Descrizione generale
Itinerario aperto da T. Pederiva e V. Montagna il 30 giugno 1957. Nonostante si chiami "Diedro" secondo noi, quello che caratterizza questa salita, è più simile a un camino. L'arrampicata è prevalentemente in spaccata con alcuni passaggi su ripidi muretti. La via non è di certo tra le più belle della zona, ma comunque meritevole, specialmente avendo poco tempo a disposizione o volendo rientrare presto al rifugio in caso siano previsti peggioramenti meteo. In alternativa se ne potrebbe pensare il concatenamento con lo Spigolo Gross sulla Roda del Diavolo.
Attacco, descrizione della via
Per raggiungere il rifugio Roda di Vael ci sono due possibilità. La prima è quella di parcheggiare al Passo Costalunga (1753 Mt.) e imboccare il sentiero n. 548 poco prima di arrivare
al passo salendo dalla Val di Fassa (1 h. 15'). La seconda
possibilità, sicuramente più comoda e veloce, è quella di
parcheggiare a Carezza (1 Km. dal Passo di Costalunga in direzione di Bolzano, 1620 Mt.) e salire mediante una comoda seggiovia al
rifugio Paolina (2127 Mt.) dal quale, seguendo i sentieri n. 539
e 549, è possibile raggiungere il
rifugio Roda di Vael (2283 Mt.) in soli 25 minuti.
Dal rifugio Roda di Vael seguire le indicazioni per la ferrata
del Masarè fino ad un bivio. Tenere ora la sinistra (l'indicazione
ferrata manda a destra, da dove si scenderà) e, poco dopo,
prendere una traccia sulla destra che conduce alla base della parete. L'attacco è situato in cima ad
un conoide alla destra di una grande grotta giallastra.
1° tiro:
salire la facile rampa fino al terrazzo di sosta (3
chiodi+fettucce). 25 Mt., III+, II.
2° tiro:
seguire il diedro giallo per pochi metri e poi traversare
decisamente verso sinistra fino un altro
breve diedro. Salirlo, ed al suo temine, spostarsi a sinistra
raggiungendo la sosta (2 chiodi+cordone). 20 Mt., IV-, IV+, IV, 2
chiodi.
3° tiro:
proseguire dritti per spostarsi a destra in uno stretto camino. Si
supera un primo tratto fino ad un ripiano dal quale conviene poi
restarne all'esterno raggiungendo la sosta (1 chiodo+1
clessidra+cordone+maglia rapida) appena sopra. C'è un chiodo anche
nel fondo del camino dal quale si può salire alla sosta
passando per un buco. 30 Mt., IV-, IV, 2 chiodi.
4° tiro:
tenersi sulla parete di sinistra per ritornare
nel camino poco sopra (oppure salire direttamente nel fondo del camino). Giunti sotto una pancetta strapiombante salire la paretina appena alla sua destra; ritornare nel camino e seguirlo fino alla sosta (2 chiodi) situata sulla parete sinistra del camino, pochi metri sotto un masso incastrato. 25 Mt., IV,
IV+, IV, 2 chiodi.
5° tiro:
raggiungere e superare il masso incastrato. Poi per rocce più semplici, e un po' erbose,
si raggiunge la sosta (1 chiodo+1 clessidra).
20 Mt., IV, 1 chiodo, 1 clessidra con cordone.
6° tiro:
traversare a sinistra su esile cornice fino ad uno spigolino arrotondato oltre il quale si sale fino ad una larga cengia (possibile sosta su 2 chiodi). Seguire la cengia verso destra fino al suo termine e sostare (2 chiodi). 30 Mt., III+, IV, I, 1 chiodo, 1 sosta intermedia (2 chiodi).
7° tiro:
superare due muretti consecutivi, il secondo dei quali con un passo impegnativo. Poi, per balze erbose, si sale fino a raggiungere la cresta del Masarè dove passa la via ferrata. Sostare (cavi della ferrata). 20 Mt., IV-, V-, II, 1 chiodo, 1 clessidra con cordone.
Discesa
Seguire la ferrata verso destra (viso a monte), inizialmente in salita e poi quasi tutta in discesa, fino a raggiungere il sentiero che riporta al rifugio Roda di
Vael e successivamente al parcheggio mediante il percorso seguito durante l'avvicinamento. |