Corna di Medale - Via Luci della Città

 
Zona montuosa Gruppo delle Grigne Località di partenza Frazione Rancio - Lecco (LC)
Quota partenza 310 Mt. Quota di arrivo 1029 Mt.
Dislivello totale

+365 Mt. circa per l'attacco della ferrata
+170 Mt. lungo la ferrata
+130 Mt. la via (210 lo sviluppo)
+54 Mt. dal termine via alla vetta

Sentieri utilizzati n. 52
Ore di salita

30' per l'attacco della ferrata
40' la ferrata
6
h. la via

Ore di discesa 1 h.
Esposizione Sud, sud-ovest Giudizio sull'ascensione Avventurosa ed esplorativa
Data di uscita 18/11/2009 Difficoltà V+, A2
Sass Balòss presenti
Bertoldo.
Amici presenti
Alessandra, Paolo.
Condizioni climatiche, dei sentieri e della roccia

Ottima giornata con temperature gradevoli. Il sentiero che conduce all'attacco è evidente e la ferrata degli Alpini è in buone condizioni.
La roccia in via varia da ottima a bruttissima. La folta vegetazione presente, dovuta anche alle pochissime ripetizioni, rende talvolta fastidiosa l'arrampicata.

Eventuali pericoli

I soliti dell'arrampicata in ambiente. Alcune soste necessitano di essere intergrate.

Presenza di acqua
No.
Punti di appoggio
Nessuno.
Materiale necessario oltre al tradizionale

La via presenta dei tratti in artificiale per cui occorre portare con se una staffa (meglio due) e un fiffi. Avere martello e chiodi è quasi d'obbligo per poter integrare alcune soste o sostituire dei chiodi. Fondamentali anche friend e nut. Alla data della nostra ripetizione tutti i chiodi a pressione presenti erano ancora al loro posto.

Caratteristiche dell'arrampicata

Descrizione generale
Si tratta senza dubbio di una delle vie meno ripetute dell'intera Corna di Medale. I motivi sono dovuti alla scarsa qualità della roccia, al fatto che la vegetazione infastidisce in parecchi punti l'arrampica e ai tratti di arrampicata in artificiale.
La nostra curiosità per questa via è nata parecchio tempo fa... ma è esplosa solo dopo aver conosciuto i due apritori.
Don Agostino Butturini e Pietro Corti (allora vent'enne) hanno aperto questa linea il 1 febbraio del 1981 impiegando 10 ore. La via sale sino alla grande grotta che caratterizza il settore sinistro del Medale e dopo averla attraversata risale sino alla cresta del Medale dove ci si raccorda con la ferrata.
Le soste (originali) in via sono abbastanza brutte... tuttavia in alcuni casi si riescono a sfruttare i resinati delle vie adiacenti (Pancera Rosa e Il Camino dello Xian).
Attacco, descrizione della via
Da Lecco seguire le indicazioni per l'ospedale Manzoni e successivamente per la Val Sassina. Non utilizzate la nuova superstrada perché dovreste fare dietro-front per circa 8 Km. Dopo aver oltrepassato il quartiere Malavedo e il ponte poco oltre il Bar Sole, in corrispondenza di uno stretto tornante a destra si segue a sinistra la Via Quarto. Parcheggiare al termine della strada in corrispondenza di un piccolo spiazzo sopra il cimitero (poche possibilità di parcheggio).
Da qui si segue il sentiero n. 52 che conduce al rifugio Piazza. Dopo aver superato delle abitazioni il sentiero sbuca su di una strada asfaltata. A sinistra e poi a destra sino a quando la strada diventa sterrata. Qui si sale la scala cementata che poi diviene un ripido sentiero sino ad una strada sterrata che corre lungo le reti paramassi. Si segue quest'ultima verso destra per un breve tratto sino a quando si incontra sulla sinistra un sentiero che sale deciso nel bosco. Dopo pochi minuti si sbuca sotto la parete dell'Antimedale. A questo punto si attraversa il ghiaione e si imbocca il sentiero che costeggia la parete del Medale. Poco dopo sulla sinistra si trova l'attacco della Ferrata degli Alpini al Medale. Seguire la ferrata sino al termine delle difficoltà; si percorrono alcuni metri in piano prima che la ferrata riprenda a salire meno ripida (qui abbandonare la ferrata). A questo punto più in alto sulla destra si può notare una grossa grotta. Traversare per tracce a destra sino a quando il sentiero si abbassa, qui prendere una piccola traccia che sale in direzione di una placca che spunta da un intrico di sterpaglie dove un fittone resinato indica l'attacco della via Pancera Rosa (conosciuta anche con il nome di Altri tempi). E' possibile raggiungere l'attacco percorrendo, anziché la ferrata, le vie Miryam o Sogni proibiti.

