Descrizione
generale
Itinerario storico aperto nel settembre del 1985 da Sergio Coltri e Carlo Laiti.
Per descrivere al meglio questo itinerario riportiamo le descrizioni contenute nelle principali guide dedicate al Brentino.
Eugenio Cipriani - Scalate scelte in Val d'Adige - Tamari
"Impressionante ed ardita ascensione che sale, con logico percorso, il repulsivo pilastro grigio fortemente strapiombante del Sass del Mesdì. Piccolo capolavoro d'arrampicata mista (libera e artificiale), la via "Canto del Cigno" ha richiesto ai primi salitori numerosi sforzi e ripetuti tentativi.
Le prime tre lunghezze di corda sono un concentrato di difficoltà tecniche molto sostenute, sia in artificiale che in libera. L'impiego dei cliff ha tuttavia permesso di risparmiare sulla chiodatura e di rendere l'itinerario emozionante anche per i ripetitori. A questo proposito occorre sottolineare il monito espresso dai primi salitori
affinché "non vengano aggiunti altri chiodi ad espansione nel secondo tiro per non rovinare la via e l'emozione che se ne ricava".
Dalla seconda sosta un'eventuale ritirata appare problematica; dalla terza, praticamente impossibile.
Le difficoltà calano sensibilmente nella parte alta, ma la roccia saldissima ed appigliata regala ugualmente un'arrampicata di grande soddisfazione. [...]
Itinerario consigliabilissimo, purché affrontato con la prudenza e la preparazione necessarie".
AA.VV. - Arrampicare in Val d'Adige
"Storica via molto aerea ed impegnativa, che richiede una preparazione tecnica e psichica. Chiodatura lunga e scomoda per l'eventuale salita in libera. Normalmente si rende necessario l'uso dei cliff anche per 3/4 movimenti consecutivi".
Cristiano Pastorello, Eugenio Cipriani - Monte Baldo Rock - Versante Sud
"Storica salita mista, libera-artificiale, realizzata facendo per la prima volta uso esteso dei cliff; a lungo una delle più impegnative vie della valle e liberata da un giovane Nicola Sartori a vista. Per chi volesse assaporare l'effimera sensazione della progressione con i cliff può tornare utile sapere che la goccia di L2, fondamentale per azzerare il passaggio, a causa delle ripetizioni si è slabbrata rendendo difficoltoso il posizionamento dei ganci".
Attacco, descrizione della via
Dal parcheggio poco distante dal cimitero di Brentino andare in direzione dei vigneti, attraversarli fino a incontrare il sentiero segnato con bolli che sale ripido nel bosco. Dopo circa 20' superare una placca appoggiata con corda fissa e poi un muretto verticale anch’esso attrezzato con due corde fisse. Poco dopo questo muretto attenzione ad un bivio poco marcato. Non seguire l'evidente traccia che sale a sinistra ma quella di destra che nei primi metri è meno visibile. Arrivati al masso con la scritta "raccordo" proseguire verso sinistra (alcuni saliscendi). Il sentiero costeggia la parete fino ad arrivare all’evidente diedro sovrastato da enormi tetti. A destra attaccano le vie Istantes, Desiderio sofferto, Otto bastano
e Il ladro di Baghdad; a sinistra Arrivederci Jerzy e Il canto del cigno (placchetta metallica con inciso n°4 e scritta rossa un po' sbiadita
"canto del cigno").
1° tiro:
alzarsi in verticale lungo il muro e proseguire sfruttando la fessura. Obliquare poi a destra e proseguire in verticale sfruttando il punto più debole della parete. Raggiunta una clessidra con cordino, con un passo delicato, portarsi a sinistra in direzione della sosta (2 spit+catena+maglia rapida). 30 Mt., VI+, A2, 1 clessidra con cordone, 1 chiodo con cordino, 4 fix.
2° tiro:
si tratta indubbiamente della lunghezza più impegnativa della
via. Dalla sosta abbassarsi leggermente e traversare a sinistra per
circa 4 metri. Proseguire poi in verticale per circa 8 metri e
spostarsi a sinistra. Mediante delle bellissime gocce alzarsi in obliquo verso destra; superare in verticale la placca compatta spostandosi poi a sinistra in direzione dello spigolo dove,
poco più sopra, si trova la sosta (2 spit+catena+maglia rapida). 35 Mt., VI, A3, 8 fix, 1 chiodo.
3° tiro:
alzarsi sin sotto il tetto e traversare a destra sino a raggiungere il punto di minor resistenza. Continuare in verticale e, mediante un diedrino, raggiungere la sosta
sulla destra (2 spit+catena+maglia rapida). 20 Mt., A2, 10 fix.
4° tiro:
superare il sovrastante pilastrino sfruttando la fessura; traversare poi a sinistra lungo una bellissima placca a gocce sino ad
una comoda cengia dove si trova la sosta (2 spit+catena+maglia rapida). 40 Mt., VI, IV, III, 2 fix.
5° tiro:
proseguire in verticale superando una sequenza di lame e fessure sino ad una cengetta dove si trova la sosta (2 spit con anello).
30 Mt., V+, VI, 3 fix.
6° tiro:
spostarsi a destra e salire il diedro. Continuare in seguito lungo le placche alla sua destra e riportarsi poi a sinistra in direzione della sosta (2 spit+catena+anello).
Conviene non fermarsi ma proseguire per facili gradoni fino alla
grossa terrazza alberata dove si attrezza una sosta (pianta). 50 Mt., V+, VI, V, 3 fix,
1 sosta intermedia (2 spit+catena+anello).
Discesa
Il modo più comodo è scendere in doppia sfruttando le soste attrezzate a destra dei tetti.
Dal termine della via traversare verso destra mediante una vaga traccia sino a dove (pacchetta metallica su pianta con incisa "S5 cd?") c'è la possibilità di scendere fino al primo ancoraggio per le doppie. Gli ultimi metri sono molto esposti (possibile assicurarsi con un fix, oppure sfruttare una sosta più alta: in questo caso prima calata di quasi 60 Mt.).
Lungo la placconata sono presenti diversi ancoraggi di calata. Indicativamente effettuare 3 calate rispettivamente da 50 Mt., 30 Mt. e 50 Mt. fino alla base della parete, a pochi metri dall'attacco della via. Rientrare al parcheggio percorrendo a ritroso il sentiero d'avvicinamento. |