Descrizione
generale
La Punta di Larsei è di fatto una marcata spalla situata all'estremità della cresta sud-est del Piz Boè. Il nome Larsei sta per "lariceto" ed è una località situata alle pendici meridionali del monte (dalla guida "Gruppo di Sella" di Fabio Favaretto e Andrea Zannini).
Aldo Leviti e Ivo Nemela salirono questo stupendo itinerario il 18 e 19 luglio del 1973. Per anni dimenticato è stato riscoperto da Roberto Iacopelli che, dopo averlo ripetuto nel giugno del 1997, ha deciso di inserirlo nella sua guida "Dolomiti e dintorni" evidenziandone anche il carattere esplorativo. Aldo Leviti in seguito al pensionamento ha iniziato a riattrezzare i suoi vecchi itinerari; in questo caso posizionando esclusivamente spit alle soste. Qualcuno, certamente ignaro di chi fosse l'autore di tale intervento, si è divertito a smartellarli brutalmente.
La via si districa tra fessure, diedri, camini e placche regalando un'arrampicata decisamente varia e di soddisfazione.
Attacco, descrizione della via
Dal Passo Pordoi (TN) imboccare la strada che conduce all'ossario militare tedesco. Poco prima dell'ufficio informazioni è possibile parcheggiare (presente una palina che indica il parcheggio per la ferrata).
Seguire il sentiero che sale in direzione della ferrata "Cesare Piazzetta" e della parete (già ben visibile). Poco prima di raggiungerle ci si collega al sentiero n. 626 che costeggia le pareti del Pordoi. Seguirlo brevemente verso sinistra (viso a monte) fermandosi poco prima di due grossi massi situati al di sotto di una volta strapiombante. L'attacco è situato sulla verticale di una fessura/diedro (visibile il primo spit smartellato ed il chiodo appena sopra). Circa 10/15 Mt. più a destra c'è un camino mentre più a sinistra un'altra via (Il piccolo principe) con partenza difficile (6c+).
1° tiro:
salire con passo strapiombante sino ad entrare nel diedro. Proseguire per pochi metri indi obliquare verso destra sfruttando delle lame sino a raggiungere la sosta (2 spit smartellati). 30 Mt., VI, V, 1 spit smartellato, 2 chiodi.
2° tiro:
salire il diedrino a destra della sosta; quando questo s'inclina verso destra abbandonarlo spostandosi a sinistra per salire il sovrastante caminetto strapiombante. Continuare per facili rocce sino alla cengia. Sostare sulla sinistra (1 chiodo, 1 spit smartellato).
35 Mt., V, IV, VI, IV, I, 1 vecchio cuneo.
3° tiro:
superare la placchetta sopra la sosta tendendo leggermente a destra fino alla seconda cengia. Ignorare la sosta a spit e traversare sulla cengia verso sinistra per circa 20 Mt. (ignorando un'altra sosta a spit) fino ad un buon punto di fermata (2 chiodi con cordone).
25 Mt., IV, 2 soste intermedie (ciascuna formata da 2 spit+cordone+anello di calata).
4° tiro:
tornare un paio di metri a destra della sosta e risalire la placca inizialmente in verticale poi spostandosi un po' verso sinistra. Rispostarsi subito dopo a destra superando un lieve strapiombino oltre il quale si obliqua a destra sino alla sosta (1 spit) posta a sinistra di un pilastrino.
25 Mt., V+, VI, V+, 7 chiodi.
5° tiro:
alzarsi sfruttando il pilastrino a destra della sosta e continuare per placca obliquando leggermente a destra per poi tornare a sinistra e salire dritti fino una grande grotta. Spostarsi all'interno della grotta verso sinistra ed al suo termine sostare su un esposto pulpito (1 chiodo da integrare con un friend 0.4
Camalot). 30 Mt., V-, V+, II, 6 chiodi.
6° tiro:
alzarsi a sinistra della sosta e proseguire obliquando leggermente a destra sino alla base della placca gialla. Sostare (2 chiodi) pochi metri a sinistra dello spigolo destro. 35 Mt., IV.
7° tiro:
continuare in obliquo a destra sino ad una cengetta che permette di aggirare lo spigolo. Traversare verso destra e, alzandosi leggermente, raggiungere la sosta (1 chiodo+1 spit+anello calata+cordone). La sosta in realtà è della via "Il piccolo principe" che sale il muro giallo soprastante. 30 Mt., IV-, II, 1 sosta intermedia (2 chiodi).
8° tiro:
salire in obliquo verso destra. Superare uno strapiombino indi obliquare decisamente a destra in direzione dello spigolo; aggirarlo e sostare subito dopo (1 chiodo+1 clessidra). 30 Mt., IV, 1 sosta intermedia (2 chiodi+cordone).
9° tiro:
spostarsi un paio di metri a destra e salire in verticale puntando ad una grossa clessidra con cordone già visibile dalla sosta. Superare un diedrino strapiombante situato alla sua destra e proseguire dritti sino alla cengia dove, 2 metri a destra dello spigolo, si trova la sosta (clessidra da attrezzare). 35 Mt., IV, V, IV, 1 clessidra con cordone, 1 chiodo.
10° tiro:
proseguire dritti per la facile placchetta soprastante sino al termine delle difficoltà. Camminare verso destra seguendo gli ometti sino ad individuare una buona clessidra dove attrezzare l'ultima sosta. 35 Mt., IV, I.
Discesa
La via più veloce per ridiscendere è quella di raggiungere l'anfiteatro ghiaioso che ci si trova di fronte (Nord - presente piccola stazione meteorologica) e traversare verso destra (guardando la cima del Piz Boè, alcuni ometti) sino a raggiungere lo spallone dove corre la ferrata "Cesare Piazzetta" che in circa 1 ora riporta nei pressi dell'attacco.
Noi siamo voluti andare in vetta del Piz Boè (3152 Mt.). Dal termine della via raggiungere l'anfiteatro ghiaioso (ometti). Qui tenere la sinistra (guardando la cima del Piz Boè) e risalire sino ad incontrare il sentiero n. 638 che conduce sulla cima del Piz Boè dov'è situata la capanna Fassa. Da qui seguire il sentiero alpinistico n. 638 che, dopo essersi allontanato verso Est (dalla parte opposta rispetto a quella di salita), scende nel canale della Gran Valacia. Al termine del canale prendere verso destra (viso a valle) il sentiero n. 626 che, costeggiando diversi torrioni, riporta all'attacco.
Da qui ridiscendere all'ossario mediante il sentiero percorso durante l'avvicinamento. |