Zucco di Pesciola - Cresta Ongania

 
Zona montuosa Alpi Orobie Località di partenza Ceresola di Valtorta (BG)
Quota partenza 1340 Mt. Quota di arrivo 2092 Mt.
Dislivello totale +439 Mt. circa dal parcheggio al rif. Lecco
+163 Mt. circa dal rifugio all'attacco
+150 Mt. la via (400 lo sviluppo)
Sentieri utilizzati

Strada che conduce al rifugio Lecco

Ore di salita

1 h. dal parcheggio al rifugio
40' dal rifugio all'attacco
3 h. la via

Ore di discesa 1 h. 45' dalla vetta al parcheggio
Esposizione Ovest Giudizio sull'ascensione Discreta
Data di uscita 15/10/2005 Difficoltà II, III con varianti di IV
Sass Balòss presenti
Omar, Gölem.
Condizioni climatiche, dei sentieri e della roccia
Bellissima giornata, molto fredda al mattino (abbiamo trovato pozze ghiacciate), ma poi una volta arrivato il sole, la temperatura si è fatta gradevole. Buona la roccia, tranne per la presenza di detriti su alcune cenge. Dal parcheggio al rifugio Lecco si cammina inizialmente su stradina asfaltata e di seguito su pendii erbosi (che d'inverno diventano piste da sci).
Eventuali pericoli
Soliti da arrampicata in ambiente.
Attenzione nell'ultimo camino dove è probabile la caduta di sassi dalla cengia quando il primo di cordata recupera la corda.
Presenza di acqua
Non c'è acqua lungo il sentiero. Possibile il rifornimento al rifugio Lecco
Punti di appoggio
Rifugio Lecco (1779 Mt.).
Materiale necessario oltre al tradizionale
Solito materiale per arrampicare. Necessari: 5 rinvii, cordini lunghi per gli spuntoni, moschettoni.
Caratteristiche dell'arrampicata

Descrizione Generale
Facile e discontinua via di II-III grado, con alcuni passaggi più impegnativi (IV) se si desidera fare alcune deviazioni dal percorso originale, che peraltro non risulta di facile individuazione in quanto alcuni fittoni resinati tendono a portare su altri itinerari. Il dislivello di 150 Mt. non deve ingannare in quanto lo sviluppo è di circa 400 Mt.. Buona la roccia e bello l'ambiente di salita, anche se i numerosi tratti su sentiero tendono a rendere poco continua l'arrampicata. Ad ogni tiro si trovano 2-3 chiodi.  Le soste, comodissime, sono fatte con 2 fittoni cementati, o grossi anelli. Unica sosta da attrezzare su un grosso spuntone è quella all'uscita dell'ultimo camino per il recupero del secondo di cordata. Anche la prima sosta è da farsi in vita.
Attacco, Descrizione della via
Dal ristorante al termine della strada di Ceresola di Valtorta ci si incammina su asfalto per circa tre quarti d'ora fino a sbucare nei pressi del rifugio Lecco dopo aver percorso poche centinaia di metri su strada sterrata pianeggiante. Arrivati al rifugio Lecco, si prosegue verso destra seguendo le indicazioni per la ferrata di Pesciola. Giunti ad una bocchetta poco distante dal rifugio, si prosegue in mezza costa sul versante opposto del gruppo di Pesciola. Il sentiero è comodo e pianeggiate. Dopo circa 10 minuti si devia decisamente a sinistra risalendo con percorso libero ma piuttosto ripido, gli scivolosi prati alla nostra sinistra, fino a sbucare sulla cresta che domina il vallone dei camosci sotto di noi. Da qui si prosegue, sempre con sentiero libero, ma rimando vicini alla cresta fin che si arriva nei pressi di un'evidente placca appoggiata, all'inizio della quale si vede un fittone resinato. Attenzione perché questo non è il vero attacco della via, che si trova in realtà spostato verso sinistra di poche decine di metri.


1° tiro:
dall'attacco da noi scelto, si risale una facile placca appoggiata interrotta da un paio di gradoni (3 chiodi). Giunti su un comodo terrazzo si deve risalire un diedro-camino, all'apparenza semplice, ma in realtà leggermente strapiombante, comunque ben protetto da 2 chiodi a breve distanza (IV+). Usciti dal delicato passaggio, che risulterà il più difficile della via, per facili roccette si arriva alla sosta.

2° tiro:
si risalgono le facili rocce rotte, giungendo in uno stretto camino con un vecchio chiodo, dove in spaccata a sinistra (IV) si passa ad una placca che si risale senza altre difficoltà fino alla sosta.