1° tiro:
non salire direttamente la placca fittonata ma spostarsi a sinistra su di una rampa che conduce ad un diedro fessurato che si segue sino a quando è possibile obliquare a sinistra su parete più articolata e ricca di vegetazione in direzione della sosta della via Pancera Rosa (2 fittoni). 25 Mt., V, V+, 2 chiodi.

2° tiro.
traversare a destra e mediante una fessura si raggiunge una stupenda placca a gocce. La via originale sale nel diedro a sinistra, raggiunge un terrazzino e traversa a destra fino ad arrivare alla base di uno strapiombo da superare in artificiale
(sassi mobili, qualche vecchio chiodo visibile nel diedro). Noi abbiamo salito la placca e successivamente traversato a destra ricongiungendoci al tratto in artificiale precedentemente descritto. Sosta sull'albero all'estrema sinistra della grotta. 35 Mt., V, V+, A1, 4 chiodi.

3° tiro:
traversare nella grotta lottando con le piante sino a raggiungerne il termine. Qui scendere arrampicando per pochi metri e continuare a traversare verso destra su una cengetta. Risalire un pilastrino addossato alla parete sopra il quale si trova la sosta (1 chiodo+1 chiodo a pressione). 20 Mt., I, III, IV+.

4° tiro:
salire la placca a sinistra sfruttando i chiodi a pressione. Continuare poi lungo una fessurina intasata dall'erba sino a quando a sinistra appaiono delle rocce rotte e un grosso chiodo sporgente. Qui traversare a sinistra con non poca difficoltà (passo chiave della via?). Rimontare le rocce, ora decisamente più facili ma più pericolose, sino alla sosta (2 chiodi - uno quei quali ballerino e 1 nut con cordino metallico non sicuro). 35 Mt., A2, V+, A2, V+, IV+, 2 chiodi a pressione, 3 chiodi.

5° tiro:
alzarsi leggermente e traversare a destra sino ad un diedro sbarrato da un arbusto. Salire sino a quando è possibile, uscire a sinistra per rocce rotte più semplici, indi proseguire obliquando leggermente a destra per un diedro con una grossa lama appoggiata instabile sino a raggiungere un terrazzino dove si trova (2 fittoni della via Pancera rosa). 30 Mt., V, V-, A0, IV+, 3 chiodi.

6° tiro:
salire il camino a destra della sosta (2 chiodi alla base della vecchia sosta). Superare una strozzatura uscendo a sinistra. Ora il camino diviene più aperto sino ad essere completamente invaso dalla vegetazione. Qui traversare a destra sino alla sosta attrezzata del Camino dello Xian. 25 Mt., IV+, V, A1, V-, 3 chiodi + 2 chiodi della vecchia sosta.

7° tiro:
ovviamente la via originale prosegue per il camino invaso dalla vegetazione. Volendo evitare l'ardua placca fittonata che si trova sopra la sosta salire obliquando a destra, aggirare uno sperone e continuare lungo una paretina sino ad uscire sulla cresta del Medale tramite gli ultimi metri della via Brianzi. 30 Mt., IV+, IV.

Si raggiunge la vicina via ferrata che in breve (10' circa) conduce in vetta.
Discesa
E' possibile, dall'uscita della via, percorrere in discesa tutta la ferrata; però lo sconsigliamo.
E' più comodo usare uno dei sentieri:
1- lungo il versante sud (consigliato). Pochi metri sotto la croce si imbocca il sentiero verso destra (palina con indicazioni S. Martino). Al primo bivio tenere la sinistra e poi seguire sempre il sentiero. In corrispondenza di uno stretto canale si scende a sinistra (traccia evidente, freccia sbiadita su pianta) fino a raccordarsi con la discesa delle vie dell'Antimedale e successivamente con il sentiero seguito durante l'avvicinamento. Tramite quest'ultimo si ritorna alla macchina. Ps: se non si dovesse trovare la discesa nel canale il sentiero, con un giro più lungo, riporta comunque verso le placchette di S. Martino e poi a Rancio;
2- lungo il versante nord (in parte attrezzato). Pochi metri sotto la croce si imbocca il sentiero verso destra (palina con indicazioni S. Martino). Poco dopo si incontrano due biforcazioni, ad entrambe tenere la destra. Il sentiero è ripido e perde quota molto velocemente portando alla base del Medale. Da qui si può tornare alla frazione Rancio mediante il sentiero che costeggia tutta la base della parete passando dall'attacco della ferrata; oppure scendere alla Baita del Pastur e seguire la strada carrozzabile in discesa che riporta nei pressi del parcheggio.

