Muzzerone/Pilastro del Bunker - Via Chi Vuol Esser Lieto, Sia

 
Zona montuosa Appennino Spezzino Località di partenza Fraz. Le Grazie - Portovenere (SP)
Quota partenza 310 Mt. Quota di arrivo 310 Mt.
Dislivello totale

-200 Mt. circa per l'attacco
+180 Mt. la via (195
lo sviluppo)
+20 Mt. per tornare la parcheggio

Sentieri utilizzati n. 1A
Ore di salita 30' dal parcheggio all'attacco
2 h. 45' la via
Ore di discesa 10' da fine via al parcheggio
Esposizione Ovest Giudizio sull'ascensione Molto bella
Data di uscita 02/07/2017 Difficoltà 6a/5c, A0 (con un passo su friend)
Sass Balòss presenti
Luca.
Amici presenti
Claudia.
Condizioni climatiche, dei sentieri e della roccia

Le previsioni al nord non lasciavano spazio ad un week-end arrampicatorio, così ci siamo rifugiati in questo angolo della Liguria trovando una giornata serena e calda. Il sentiero che conduce all'attacco è abbastanza evidente ma scende in un ripido canalone, attrezzato anche con delle corde fisse, nel quale è necessario prestare prudenza. Il sentiero di rientro è invece molto breve in quanto, a termine via, si è quasi alla quota del parcheggio. La roccia in via è generalmente ottima ma un po' unta sui passaggi più impegnativi, specialmente sulla fessura di L3. Bisogna prestare attenzione ad alcuni blocchi appoggiati sulle cenge e terrazze.

Eventuali pericoli

Soliti da arrampicata in ambiente.

Presenza di acqua
No.
Punti di appoggio
Il rifugio Muzzerone (251 Mt.).
Materiale necessario oltre al tradizionale

Normale materiale per arrampicata su roccia. La via č ben chiodata ma un assortimento di friends medio-piccoli può "aiutare" in alcuni passaggi. Mezze corde utili per eventuale ritirata, altrimenti sufficiente corda intera.

Caratteristiche dell'arrampicata

Descrizione generale
Il Pilastro del Bunker si trova sulla sinistra (guardando dal mare) della Parete Striata. E' una zona abbastanza selvaggia ed appartata, al riparo dai frastuono della civiltà. Si arrampica su pareti a picco sul mare, dove gli unici rumori che si sentono sono quelli del vento, delle onde del mare e dei gabbiani, regalando una sensazione di essere veramente in un luogo remoto.
Itinerario aperto da Roberto Vigiani e Tino Amore nel 1983 è una classica della parete e, attualmente, tra i più ripetuti. Arrampicata su placche lavorate e brevi tratti in fessura decisamente atletici. E' stata recentemente (gennaio 2017) riattrezzata completamente a fix, sia sui tiri che alle soste. Durante la salita si possono vedere alcuni rari, ma ormai superflui, chiodi che ricordano lo stile di apertura.
Attacco, descrizione della via
Da La Spezia andare verso Portovenere. Arrivati alla frazione Le Grazie seguire per Monte Castellana/palestra di roccia. Ad un bivio si tiene la sinistra puntando ad una grande cava in cima alla montagna. Seguono diversi tornanti fino ad arrivare ad un vecchio forte della marina militare. Si parcheggia all'ultimo tornante prima del forte dove si trova anche un'area pic-nic con tavolo e panche.
Imboccare il sentiero verso Portovenere (n. 1A) che parte proprio da questo tornante. Percorrerlo in piano per pochi minuti e, circa 15 metri prima di un bunker con antenne (oltre il quale inizia anche a perdere quota), prendere a destra un ripido canale (ometto e freccia bianca). Scendere in questo canale (presenza, a tratti, di corde fisse) fino a dove si allarga e si superano delle facili placchette. Appena oltre piegare a sinistra (viso a valle) e traversare seguendo la base della parete con dei brevi sali-scendi. Si giunge in breve all'inizio di un'altra corda fissa in vista di un pino isolato. Sopra al pino si trova l'attacco della via (2 fix+catena+anelli di calata).

1° tiro:
salire il diedro/fessura e poi uscire a destra. Continuare più facilmente fino ad un muretto inciso da una fessura. Superarlo e poi traversare a destra fino alla sosta (2 fix+catana+anelli di calata). 30 Mt., 5c, 6a oppure A0, 4a, 9 fix.