3° tiro:
Dopo aver percorso alcuni metri in discesa lungo una traccetta ed aver aggirato uno sperone, ci troviamo ad un evidente intaglio dal quale prende il via un bel tiro di III con qualche difficoltà all'uscita per via dello strettissimo passaggio in cui ci si deve infilare. Si attacca verso sinistra allungandosi un poco per arrivare al primo chiodo, da qui, lungo lo spigolo dello sperone che si deve risalire, si sale ancora verso il secondo chiodo e poi lungo una ampia cengia ci si sposta verso destra. Ci si deve, poi, infilare in uno strettissimo intaglio tra 2 paretine (chiodo sulla parete di destra) e con incastri vari uscirne pochi metri prima della comoda sosta nei pressi di una piccola croce in ferro.

4° tiro:
Altro tratto in conserva in discesa fino ad una forcella dalla quale prende il via il 4° facile tiro, inizialmente per roccette gradinate di I (variante più difficile rimanendo in parete sulla sinistra) fino ad un grosso fungo roccioso con un chiodo alla sommità (evitabile). Dal fungo, si cammina per qualche metro fin sotto ad un canale roccioso che si risale rimanendone sulla sinistra (II). Niente chiodi in quest'ultimo passaggio, ma si possono usare alcuni spuntoni per i cordini.

5
° tiro:
Ennesimo tratto su traccia per postarsi all'attacco del penultimo tiro. Da una evidente forcella si scende prerstatndo attenzione alla roccette, e ci si sposta a mezzacosta lungo il sentierino verso destra fino ad incontrare dopo almeno 30 metri un bel camino dalla roccia scura con un fittone poco sopra la sua base. Si risale il camino, verticale e piuttosto stretto, che offre qualche difficoltà nella parte iniziale (IV), ma poi diviene piuttosto semplice (II). Usciti dal camino ci troviamo su una ampia cengia erbosa. Facendo attenzione ai sassi pericolanti su di essa, si recupera il compagno facendo sosta su un grosso spuntone roccioso a destra dell'uscita. Guardando verso destra lungo la cengia si intravede la ferrata di Pesciola.


6° tiro:
Dalla sosta, camminare lungo la traccia verso sinistra, in direzione opposta a quella della ferrata, aggirare lo spigolo della parete dinanzi a noi e al termine della cengia salire il bel diedro verticale, inizialmente di IV poi di III, ben protetto con chiodi sulla parete destra. Una volta usciti dal diedro, continuare per facili roccette fino alla sosta. E da qui, salito un gradino roccioso, camminare fino alla madonnina di vetta.
Discesa:
Dalla madonnina di vetta, scendere alla forcella opposta alla direzione di arrivo. Da qui immettersi nel vallone sottostante alla nostra sinistra e per sfasciumi e detriti molto instabili arrivare quasi sul fondo del vallone. Quando si incrocia una traccia, seguirla verso sinistra fino al fondo del vallone stesso, per poi risalire pochi metri con sentiero libero sul versante opposto. Si incrocerà un'ampia strada sterrata al cui margine ci sono i vecchi supporti per le reti protettive per sciatori. Da qui scendere verso sinistra, tornare al rifugio Lecco e rifare lo stesso percorso dell'andata.

Note
La via risulta molto aperta a varianti di varie difficoltà. Volendo si possono aggirare i tratti più impegnativi usando tracce e roccette, oppure rimanere su gradi molto bassi, ma così facendo si perde gran parte del divertimento. Nel complesso noi abbiamo seguito un itinerario con difficoltà mediamente di III, ma nulla vi vieta di cercare soluzioni più facili o più difficili.
Commenti vari
La via doveva risultare di II-III grado, ma ben presto ci siamo accordi di aver sbagliato l'attacco, quando la cordata davanti a noi si è trovata di fronte ad un insidioso diedro-camino strapiombante, per superare il quale anche noi, al nostro turno, da bravi membri del C.Azz.O. abbiamo azzerato un pochino...
Cfr. nella prima fotografia il mirabile esempio di azzeramento triplo, un'autentica rarità.
Altre ripetizioni
Matteo e Luca hanno ripetuto la Cresta Ongania in invernale il 30 dicembre 2007.
Oscar il virtuoso
La cordata che ci precede al primo tiro
Secondo tiro
La cordata davanti a noi impegnata nel terzo tiro
   
Penultimo tiro nel camino
Ultimo diedro
   
Rilassati in vetta
La cresta
   
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Il profilo del Resegone
 
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