Descrizione generale
La Cima Grande di Lavaredo è la più alta delle tre cime nonché la più imponente. Sulla sua vetta fu portato durante la prima guerra mondiale dagli alpini italiani un grandissimo faro che fu acceso la notte del 14 agosto 1915 all'inizio dell'attacco contro il rifugio Tre Cime. L'8 luglio del 1935 le guide di Sesto portarono in vetta una grande croce di ferro con le parole: "In onore a Dio, in ricordo dei morti, per riflessione al viandante". Oggi queste scritte non sono più presenti perché asportate da alcuni vandali.
La via, aperta dal grande arrampicatore Hans Dülfer con Walter F. Von Bernuth il 18 agosto del 1913, sale l'impressionante parete ovest sfruttando un regolare diedro che, nella parte alta, diviene camino.
L'arrampicata è atletica e sostenuta. Le soste sono tutte attrezzate (tranne una) mentre sui tiri la chiodatura non è abbondante per cui è necessario integrare con protezioni veloci.
Attacco,
descrizione della via
Da Misurina imboccare la strada che conduce alle Tre Cime
di Lavaredo. Dopo qualche chilometro sulla strada vi è
una barriera con casellante. Qui si può optare se proseguire
in macchina e pagare il pedaggio (22 €) oppure parcheggiare
e continuare a piedi (6,5 Km.).
La strada conduce al rifugio Auronzo (2320 Mt.) dove si parcheggia. Incamminarsi sulla strada carrozzabile che porta al rifugio Lavaredo e, poco dopo la prima curva verso destra, abbandonarla iniziando a salire sul ghiaione in direzione della forcella che separa la Cima Grande dalla Cima Ovest. Raggiunta la forcella piegare a destra passando accanto ad una grande grotta di guerra dai lati squadrati e continuare puntando alla base della maestosa ed evidentissima parete gialla (passi di II).
L'attacco della via è posto leggermente a sinistra rispetto alla verticale del diedro che incide la parete sul suo lato destro ed è segnalato con un cordone su di un grosso spuntone/clessidra.
1° tiro:
salire la spaccatura sopra la sosta indi obliquare verso destra sino a raggiungere una paretina di roccia giallastra. E' possibile salirla direttamente per poi traversare a destra circa 3 Mt. fino alla sosta oppure spostarsi a destra sotto la paretina per risalire il diedrino uscendo direttamente alla sosta (4 chiodi con cordoni e maglia rapida).
35 Mt., IV-, V, V+, 6 chiodi (2 dei quali vicini), 1 cordone su spuntone.
2° tiro:
salire atleticamente il diedro sino a raggiungere la scomoda sosta (2 chiodi+sasso incastrato collegati da cordoni+maglia rapida) posta nel centro del diedro. 20 Mt., V+ sostenuto, 5 chiodi.
3° tiro:
continuare ancora in verticale con difficoltà leggermente inferiori. Ignorare una prima sosta posta in corrispondenza di una nicchia e continuare sino a raggiungere un terrazzino sotto la verticale di un grande masso che chiude il diedro. Qui sostare (2 chiodi+masso incastrato collegati da cordini+moschettone).
40 Mt., V, 4 chiodi, 1 sosta intermedia (2 chiodi con cordino).
4° tiro:
seguire ancora la linea del diedro e circa tre metri prima del grande masso incastrato travesare verso destra. Poi salire dritti ed infine traversare a sinistra raggiungendo la terrazza sopra al masso dove si sosta (2 chiodi con cordino e maglia rapida).
20 Mt., 1 passo V+, V, 4 chiodi, 1 dado incastrato.
5° tiro:
superare le rocce a destra ed entrare nell'ampio camino. Risalirlo sino ad uscire verso sinistra su rocce via via più semplici. Attrezzare la sosta su un masso incastrato a pochi metri dal diedro/fessura del tiro successivo. 35 Mt., IV, IV+, 4 chiodi.
6° tiro:
salire il diedro/fessura, al suo termine continuare per risalti rocciosi obliquando leggermente a destra sino a raggiungere la sosta (grossa clessidra con cordoni). 40 Mt., IV+, IV, 2 chiodi (uno dei quali con cordino).
7° tiro:
seguire il canalino detritico sino a raggiungere la grande cengia circolare. Data la facilità della lunghezza è possibile procedere slegati. Attrezzare un'eventuale sosta su spuntone. 40 Mt., I, II.
Seguendo la cengia circolare verso destra (viso a monte) ci si congiunge alla via Normale mediante la quale è possibile raggiungere la vetta della Cima Grande (II, III, un passo di IV-, ometti disseminati lungo la salita). Abbandonare la cengia circolare poco prima del terzo posto da bivacco che si incontra, in corrispondenza di una vaga rampa che sale da destra verso sinistra.
Discesa
La discesa si effettua lungo la via Normale e non è sempre facile da individuare.
Dalla vetta tornare alla cengia circolare mediante lo stesso percorso di salita (possibili doppie nei punti più esposti).
Seguire la cengia verso destra (viso a monte) sino al limite destro della parete sud. Qui abbassarsi leggermente in direzione di un grosso ometto che sovrasta un camino. Effettuare la prima calata in corda doppia (25 Mt. - 2 fix con catena) sino a raggiungere un terrazzino. Qui effettuare una seconda calata (60 Mt. - 2 fix con catena, possibile sosta intermedia).
Continuare ora ad abbassarsi seguendo i punti più deboli della parete superando in alcuni tratti roccette di II-III. Qua e là sono presenti delle soste da dove è possibile effettuare delle brevi calate in corda doppia. Raggiunta una cengia, che sembra che attraversi tutta la parete sud, seguirla verso destra (viso a monte) e rimontare le rocce sino a raggiungere una forcella. Oltrepassata la forcella traversare alcuni metri e poi iniziare a scendere su rocce facili (I-II) ma molto esposte zig-zagando lungo la parete sino a raggiungere il canalino che divide la Cima Grande dalla Piramide. Abbassarsi lungo questo canalino fino al canale ghiaioso che separa la Cima Grande dalla Cima Piccola. Scendere ora in direzione della strada carrozzabile che collega il rifugio Auronzo al rifugio Lavaredo e mediante questa rientrare al parcheggio.
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