Cima Ovest di Lavaredo - Via Cassin

 
Zona montuosa Dolomiti di Sesto - Tre cime di Lavaredo Località di partenza Rifugio Auronzo - Misurina (BL)
Quota partenza 2320 Mt. Quota di arrivo 2815 Mt. circa (2973 la vetta)
Dislivello totale

+145 Mt. per l'attacco

+350 Mt. la via (520 lo sviluppo)

Sentieri utilizzati n. 105 (tratto dell'altavia n. 4)
Ore di salita

50' per l'attacco

8 h. la via

Ore di discesa 1 h.
Esposizione Nord Giudizio sull'ascensione Ottima
Data di uscita 22/07/2006 Difficoltà VIII/VI, A0
Sass Balòss presenti
Luca, Bertoldo.
Amici presenti

Alfio, Luigi.

Condizioni climatiche, dei sentieri e della roccia

Al mattino il cielo era stupendo. Alle 14 il primo tuono ha fatto temere il peggio ma fortunatamente il temporale non è mai arrivato. Il sentiero che conduce all'attacco è evidente. La roccia è generalmente buona.

Eventuali pericoli

Soliti da arrampicata in ambiente. La rampa finale è piena zeppa di sassi instabili che possono colpire eventuali arrampicatori nel camino sottostante. Nel resto della salita invece si resta abbastanza riparati per via del carattere strapiombante della parete.

Presenza di acqua
No.
Punti di appoggio
Al termine della strada che parte da Misurina c'è il rifugio Auronzo; nella valle Rinbon dove si affaccia la parete nord c'è il rifugio Locatelli.
Materiale necessario oltre al tradizionale

La via è molto ripetuta e ben attrezzata. Comunque qualche friend non guasta mai. Potrebbe risultare utile anche il martello nel caso di qualche chiodo instabile.

Caratteristiche dell'arrampicata

Descrizione generale
La nord della Cima Ovest di Lavaredo è sta
to per anni uno degli ultimi "problemi" alpinistici da risolvere. Riccardo Cassin e Vittorio Ratti riuscirono nell'impresa nell'agosto del 1935 dopo 50 ore di permanenza in parete.
La via oggigiorno è molto ripetuta. Sui tiri più impegnativi si trovano molti chiodi ed anche cordini per azzerare. Le soste sono tutte attrezzate, alcune con chiodi, altre con 2 spit ad altre ancora con entrambi. La roccia nei primi tiri non da molta sicurezza, ma non appena iniziano le difficoltà diventa ottima, perfettamente ripulita dalle molte ripetizioni. Le lunghezze finali, nonostante presentino difficoltà limitate, hanno roccia solida. Attenzione solo alla rampa finale dalla quale si scaricano parecchi sassi, specialmente con lo scorrimento delle corde.
Attacco, descrizione della via
Da Misurina imboccare la strada che conduce alle Tre Cime di Lavaredo. Dopo qualche chilometro sulla strada vi è una barriera con casellante. Qui si può optare se proseguire in macchina e pagare il pedaggio (20 €) oppure parcheggiare e continuare a piedi (6,5 Km.).
La strada conduce al rifugio Auronzo (2320 Mt.). Parcheggiare in uno degli spiazzi a sinistra del rifugio ed imboccare il sentiero n. 105 che conduce alla forcella Col di Mezzo. Si procede quasi in piano fino ad aggirare il massiccio delle Tre Cime per ritrovarsi di fianco ai loro versanti nord. Si sale per tracce e successivamente per ghiaione puntando alla destra dell'enorme strapiombo giallo alla base della Cima Ovest. Sotto la direttiva dello spigolo (dove corre la via degli Scoiattoli) si nota una fascia di roccia grigia. Si attraversa un canale e ci si porta su un terrazzino abbastanza comodo. Sull'estremità sinistra del terrazzino spit di sosta.

1° tiro:
si sale la rampa a sinistra del terrazzino puntando leggermente a sinistra. Poi spostarsi un paio di metri a destra risalendo un diedro poco marcato fino in sosta (varie possibilità: a sinistra 2 vecchi chiodi; nel centro 2 spit; oppure su un terrazzo a destra 2 chiodi distanti).
35 Mt., II, III+, IV-, 1 chiodo.

