Pala del Belia - Spigolo Soraru

 
Zona montuosa Dolomiti - Gruppo del Moiazza Località di partenza Passo Duran (BL)
Quota partenza 1605 Mt. Quota di arrivo 2265 Mt. circa (2295 Mt. la vetta)
Dislivello totale

+229 Mt. circa dal parcheggio al rifugio
+61 Mt. circa dal rifugio all'attacco
+370 Mt. circa la via (420 lo sviluppo)

Sentieri utilizzati n. 549, Alta Via n. 1
Ore di salita 45' fino all'attacco
4 h. 30' la via
Ore di discesa 1 h. 30' fino alla macchina
Esposizione Sud Giudizio sull'ascensione Bella
Data di uscita 10/10/2010 Difficoltà V, V+
Sass Balòss presenti
Luca, Bertoldo.
Amici presenti
Claudia, Luca B.
Condizioni climatiche, dei sentieri e della roccia

Giornata inizialmente stupenda con un mare di nuvole sotto ai nostri piedi... peccato solo che pian piano si siano alzate fino a raggiungerci. Il sentiero che conduce all'attacco è evidente e la roccia in via è ottima.

Eventuali pericoli
Soliti da arrampicata.
Presenza di acqua
No.
Punti di appoggio

Rifugio Carestiato (1834 Mt.), rifugio Passo Duran (1605 Mt).

Materiale necessario oltre al tradizionale
Solito da arrampicata in ambiente. Inutili i chiodi. Portare cordini e dei friend perché in via sono presenti pochi chiodi.
Caratteristiche dell'arrampicata

Descrizione generale
Lo Spigolo Sorarù è decisamente la via più conosciuta e ripetuta della Pala del Bèlia. Alla sua sinistra corre la via Penasa che presenta difficoltà minori rispetto allo spigolo. La via Penasa è stata salita il 4 ottobre del 1949 da Attilio Penasa e Giuseppe Lise mentre lo spigolo da Giuseppe "Bepi" Sorarù, E. Amodruz e S. Pelozo il 4 agosto del 1957. Questi due itinerari hanno diverse lunghezze in comune pertanto sarebbe più corretto affermare che la cordata di Sorarù più che aprire una via vera e propria realizzò una serie di varianti alla via Penasa.
Attacco, descrizione della via
Dal Passo Duran (raggiungibile sia da Agordo che da Longarone) imboccare il sentiero n. 549 che sale inizialmente lungo dei prati sino a raccordarsi con una strada sterrata (Alta Via n. 1) che si segue fin quasi al rifugio Carestiato quando, in corrispondenza dell'ultimo tornante, si sale in direzione dello spigolo (già ben visibile) lungo il quale corre la via. Circa 5 metri a sinistra dello spigolo c'è un diedrino con erba lungo il quale si inizia la salita.

1° tiro:
salire il diedrino, poi spostarsi a destra verso lo spigolo e salire per placca verticale ma ben appigliata fino ad un mugo che ostruisce il passaggio. Sostare sul mugo  oppure superarlo e proseguire per rampetta verso sinistra fino ad un terrazzino con larice sul quale si sosta. 50 Mt., III, IV.

2° tiro:
in obliquo verso sinistra fino alla base del diedro dove si sosta (2 chiodi). 15 Mt., III+, 1 cordone su mugo.

3° tiro:
seguire il diedro sino al suo termine, indi spostarsi a destra e sostare (2 chiodi). 30 Mt., IV, III.

4° tiro:
salire per rocce gradonate sino alla terrazza erbosa. Si sosta (2 chiodi) alla base di un lungo diedro accanto al filo dello spigolo.
35 Mt., IV-, III, II, 1 chiodo.

5° tiro:
salire il diedro (a tratti un po' erboso) sino alla sosta (2 chiodi). 45 Mt., III, IV, 2 chiodi, 1 friend incastrato.

6° tiro:
continuare nel diedro che ora si chiude a camino. Superare la strettoia finale uscendo a destra (oppure salirla direttamente, V) raggiungendo la cengetta dove si sosta (2 chiodi+clessidrina). 35 Mt., IV+, 2 chiodi.

7° tiro:
avvicinarsi al soprastante tetto superandolo al suo margine destro. Poi obliquare leggermente a sinistra portandosi sulla verticale della sosta precedente; indi salire dritti su bella placca fino alla sosta (2 chiodi). 50 Mt., V, IV+, 7 chiodi (2 dei quali vicini).

8° tiro:
salire la rampa erbosa verso destra, superare un muretto verticale e puntare al diedro formato dal pilastro appoggiato. Salire alcuni metri il diedro sino alla sosta (2 chiodi). 40 Mt., III+, IV+, 1 friend incastrato.

9° tiro:
seguire il diedro sino ad un mugo e spostarsi a destra. Salire inizialmente in placca e poi per fessura nel centro del diedro; al suo termine, leggermente a sinistra, si trova la sosta (2 chiodi). E' possibile evitare la fessura girando a sinistra dopo la placca (più facile, IV?). 45 Mt., 2 chiodi, IV, V.

10° tiro:
obliquare a sinistra per rocce semplici sin sotto ad un lungo diedro. Si sosta alla sua base (2 clessidre). In alto, a sinistra del diedro, è ben visibile un grosso tetto giallo. 20 Mt., III.

11° tiro:
salire il diedro (inizialmente molto aperto) sino a quando la roccia diviene gialla e sostare (scomodamente) su 2 chiodi. 40 Mt., III, IV.

12° tiro:
traversare a destra 2-3 metri e risalire lo spigolino fino alla terrazza dove finisce la via. La sosta si trova su 2 clessidre con cordino in kevlar. 15 Mt., IV, 1 cordone su grossa clessidra.
Discesa
Seguire la traccia in leggera discesa facendo attenzione a non abbassarsi troppo. Dopo poco è necessario salire una paretina di 2 metri, proseguire poi verso destra seguendo alcuni ometti che conducono al canalone tra la Pala Bèlia e la Pala del Bò. Attraversare il canale (possibilità di neve fino a stagione inoltrata) raggiungendo la sommità della Pala del Bò. Da qui mediante facile traccia si ritorna in breve all'attacco e poi al parcheggio.

   
Il breve diedrino del terzo tiro
Diedro inizialmente erboso sulla quinta lunghezza
   
A sinistra Claudia e a destra Matteo alle prese con la strozzatura del diedro/camino del sesto tiro
   
A sinistra Claudia e a destra Luca sulla decima lunghezza
   

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Matteo risale lo spigolino finale sull'undicesimo tiro

Luca in pausa ristoratrice durante la discesa

   
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