Monviso - Cresta Est

 
Zona montuosa Alpi Cozie Località di partenza Oncino (CN)
Quota partenza 1620 Mt. circa Quota di arrivo 3841 Mt.
Dislivello totale +648 Mt. dal parcheggio al rif. Alpetto
+372 Mt. dal rif. Alpetto al rif. Sella
+201 Mt. dal rif. Sella all'attacco
+1000 Mt. la cresta
Sentieri utilizzati

n. V6, V24, V13,
ferrata "Colle Sagnette"

Ore di salita 1 h. 10' dal parcheggio al rif. Alpetto
1 h. dal rif. Alpetto al rif. Sella
30' dal rif. Sella all'attacco
4 h. 30' la crestra
Ore di discesa

5 h. dalla vetta al rif. Alpetto
1 h. dal rif. Alpetto al parcheggio

Esposizione Sud-est Giudizio sull'ascensione Molto bella
Data di uscita 03-04/08/2013 Difficoltà AD (massimo IV+)
Sass Balòss presenti
Bertoldo.
Amici presenti
Diego, Sabrina.
Condizioni climatiche, dei sentieri e della neve

Durante l'avvicinamento al rifugio Alpetto siamo stati colpiti da un temporale che ci ha obbligato a trovare riparo sotto delle rocce strapiombanti. I sentieri che si percorrono sono ben segnalati e in ottime condizioni. La roccia lungo la cresta est e sulla via normale è ottima. La neve, presente durante la discesa era molle.

Eventuali pericoli

Affrontare la salita solo con previsioni meteo perfette. La salita e la discesa richiedono parecchie ore e un temporale può provocare non poche complicazioni.

Presenza di acqua

E' possibile trovare una fontana: al parcheggio, al rifugio Alpetto, al rifugio Sella. Sulla cresta è facile trovare acqua di disgelo.

Punti di appoggio

Rifugio Alpetto (2268 Mt.), rifugio Sella (2640 Mt.), bivacco Andreotti (3270 Mt.).

Materiale necessario oltre al tradizionale

Normale dotazione alpinistica per la salita della cresta. Lungo la discesa sulla Normale, in base all'innevamento della stessa, possono risultare indispensabili dei ramponi e una picozza.

Caratteristiche dell'arrampicata

Descrizione Generale
Dalla guida dei Monti d'Italia "Monte Viso e Alpi Cozie Meridionali" di Michelangelo Bruno:
"Il Monte Viso è stato ritenuto per molto tempo il monte più alto delle Alpi, venne celebrato nella letteratura antica e cantato nell'Eneide (libro X) da Virgilio come Vesulus pinifer (Vèsulo tra i boschi o monte circondato di pini), declamato da Pomponio Mela, Plinio il Vecchio, Dante, Petrarca e molti altri storici per la sua spaccata 'visibilità' di gigante isolato, tra una corona di vette minori, a 30 Km. dalla pianura padana e quindi visibile anche da quella lombarda. Per quesa sua chiara caratteristica, il toponimo 'Vesulus, Vésulo, Viso, ha dunque il significato di "Monte Visibile". Alcuni studiosi attribuiscono pure una derivazione della radice 'weiss', 'wis' che, nelle lingue germaniche, ha il significato di bianca altura culminante. Altri ancora lo collegarono al nome mitologico di Vesion (discendente di Jafet) capo di un'antichissima tribù che si stabilì con le sue genti alle falde del monte".
La prima ascensione avvenne il 30 agosto del 1861 ad opera di William Mathews, William Jacob, Jean Baptiste e Michel Croz. La seconda avvenne l'anno seguente e precisamente il 4 luglio 1862 ad opera di Françis Fox Tuckett, Michel Croz, Pierre Perren e Bartolomeo Peyrot che fu di fatto il primo italiano a raggiungere la vetta.
E' la terza ascensione ad essere cara agli italiani. Essa fu compiuta il 12 agosto del 1863 ad opera di Quintino Sella, Paolo e Giacinto Ballada, Giovanni Barracco, Raimondo Gertoux, Giuseppe Bodoino, Giovanni Battista Abbè e gettò le basi per la fondazione del Club Alpino Italiano che di fatto avverrà a Torino il 23 ottobre dello stesso anno.
Storica è la lettera di Quintino Sella, ai tempi ministro delle finanze, che inviò a Bartolomeo Gastaldi:
"[...] E poiché gli Inglesi mi cadono sotto la penna, aggiungo una osservazione ed ho finito. A Londra si è fatto un Club Alpino, cioè di persone che spendono qualche settimana dell'anno a salire le Alpi, le nostre Alpi! Ivi si hanno tutti i libri e le memorie desiderabili; ivi gli strumenti tra di loro paragonati con cui possono fare sulle nostre cime osservazioni comparabili; ivi si leggono le descrizioni di ogni salita; ivi si conviene per parlare della bellezza incomparabile dei nostri monti e per ragionare sulle osservazioni scientifiche che furono fatte o sono a farsi; ivi che men sa di botanica, di geologia, di zoologia porta i fiori, le rocce o gl'insetti, che attrassero la sua attenzione e trova chi gliene dice i nomi e le proprietà; ivi si ha insomma potentissimo incentivo non solo al tentare nuove salite, a superare difficoltà non ancora vinte, ma all'osservare quei fatti di cui la scienza ancora difetti.
Già si sono pubblicati tre eleganti volumi sotto il titolo, che più volte mentovai di punte, passaggi e ghiacciai, escursioni dei membri del Club Alpino; ora si è intrapreso un giornale trimestrale […]. Anche a Vienna si è fatto un Alpenverein ed un primo interessantissimo volume è appena venuto in luce in questi giorni.
Or non si potrebbe fare alcunché di simile da noi? Io crederei di si […]. Ei mi pare che non ci debba voler molto per indurre i nostri giovani, che seppero d'un tratto passare dalle mollezze del lusso alla vita del soldato, a dar di piglio al bastone ferrato ed a procurarsi la maschia soddisfazione di solcare in varie direzioni e sino alle più alte cime queste meravigliose Alpi, che ogni popolo ci invidia. Col crescere di questo gusto crescerà pure l'amore per lo studio delle scienze naturali, e non ci occorrerà più di veder le cose nostre talvolta studiate più dagli stranieri, che non dagli italiani. Sta sano".

