiodi (2 dei quali vicini).
8° tiro:
salire la rampa erbosa verso destra, superare un muretto
verticale e puntare al diedro formato dal pilastro appoggiato.
Salire alcuni metri il diedro sino alla sosta (2 chiodi). 40 Mt., III+, IV+,
1 friend incastrato.
9° tiro:
seguire il diedro sino ad un mugo e spostarsi a destra. Salire
inizialmente in placca e poi per
fessura nel centro del diedro; al suo termine, leggermente a
sinistra, si trova la sosta (2 chiodi). E' possibile evitare la
fessura girando a sinistra dopo la placca (più facile, IV?).
45 Mt., 2 chiodi, IV, V.
10° tiro:
obliquare a sinistra per rocce semplici sin sotto ad un lungo
diedro. Si sosta alla sua base
(2 clessidre). In alto, a sinistra del diedro, è ben visibile un
grosso tetto giallo. 20 Mt., III.
11° tiro:
salire il diedro (inizialmente molto aperto) sino a quando la roccia
diviene gialla e sostare (scomodamente) su 2 chiodi. 40 Mt., III,
IV.
12° tiro:
traversare a destra 2-3 metri e risalire lo
spigolino fino alla terrazza dove finisce la via. La sosta si trova su 2
clessidre con cordino in kevlar.
15 Mt., IV, 1 cordone su grossa clessidra.
Discesa
Seguire la traccia in leggera discesa facendo attenzione a non
abbassarsi troppo. Dopo poco è necessario salire una paretina di 2
metri, proseguire poi verso destra seguendo alcuni ometti che conducono al canalone tra la Pala Bèlia e la
Pala del Bò. Attraversare il canale (possibilità di neve
fino a stagione inoltrata) raggiungendo la sommità della Pala del Bò.
Da qui mediante facile traccia si ritorna in breve all'attacco e poi
al parcheggio.
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