2° tiro:
salire il diedrino soprastante. Poi proseguire, tendendo leggermente a destra, i vari risalti sul profilo dello spigolo fino ad una larga terrazza sulla quale si sosta (2 fix+catana+anelli di calata). 45 Mt., 4a, 3c, 6 fix.

3° tiro:
aggirare a sinistra lo strapiombino e piegare subito a destra costeggiando una macchia di piante. Si raggiunge la base di un pilastro fessurato. Dopo una partenza ostica e un po' levigata (da incastro) si sfrutta una bellissima lama rovescia e poi si prosegue su rocce rotte (attenzione a qualche masso instabile sulla sinistra) fino a quando è possibile traversare decisamente a destra sotto la parte finale del pilastro. Uscire presso un arbusto e salire facilmente fino alla sosta (2 fix+catana+anelli di calata).
35 Mt., 5c, 6a oppure A0 su friend, 5c, 4a, 11 fix.

4° tiro:
salire la placca compatta a sinistra della sosta e poi spostarsi a destra prendendo una lama che, dopo i primi metri, piega a destra portando alla base di un diedro giallastro. Risalirlo e, dove inizia la vegetazione, spostarsi a sinistra (non salire dritti dove si trova anche una fissa). Ignorare la vecchia sosta e risalire la placchetta fino alla nuova sosta (2 fix+catena+anelli di calata+1 fittone).
45 Mt., 5b, 5c, 4a, 10 fix, 1 sosta intermedia (2 fix+cavo acciaio).

5° tro:
traversare qualche metro a sinistra per imboccare una breve fessura/caminetto con passo iniziale non facile da interpretare e chiodato un po’ più lungo rispetto al resto della via. Si esce alla sua destra, ci si alza su muretto molto verticale ma ben appigliato, e poi si obliqua a sinistra superando gli ultimi risalti. Si raggiunge la crestina sommitale sulla quale si sosta (2 fittoni). 40 Mt., 5c, 5b, 11 fix.
Discesa
Seguire la facile crestina a destra puntando al bunker con antenne in cima al pilastro (quello visto durante l'avvicinamento). Aggirarlo sulla sinistra raggiungendo nuovamente il sentiero 1A. In breve si ritorna al parcheggio.

Note

Giunti al Bunker, restando sul sentiero 1A che inizia a scendere, si raggiunge comunque la base della Parete Striata. Si è però sul bordo destro della parete (guardando dal mare), ossia quello opposto al "Pilastro de Bunker". Da qui è comunque possibile raggiungere l'attacco della via "Chi vuol esser lieto, sia" percorrendo un sistema di cenge che corre alla base della parete e che "tocca" gli attacchi delle varie vie. Presente una corda fissa i cui punti di ancoraggio, seppur su ottimi fix, sono senza piastrine ma bloccati con delle ranelle dalla discutibile tenuta.

Commenti vari
Il nome di questa via viene riportato, sia su guide d'arrampicata che su siti internet, in differenti modi. Crediamo che la forma pių corretta abbia a che vedere con una composizione di Lorenzo de' Medici: Il Trionfo di Bacco e Arianna (detta anche La Canzona di Bacco).
E' il più famoso dei Canti carnascialeschi ideati da Lorenzo de' Medici. Questi canti vengono composti in occasione di feste popolari, come il carnevale, e vengono pensati per essere intonati nelle processioni carnevalesche dei carri dalle compagnie di attori e musici mascherati. La ballata risale probabilmente al 1490 e tratta del tema laurenziano per eccellenza: l’esortazione a godere pienamente delle gioie della vita (i sensi, la bellezza, l’amore) nella consapevolezza della loro fugacità. Rimane nella memoria il suo ritornello ritmato, intenso, ossessivo, quasi una formula magica e salvifica per compiere il miracolo di fermare il tempo e la luce della giovinezza.

