Descrizione
generale
La Pala dele Lastiele è uno spallone che chiude a nord la lunga fascia di placche che porta il nome di Parete Zebrata.
Questo itinerario venne salito nel 1984 da Giuliano Stenghel, Giovanni Groaz e Alessandro Baldessarini e richiese
diversi tentativi tanto che, gli stessi apritori, diedero alla via il nome di Pilastro Maledetto. In seguito però decisero di dedicare la salita alla Dea Fortuna.
L'itinerario si snoda all'incirca nel centro del pilastro delimitato,
sulla sinistra, dalla via Baci di carta e,
sulla destra, dalla via L'Isola di Nagual.
Durante la progressione s'incontra qualche chiodo ma occorre integrare posizionando protezioni veloci. Tutte le soste sono attrezzate su chiodi o alberi.
La via si raccorda alla vicina L'Isola di Nagual, poco prima del termine della sesta lunghezza, e ne condivide l'uscita.
Attacco, descrizione della via
Da Arco di Trento risalire la Valle del Sarca. Oltrepassare il settore sportivo delle Placche Zebrate; poco prima di arrivare a Pietramurata sulla destra si trova una
pescicoltura dove, in corrispondenza del cancello d'ingresso, si trova uno slargo dov'è possibile parcheggiare.
Attraversare la statale ed imboccare una strada forestale
(sbarra dopo pochi metri) che si segue sino ad un grosso bivio (tenere la destra). Dopo qualche centinaio di metri sulla sinistra si stacca una
traccia che via via diventa un sentierino. Lo si segue (pochi ometti) fin sotto all'evidente diedro che si forma tra le placche di sinistra e la Pala dele Lastiele a destra. Costeggiare la parete verso destra in leggera discesa. Si oltrepassano
gli attacchi di Emodialisi e Baci di carta (scritta rossa) e si continua fino un
diedro che sale obliquo verso destra (scritta bianca "Nagual"). Poco prima, sulla sinistra, sono presenti delle rocce rotte (gradoni) che formano un vago spigolo. Qui si trova l'attacco.
1° tiro:
rimontare le facili rocce e portarsi sotto un diedro aperto. Salirlo e, raggiunta una nicchia (chiodo), uscire a destra.
Alzarsi raggiungendo il secondo diedro. Al suo termine spostarsi a destra raggiungendo la sosta (1 fix+2 chiodi+cordino+maglia rapida).
35 Mt., V, V+, VI, 3 chiodi.
2° tiro:
salire lungo la fessura erbosa a destra della sosta. Attenzione a
non continuare nel soprastente diedro ma piegare, dopo circa 10 metri, a sinistra raggiungendo la sosta (4 chiodi+cordone+maglia rapida). Lunghezza
decisamente disturbata dalla vegetazione.
20 Mt., V+, V, 2 chiodi, 1 pianta con cordone.
3° tiro:
raggiungere lo strapiombino soprastante e superarlo direttamente.
Proseguire seguendo la fessura. Abbandonarla quando sulla sinistra s'incontra una seconda fessura, che conduce al boschetto dove si sosta (pianta+cordone). 30 Mt.,
V+, VI, III, 1 chiodo.
4° tiro:
superare i blocchi obliquando leggermente a sinistra fino un
alberello secco. Salire la fessura e il successivo bel diedro giallo (roccia solida e arrampicata di soddisfazione) uscendone a sinistra. Continuare per rocce
rotte sino una terrazza erbosa dove si sosta (pianta+cordone+maglia rapida).
30 Mt., III, VI-, V+, V, 2 chiodi, 1 dado incastrato.
5° tiro:
prendere il diedro obliquo verso sinistra. Al termine traversare a sinistra appoggiando i piedi su
una pianta e continuare lungo il diedro. Uscirne a sinistra e proseguire su blocchi da verificare sino alla sosta (2 chiodi+cordini).
Attenzione a non andare troppo a sinistra. La sosta è sulla
verticale del secondo diedro un po' più in alto e appena a sinistra
di terrazzino con pianta già ben visibile dalla S4.
45 Mt., V+.
6° tiro:
lunghezza chiave della via (su roccia ottima). Salire in verticale
alcuni metri e poi spostarsi a destra alzandosi ancora un paio di
metri. Iniziare quindi un lungo traverso a destra. Al suo termine
aggirare lo spigolo grigio raccordandosi alla via L'Isola di Nagual.
Salendo il diedro si raggiunge in breve la sosta (3
chiodi+cordino+maglia rapida). Dopo i primi metri molto impegnativi
le difficoltà calano ma la chiodatura diviene assente fino al
termine del traverso.
40 Mt., V+, VII oppure VI e A0, VI, V+, VI+ oppure A0, VI-, V, 8 chiodi, 1 sosta intermedia (2 chiodi+cordino).
7° tiro "Via L'Isola di
Nagual":
sempre lungo il diedro sino al tetto che lo chiude. Qui si traversa a destra sino al comodo terrazzo di sosta (cordone su pianta).
20 Mt., IV, V+, 2 chiodi, 1 clessidra con cordone.
9°-10° tiro:
proseguire con due lunghezze di corda, senza percorso obbligato, dapprima aggirando uno spigolino e poi rimontando i vari gradoni e le rocce rotte tendendo verso destra e uscendo così nel bosco sommitale. 100 Mt. circa, II, III, IV.
Discesa
Salire inizialmente lungo il bosco (traccia a volte difficile da identificare).
Poi dirigersi verso destra in direzione della sommità della parete del Pian della Paia (parete facilmente visibile a nord) sino ad incontrare la strada forestale. Scendere seguendo la strada facendo attenzione a dei bolli CAI
che con delle scorciatoie tagliano i vari tornati. Raggiunto il crossodromo e l'adiacente albergo Ciclamino si ritorna alla
pescicoltura mediante la strada provinciale (confidate pure nell'autostop).
Evitando le ultime due lunghezze di corda è possibile rientrare mediante delle calate in corda doppia lungo la via
Isola di Nagual. Si tratta di una soluzione certamente più veloce ma
decisamente più fastidiosa in caso siano presenti altre cordate sull'itinerario.
1a. calata: 55 Mt. dalla S7 alla S5 di Isola di Nagual;
2a. calata: 40 Mt., fino alla terrazza con pianta (la S3 di
Isola di Nagual);
3a. calata: 60 Mt., fino a terra.
Da qui al parcheggio percorrendo a ritroso il sentiero d'avvicinamento. |