Descrizione generale
Dalla Guida "Val di Mello - 9000 metri sopra i prati" di Paolo Masa e Jacopo Merizzi:
"[...] Una notte d'agosto del 1975 Ivan Guerini, disteso in un prato nei pressi del Gatto Rosso, contemplava le stelle. Era la notte di San Lorenzo, la notte dei desideri e brucianti meteoriti sparivano nell'esosfera, dietro la massa oscura della grande parete. Quella sera ad Ivan, successivamente soprannominato "Il Sognatore", sorse il desiderio di andare, un giorno o l'altro, a vedere dove le meteoriti andavano a cadere e affibbiò alla parete l'astronomico nome di Precipizio degli Asteroidi. Quando le prime luci dell'alba, qualche ora dopo, illuminarono il grande strapiombo, Ivan individuò in esso una logica sequenza di fessure che portavano nel punto oltre il quale le meteoriti sparivano. Così venne concepito il primo itinerario magico di questa struttura. Solo due anni dopo Ivan decise di realizzare il suo sogno e il 2 luglio del 1977 in compagnia di Mario Villa tracciò una via meravigliosa chiamata "Oceano Irrazionale". Il settimo grado era appena nato in Val di Mello e di conseguenza in Italia su "Nuova Dimensione", una via in aderenza salita per la prima volta da Antonio Boscacci e Jacopo Merizzi e subito trovava in quest'altra via una conferma nell'arrampicata in fessura. La retorica delle belle favole suggerirebbe di tacere i penosi risvolti di questa prima salita, ma il gusto del pettegolezzo supera in questo momento la nostra volontà. Lo stesso giorno della prima ascensione anche Antonio Boscacci e Jacopo Merizzi salirono sul "Precipizio", provenienti dalla parte bassa (L'Altare) dove avevano tracciato la via "Il Cerchio di Gesso", dopo un bivacco proseguirono seguendo a pochi metri di distanza i primi salitori. Amici da sempre, Antonio, Jacopo, Ivan e Mario, da quel momento non lo furono più per lungo tempo, oscuri retaggi di alpinismo classico e di assurda competizione impedirono loro di unirsi nel gioco. Da questa esperienza, che di certo non fa onore ai padri del sassismo, emerse un'altrettanto squallida polemica sulle difficoltà della via e sul nome della struttura. Per Ivan e Mario quest'ultima rimaneva il Precipizio degli Asteroidi, per Jacopo e Antonio avrebbe dovuto chiamarsi con nome più casereccio: Abisso. Dopo vari e reciproci interventi, a volte minacciosi ed altri provocanti, sulla tanto vituperata stampa alpinistica, le parti giunsero ad un compromesso: per "Abisso" si sarebbe d'ora in avanti inteso l'insieme della struttura, "Precipizio", avrebbe indicato solo la parte superiore, "Altare" invece si sarebbe chiamata la parte bassa. Fortunatamente la roccia è più solida della mente umana e nonostante l'avvio poco glorioso la via iniziò ad essere ripetuta due anni dopo. I brevi tratti di arrampicata artificiale vennero ben presto "liberati" e la via "Oceano Irrazionale" è a tutt'oggi riconosciuta come una delle più belle salite della valla e senza dubbio la più "storica". Infatti, per risalire lo splendido susseguirsi di diedri, fessure, tetti e placche ogni anno giungono da tutta Europa i migliori arrampicatori. [...]"
Attacco, descrizione della via
Raggiungere la frazione San Martino nel comune di Val Masino (SO). Superato il parcheggio all'inizio del paese (presente parchimetro per il ticket obbligatorio per posteggiare in Val di Mello) svoltare a sinistra in direzione dei bagni di Masino. Al secondo tornante proseguire verso destra (indicazioni per la Val di Mello) e percorre la stretta strada per circa 2 km sino ad un piazzale sterrato oltre il quale è impossibile proseguire in macchina
(attenzione, da quando la valle è stata dichiarata riserva
naturale è necessario munirsi del ticket per il posteggio € 5,00
- 80 posti auto al giorno. Dal 2014 divieto assoluto nei fine settimana, informarsi poiché queste norme sono soggette a variazioni).
Percorrere per pochi metri il sentiero che attraversa tutta la Val di Mello
e, poco prima dell'osteria Gatto Rosso, seguire una traccia sulla sinistra che sale in direzione della Val Livincina.
Giunti di fronte ad una paretina verticale (dove
si forma una cascatella) attraversare il torrente portandosi
sulla sponda sinistra. Proseguire sul bordo del torrente fino ad
un canalino sulla sinistra che permette di evitare le placche
circostanti. Lo si risale fino al suo termine, poi per traccia
si obliqua a destra giungendo al cospetto della parete. A questo
punto si procede verso sinistra per arrivare, in breve, ad una paretina strapiombante incisa da un camino spesso bagnato. Salire la placca a destra del camino lungo una fessura (corde fisse - V). Proseguire risalendo altre placchette
con un passaggio notevolmente esposto (presenti delle corde fisse) sino a quando è possibile attraversare nuovamente il torrente. Continuare ora lungo un diedro (corda fissa
- IV) sino ad uscire in un boschetto che conduce alla grande cengia che taglia la parete. L'attacco è situato quasi al termine della cengia in corrispondenza di un camino formato da una grande lama staccata.