Quant’è bella giovinezza
       che si fugge tuttavia!
       Chi vuole esser lieto, sia,
       di doman non c’è certezza.
       Quest’è Bacco e Arïanna,
       belli, e l’un dell’altro ardenti;
       perché ’l tempo fugge e inganna,
       sempre insieme stan contenti.
       Queste ninfe e altre genti
       sono allegri tuttavia.
       Chi vuole esser lieto, sia,
       di doman non c’è certezza.
       Questi lieti satiretti,
       delle ninfe innamorati,
       per caverne e per boschetti
       han lor posto cento agguati;
       or da Bacco riscaldati,
       ballon, salton tuttavia.
       Chi vuole esser lieto, sia:
       di doman non c’è certezza.
       Queste ninfe anche hanno caro
       da lor essere ingannate:
       non può fare a Amor riparo,
       se non gente rozze e ingrate;
       ora insieme mescolate
       suonon, canton tuttavia.
       Chi vuole esser lieto, sia:
       di doman non c’è certezza.
       Questa soma, che vien drieto
       sopra l’asino, è Sileno:
       così vecchio è ebbro e lieto,
       già di carne e d’anni pieno;
       se non può star ritto, almeno
       ride e gode tuttavia.
       Chi vuole esser lieto, sia:
       di doman non c’è certezza.
       Mida vien drieto a costoro:
       ciò che tocca, oro diventa.
       E che giova aver tesoro,
       s’altri poi non si contenta?
       Che dolcezza vuoi che senta
       chi ha sete tuttavia?
       Chi vuole esser lieto, sia:
       di doman non c’è certezza.
       Ciascun apra ben gli orecchi,
       di doman nessun si paschi,
       oggi sìan, giovani e vecchi,
       lieti ognun, femmine e maschi.
       Ogni tristo pensier caschi:
       facciam festa tuttavia.
       Chi vuol esser lieto, sia:
       di doman non c’è certezza.
       Ciascun suoni, balli e canti,
       arda di dolcezza il core:
       non fatica, non dolore!
       Ciò che ha esser, convien sia.
       Chi vuole esser lieto, sia:
       di doman non c’è certezza.

PARAFRASI
ad opera di Gigi Cavalli dal sito treccani.it
Com’è bella la giovinezza, che fugge senza sosta! Chi vuole essere lieto, lo sia (adesso): sul domani non c’è nulla di sicuro. Questi sono Bacco e Arianna (la figlia di Minosse re di Creta, che aiutò Teseo a uscire dal labirinto e, da lui abbandonata a Nasso, fu salvata da Bacco), belli e reciprocamente innamorati: giacché il tempo passa e illude, stanno felici sempre insieme. Queste ninfe (le baccanti) e altre divinità (del corteo bacchico) sono in perpetua allegria: Chi vuole esser lieto ... Questi allegri satiretti, innamorati delle ninfe, le insidiano di continuo nelle caverne e nei boschi; adesso, eccitati da Bacco, ridono e ballano senza sosta. Chi vuole ... A queste ninfe piace anche essere sedotte: ad Amore non possono resistere se non le persone rozze e incomprensive; ora, tutte insieme, non fanno che suonare e cantare. Chi vuole ... Questo peso, che segue su un asino, è Sileno (il satiro figlio del dio Pan): benché vecchio, è ubriaco e allegro, pur essendo grasso e in età; se non riesce a stare ritto, almeno continua a ridere e a godere. Chi vuole ... Dopo di loro viene Mida (il re della Frigia): tutto ciò che tocca si trasforma in oro. Ma a che serve la ricchezza se uno non è contento? Che dolcezza può sentire chi ha sempre sete? Chi vuole ... Aprite tutti bene gli orecchi, nessuno si accontenti del domani, tutti, oggi, giovani e vecchi, femmine e maschi, stiano allegri. Lasciamo perdere tutte le preoccupazioni, continuiamo a festeggiare. Chi vuole ... Donne e giovani innamorati, evviva Bacco ed evviva Amore! Ciascuno suoni, balli e canti, il cuore si accenda di dolcezza: non più fatica, non più dolore! Accada pure quello che deve accadere. Chi vuole essere lieto, lo sia (adesso): sul domani non c’è nulla di sicuro.

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Claudia raggiunge il pino solitario dove attacca la via

Luca sulla fessura/diedro iniziale

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Il traversino che porta alla prima sosta

Claudia sulle facili rocce del secondo tiro

 

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Inizio della terza lunghezza

Luca sul traversino al termine del pilastro di L3

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Partenza della quarta lunghezza

Luca sull'ultimo tiro

   
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Claudia sui gradoni finali che portano all'ultima sosta