Note
Via vivamente consigliata agli amanti dei percorsi fuori moda e da ricercare; sconsigliata invece a chi ama le vie plasir su roccia compatta e attrezzatura a prova di bomba.
Commenti vari
Dal giornalino "Primo +" del Gruppo Condor di Lecco:
Sono fuori! Il grido di sollievo del Don mi riscuote. Già inquieto per il buio che si avvicina, salto in piedi sul pilastrino della sosta, districo affannosamente le corde e, appena sono ‘in tiro', salgo a razzo lasciando i chiodi. Grande, sincera stretta di mano e complimenti reciproci, poi, ficcato tutto alla rinfusa negli zaini, saliamo stancamente verso la croce di vetta per imboccare il sentiero… Sotto di noi a Lecco si accendono le luci, il cielo è cupo ed una sottile striscia rossa taglia l'orizzonte ad occidente. Siamo fuori! Era ora… dopo otto ore spese a litigare con l'erba, i massi, i chiodi da piantare e da levare, siamo sulla cresta del Medale; una stupenda avventura iniziata la domenica precedente. Zaini da spedizione, bel tempo, amicizia; gli ingredienti per una via nuova ci sono tutti, ma… la parete? Beh, c'è anche quella, con una bella possibilità ancora da esplorare… Noi ci proviamo! La Ferrata del Medale è veramente interessante ma non abbiamo tempo per godercela, dobbiamo sbrigarci per non arrivare troppo tardi all'attacco sotto il grottone del pilastro della via Brianzi. Subito troviamo un vecchio chiodo; cominciamo bene! Il resto ci toglie ogni dubbio: sassi che cadono solo a guardarli, erba rigogliosa… Di qui non è mai passato nessuno… Dopo un po' di pulizia l'arrampicata è divertente e il Don si ferma dopo 25 metri ad una grossa pianta, quindi con un altro tiro laborioso ed altrettanto bello arriviamo nella grotta. L'impressionante scoperta: tutto ci fa ritenere ad essere i primi a mettere piede qua dentro. E' pomeriggio inoltrato, comunque il Don va a dare un'occhiata al di fuori: traversa a destra fino ad un grosso pilastro staccato, posto a circa 10 metri dalla seconda sosta della Brianzi. Altra sorpresa: troviamo un chiodo con fettuccia (di calata?). Mistero! La via però è sbarrata da una placca compattissima con buchetti superficiali leggermente strapiombante. Il Don la studia per almeno mezz'ora, poi – Impossibile! Un attimo di nervosismo, mio: Tanta fatica per arrivare fin qua, e ora… Stupidamente metto il broncio, ma il Don, forse ancora più contrariato, sorride e ci scherza sopra… e mi insegna tante cose… Corda doppia da un albero contorto cresciuto in fondo alla caverna, atterrando in un grosso rovo. Recuperiamo le corde 30 centimetri alla volta per l'attrito disperato sulla fettuccia (dove abbiamo dimenticato di lasciare un moschettone per facilitare lo scorrimento)… Dai, Pietro, domenica torniamo! Infatti la domenica successiva alla 11 siamo di nuovo nella caverna. Il Don ritorna sul pilastro e comincia a bucare… Eh si: per quei 6 metri inchiodabili non ci sembrava il caso di rinunciare ad una via così bella; così scendiamo ad un compromesso con la nostra mentalità classica che non ama i chiodi a pressione. Il chiodo è entrato nel forellino creato nella roccia, così raggiungo il Don sul filo del pilastro, in posizione espostissima. Staffa, altro buco, un altro ancora, il Don suda e picchia. Raggiunge la lama che speravamo di chiodare, ma questa si allarga al primo colpo di martello; la butterò giù quasi con le mani. Segue una fessura verticale da diserbare e da salire con chiodi troppo fini; poi un traverso a sinistra e l'uscita su blocchi instabili. Il Don è in sosta. Un ‘bravo' meritatissimo. Proseguiamo con un altro tiro molto impegnativo, in libera, con qualche sasso mobile. Il sole si arrossa e si avvia al tramonto; comincio a sentire il buio e mi vengono le crisi di solitudine, mentre il Don se la vede con l'ultimo tiro, non più facile degli altri, con uscita in un canalino marcio. Poi, finalmente, mentre sotto di noi la città si illumina… Sono fuori!
Pietro Corti
   

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Paolo, all'inizio del secondo tiro, fa un po' di pulizia

La bella placca del secondo tiro che conduce nella grotta

   

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Paolo esprime la sua felicità

Ale in sosta al termine del secondo tiro

   

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Tratto in artificiale sui chiodi a pressione all'inizio del terzo tiro

Fessura artificiale del terzo tiro

   

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Ale mentre lotta con il tiro chiave

Paolo e la relazione

   

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Matteo s'appresta a raggiungere Ale e Paolo

Le Luci a Lecco s'accendono e la luna bacia il Resegone

   

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La parete sud della Corna di Medale con i tracciati delle vie:
Miryam, Luci della città, Brianzi, Spigolo Bonatti, Gogna,
Cassin, Susanna sotto le gocce, Anniversario, Saronno '87 e Taveggia
Fotografia sx di Michele Cisana, tracciati e fotografia dx Sassbaloss

   
Piccola presentazione della salita...