1° tiro:
salire il camino sino al suo termine, alzarsi ancora un
paio di metri, indi traversare a sinistra. Ignorare la sosta (2
chiodi), superare una placchetta verticale e continuare a
obliquare a sinistra salendo lungo una fessura erbosa sino alla sosta (2 chiodi).
50 Mt., V, IV, VI+, IV+, 1 chiodo, 1 sosta intermedia, 1 fix
smartellato... ma utilizzabile con un cordino.
2° tiro:
salire la bellissima lama con un'arrampicata in dulfer sino alla
sosta da rinforzare (1 bong+groviglio di cordini su masso
incastrato).
40 Mt., VI, 1 chiodo.
3° tiro:
da qui salgono due fessure che presentano difficoltà omogenee.
La via originale sale lungo la fessura di destra sino ad un
terrazzino dove si sosta (3 chiodi+cordone su masso incastrato).
20 Mt., VI+.
4° tiro:
salire lungo il caminetto che poi diviene fessura sino alla sosta
(2 chiodi e cordino su masso incastrato) posta sotto al grande tetto
della "Tromba".
25 Mt., VI+, 2 chiodi.
5° tiro:
la lunghezza della "Tromba", il tiro chiave della via. Salire in verticale sin sotto al tetto,
poi seguire verso destra la larga fessura sino ad entrare in una nicchia ("Antro Umido") dove si trova la sosta (2 chiodi+1 bong).
30 Mt., VII oppure VI+ e A1, 4 chiodi, 1 sasso incastrato con cordini.
6° tiro:
traversare ancora a destra e superare un diedrino verticale oltre il quale si
raggiunge il "Pulpito dell'Eremita" dove si sosta comodamente su pianta. 15 Mt., VII oppure A1, II.
7° tiro:
traversare a sinistra sfruttando una lama e delle zolle erbose sino ad un
abete alla base di un diedro-rampa. Sosta su albero.
20 Mt., III, II.
8°
tiro:
salire il diedro-rampa ("L'Onda di Pietra") per circa 90 Mt. sino a raggiungere la sosta (2 chiodi) che si trova
a destra, fuori dal diedro, in corrispondenza del punto in cui il diedro da inclinato diviene verticale
(possibile sosta intermedia su friend).
90 Mt., III, IV.
9° tiro:
salire in verticale sfruttando la lama di sinistra. Giunti
sotto uno strapiombino non proseguire per la fessura ma
traversare a destra e seguire l'esile lama fino ad una piantina
sulla quale si può sostare. 50 Mt., V, 1 chiodo.
10° tiro:
salire in verticale su zolle d'erba spostandosi leggermente a
destra. Puntare al sovrastante
diedro erboso. Sosta sulla destra in placca, sotto uno
strapiombino (2 chiodi).
40 Mt., IV, IV+.
11° tiro:
rientrare nel diedro a sinistra e continuare sino al suo
termine uscendo a sinistra su prato. Parecchia erba infastidisce
i passaggi. Sosta da attrezzare. 50 Mt., III, IV.
12° tiro:
continuare per placche adagiate e risalti erbosi sino alla sommità del Precipizio. Sosta su pianta. 50 Mt., III.
Discesa
Un tempo la discesa avveniva per la Val Livincina lungo un percorso complesso ed assai ostico. Oggi invece conviene scendere in corda doppia sfruttando i nuovi ancoraggi di sosta (2 fix con anello non collegati tra di loro) della via "Anche per oggi non si vola".
Dal termine della via imboccare la traccia di sentiero verso
sinistra (viso a monte) che porta alle placche sulla sinistra del Precipizio. In corrispondenza di un
tondino in ferro conficcato nella roccia si trova la prima calata. Le calate iniziali tendono a sinistra.
Attenzione perché sugli ultimi tiri di "Anche per oggi..." non
ci sono molti fix da seguire per individuare la sosta
sottostante.
Raggiunta la cengia d'attacco è sicuramente più comodo
continuare la discesa in corda doppia sfruttando le calate della
via "Piedi di Piombo" (oppure percorrere a ritroso tutto il
sentiero di avvicinamento, magari con un paio di brevi corde
doppie nei punti più pericolosi, scelta più veloce ma più
impegnativa).
Imboccare a ritroso il sentiero d'avvicinamento sino a quando sulla sinistra si stacca una piccola traccia (ometto ben visibile). Le soste di calata sono
uguali a quelle di "Anche per oggi non si vola" (2 fix con anello non collegati). Con 5 calate si raggiunge una terrazza con alberi (prestare attenzione
perché al termine della terza calata occorre spostarsi a sinistra su di una piccola cengia). Da qui scendere lungo un sentierino sino a raggiungere un grosso albero con dei cordini e maglia rapida. Con un'ulteriore doppia di 30 Mt. si raggiunge la base della parete dove un comodo sentiero si raccorda ben presto con il sentiero percorso durante l'avvicinamento. |