2° tiro:
si raggiunge la sosta di destra, poi per placca obliquando a sinistra fino ad una cengetta sovrastata da un pilastrino.
30 Mt., IV, IV+, 2/3 chiodi.

3° tiro:
la via sale a sinistra del pilastrino. Noi siamo saliti a destra per diedro/fessura fino alla sua sommità. Poi si passa sulla parete gialla e si sale alcuni metri fino alla sosta (3 chiodi). 35 Mt., IV+, 2 sassi incastrati.

4° tiro:
inizialmente a sinistra fino a prendere una grossa fessura che porta ad una comoda sosta (spit) su cengia. 35 Mt., V-, circa 4 chiodi.

5° tiro:
si traversa a sinistra su cengia fino al suo termine (2 spit per sosta), quindi superare la parete strapiombante con passo non semplice e non azzerabile (VI-). Su questo tiro si trova una corda fissa. Però non è facile azzerare il passo difficile, poiché si è in strapiombo e la corda contribuisce a buttarti in fuori. 25 Mt., IV, VI+ oppure VI- e A0, 4 chiodi, 1 sosta intermedia (2 spit), corda fissa.

6° tiro:
indiscutibilmente il tiro chiave della via. Si supera lo spigolo in grande esposizione e si prosegue per placca obliquando sempre a sinistra. Molti chiodi ed il proseguimento della corda fissa che c'era nel tiro precedente. Un cordino viola penzola per un paio di metri nel punto in cui Cassin impiegò 4 ore per piantare un chiodo. 20 Mt., VIII oppure V- e A0, circa 10 chiodi, corda fissa.

7° tiro:
traverso vero e proprio verso sinistra per circa 50 Mt. Possibilità di dividere il tiro in due. Si seguono i chiodi ed i numerosi cordini che facilitano un paio di passaggi in discesa. L'esposizione in questo tiro è impressionante. Ci si può appendere a dei cordini e restare penzolanti nel vuoto. Sosta (2 chiodi+1 spit). 50 Mt., V, VII oppure A0, V, almeno 10 chiodi, cordini.

8° tiro:
superare lo strapiombino proprio sopra la sosta (3 chiodi), poi si piega a sinistra alcuni metri e si supera un muretto molto verticale con l'aiuto di una lametta oltre il quale si sosta (2 chiodi). 40 Mt., VI oppure A0, V+, circa 8 chiodi.

9° tiro:
superare la placca con movimenti delicati e poi alcuni metri difficili in strapiombo. Si traversa a sinistra, alzandosi un poco, fino a giungere su una larga cengia dove si sosta (2 spit 1 dei quali nascosto sotto al tettino giallo).
40 Mt., VII oppure V+ e A0, IV+, 10 chiodi.

10° tiro:
superare le rocce strapiombanti sopra la sosta fino al chiodo, poi traversare a sinistra fino alla grossa fessura. Infine proseguire per rocce più semplici fin sotto la verticale di un evidente diedro giallo. Cercare la sosta (3 chiodi). 45 Mt., VI, III, IV+, 5 chiodi.

11° tiro:
salire per rocce abbastanza semplici fino al terrazzino alla base del diedro. Spostarsi a sinistra e attaccare il diedro, con passo iniziale non semplice, fino alla sosta posta su una specie di pulpito. 30 Mt., V, 5/7 chiodi.

12° tiro:
salire obliquando a destra (non continuare nel diedro) fino ad incontrare un camino (2 spit e poi 2 chiodi vicini). Dopo una strozzatura del camino si esce su rocce friabili e per esse si raggiunge un terrazzo dove si sosta (1 vecchio chiodo (grosso) con anello).
30Mt., V, 2 spit, 2 chiodi.

13° tiro:
per rocce semplici fino ad una comoda cengia che si percorre verso destra fino al diedro. Si sale il diedro (chiodo) per poi portarsi sulla parete sinistra del successivo canale dove si sosta. 55 Mt., III, IV, 2 chiodi.

14° tiro:
si percorrono gli ultimi metri del canale e si esce a destra su cengia. Si procede sempre verso destra salendo ad una terrazza piena di massi instabili e si sosta (clessidra sulla parete gialla di sinistra). E' quasi inevitabile smuovere sassi con le corde, ma è necessario fare molta attenzione per le eventuali cordate sottostanti. 55 Mt., IV, II, 2 chiodi.