La cresta est venne salita da Adolfo ed Elena Kind, Ubaldo Valbusa e Alberto Weber il 7 agosto del 1902 anche se la parte superiore era già stata salita da Guido Rey e Antonio Castagneri il 15 agosto del 1887.
L'itinerario è ormai classico e vanta numerose ripetizioni.
Per la salita si è soliti appoggiarsi direttamente al rifugio Sella. Purtroppo però per noi, quando abbiamo telefonato per prenotare, il rifugio era già in 'overbooking'. Anziché rinunciare alla salita (o dormire all'aperto) abbiamo deciso di appoggiarci al rifugio Alpetto allungando così il dislivello della salita. Ne è valsa la pena perché il rifugio è tranquillo, accogliente e i rifugisti molto disponibili.
Descrizione dell'Itinerario
Da Paesana seguire le indicazioni verso Crissolo, risalendo la Valle del Po, sino ad incontrare la deviazione verso sinistra per Oncino. Raggiunto il paese attraversarlo e seguire le indicazioni per il rifugio Alpetto. La strada è asfaltata e dopo numerosi tornanti diviene sterrata. Dopo circa 500 Mt. si trova il parcheggio.
Da qui imboccare il sentiero V6 che si addentra dolcemente nel vallone dell'Alpetto e che conduce all'omonimo rifugio.
Mediante il sentiero V24 raggiungere il rifugio Sella e da questo seguire le indicazioni per il Colle del Viso (2650 Mt. - 10'). Dal colle salire diagonalmente verso Sud Ovest (passando sopra il Lago Grande di Viso) oltrepassando il primo canalone e raggiungendo così il secondo. Salire lungo sfasciumi sino alla base dello sperone della cresta est (possibile presenza di neve nella parte alta del conoide). Sono presenti numerosi bolli gialli.
La salita è abbastanza segnata con bolli ed ometti; nei passi più duri sono presenti dei chiodi di passaggio. Durante la nostra ripetizione erano presenti: 9 chiodi, 1 sosta su due chiodi, 2 cordoni su massi incastrati.
Salire la cresta lungo un percorso logico ed intuitivo ma quasi mai obbligato. Il grande torrione presente sul filo di cresta è il Torrione St. Robert. Qui è possibile salire direttamente in vetta al torrione e scendere dal lato opposto mediante delle doppie (cordoni in loco), oppure raggiunta una fascia di rocce biancastre spostarsi a sinistra, risalire un diedro ed aggirarlo (soluzione adottata dalla maggior parte delle cordate).
Riportarsi sul filo di cresta e superare su roccia ottima una sequenza di torrioni minori. In corrispondenza di un torrione inciso da una fessura (tratto chiave della salita), è possibile abbandonare la cresta e raggiungere la via normale (presente una scritta gialla: "Via della Lepre - Via Normale) ma occorre fare attenzione all'innevamento presente (al nostro passaggio questa soluzione era impraticabile).
Dopo il tratto chiave continuare sul filo di cresta sino a raggiungere la via Normale mediante la quale (10 minuti) si raggiunge la vetta del Monviso.

Discesa
La discesa avviene lungo la via normale che è tortuosa, impegnativa (specie in caso di nuvole basse) ed... eterna.
Dalla vetta percorrere a ritroso il tratto percorso in salita e continuare lungo una traccia evidente. Numerosi bolli indicano il percorso. Si alternano passi d'arrampicata a facili tratti di sentiero uniti a dei nevai. A quota 3270 Mt. è presente il bivacco Andreotti che è un ottimo punto d'appoggio.
Dal bivacco scendere lungo il nevaio e puntare al versante sinistro del ghiacciaio del Viso, raggiunto il quale si sale al passo delle Sagnette (2991 Mt.).
Dopo aver svallato percorrere in discesa la ferrata "Colle Sagnette". Al termine della ferrata, anzichè continuare lungo il sentiero (che conduce al rifugio Sella) conviene scendere per prati in direzione del visibile sentiero che dal rifugio Sella conduce all'Alpetto e che era stato percorso durante l'avvicinamento.
Da qui rientrare alla macchina percorrendo a ritroso il sentiero d'avvicinamento.

Note

Quintino Sella, in seguito alla salita al Monviso, scrisse anche:
"Nelle montagne troverete il coraggio per sfidare i pericoli, ma vi imparerete pure la prudenza e la previdenza onde superarli con incolumità. Uomini impavidi vi farete, locchè non vuol dire imprudenti ed imprevidenti!".

   

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Il piccolo rifugio Alpetto

Il Monte Viso

   

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Prime luci di una grande giornata

Nonostante l'asperità del terreno non mancano segni di vita

   

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Sabrina e Will lungo la cresta

Diego e Sabrina nei pressi del torrione St. Robert

   

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Immancabili foto di vetta. A sinistra Sabrina e Will; a destra Sabrina e Diego

   

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Will lascia una traccia di passaggio sul libro di vetta

Discesa dalla Normale: non manca l'affollamento

   
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