15° tiro:
si percorre la facile rampa a destra della sosta che porta alla cengia circolare proprio sotto la vetta dove si attrezza la sosta (spuntone).
25 Mt., III, I.
Discesa
Si procede lungo la cengia circolare fino ad incontrare un caminetto di 20 Mt. dal quale si scende arrampicando (III+) oppure con una calata. Poi si seguono gli ometti ed i segni rossi che scendono inizialmente nel canale ma che si abbandona poco dopo. Alcuni metri di III sulla destra del canale (viso a valle) per raggiungere un ometto situato sopra una rampa di 30 Mt. più semplice. Un pezzo su sfasciumi, poi in cresta e ancora giù da un canalino fino ad una terrazza dove è situata una trave in legno. Ci si sposta a sinistra rientrando nel grosso canale abbandonato sopra. Si scende con facile arrampicata (II) fino a pochi metri da un'evidente grotta quadrata della guerra e da qui si scende per l'evidente e facile canale ghiaioso di fronte ad essa. Noi, dalla cengia circolare, abbiamo impiegato 1 ora per raggiungere il rifugio Auronzo, scendendo dalla vetta circa 30-60 minuti in più.

Note

Al termine del terzo tiro Alfio e Matteo si sono calati a causa di un malore.

Nelle relazioni la via è descritta con 20 lunghezze di corda, noi ne abbiamo fatte solo 15 accorpandone alcune corte.
Giunti alle cengia circolare si può salire in vetta mediante la "Normale", II, III, 10 Mt. di III+. Noi però siamo scesi poiché il tempo non prometteva niente di buono.

Riportiamo qualche passo scritto da Riccardo Cassin in occasione dell'apertura della via:
"[...] Abbiamo appetito. "Mangiamo qui?" - "Se rimandassimo al prossimo tiro di corda?"
Sette ore ci abbiamo messo a superare il tratto successivo: sette ore senza tregua, tirando il fiato appesi ai chiodi, lottando a denti stretti con la montagna che si difendeva accanitamente. Quattro ore ho impiegato per fissar eun chiodo su quella muraglia che mi buttava indietro, inesorabilmente. Alla fine ci sono riuscito. Il ferro è sicuro, ma sono giunto al termine delle corde: fra me e Ratti non ci sono punti dove egli possa sostare, e allora sale per circa dieci metri fino al primo chiodo saldo che incontra, fa due staffe con il cordino, si appende alla parete stando nel vuoto e manovra le mie corde affinché io possa procedere. Lo avverto di fare attenzione, mi alzo di circa un metro al di sopra di quel chiodo che mi è costato tanta fatica e cerco di metterne un altro. Capisco però che il nuovo chiodo non dà affidamento e mentre tasto per fissarne uno più sicuro, quello parte e faccio un volo di circa un metro. Per fortuna il chiodo sotto tiene. Risalgo, riprovo, torno a volare, e ogni volta è uno sforzo estremo. Devo fare pause per rilassare i muscoli quel tanto che la posizione lo consente, e per scaricare la tensione nervosa. Tre volte volo, ma sono più testardo di questo cocciuto lastrone che mi sovrasta. E finalmente il chiodo entra [...]"

(dal libro "Capocordata" di Riccardo Cassin - CDA Vivalda Editori)

Commenti vari

La strada che conduce al rifugio Auronzo è a pagamento; la tariffa di pedaggio è degna di una denuncia per usura e ammonta a 20 Euro (aumentato ad € 22 nel 2011).

Pubblicazioni

Questa relazione è stata inserita nella guida ARRAMPICARE Dolomiti nord-orientali vol.1 edita da ViviDolomiti.
Clicca sull'immagine qui sotto per accedere alla pagina web ViviDolomiti edizioni - libri di montagna e acquistarne direttamente una copia.

   

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La parete nord della Cima Ovest

Luigi sul terzo tiro

   

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L'esposizione della quinta sosta

Cordate sullo Spigolo degli Scoiattoli

   

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Luigi alla partenza del tiro chiave, il sesto

Luigi quasi al termine del traverso

   

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La cordata dietro di noi spunta dal traverso

Luca e Luigi al termine della via, sulla cengia circolare

   

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Luca durante la discesa

La parete nord della Cima Ovest con il tracciato della via Casin

   

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