Descrizione generale
Itinerario aperto da Franz Kostner e R. Rochling il 23 agosto 1930. Non presenta un'arrampicata divertente poiché in molti
punti la roccia risulta instabile e bisogna prestare particolare
attenzione anche solo per non smuovere sassi pericolosi per chi sta
sotto!!! Alcune soste sono completamente da attrezzare. Nei tratti più delicati la roccia è comunque buona e si trovano dei
chiodi.
L'impressione è che non sia una via molto
frequentata.
Attacco, descrizione della via
Percorrere la statale che dal Passo Gardena scende verso
Colfosco. Prestare attenzione che ad un tornante sulla destra c'è un
ampio parcheggio sterrato posto più in basso rispetto alla strada.
E' il parcheggio utilizzato anche da coloro che percorrono la
famosissima via ferrata "Tridentina".
Portarsi all'attacco della ferrata seguendo il torrente di gente o,
se fortunati come noi, accontentandosi dei segnavia. Per raggiungere
la ferrata salire il ripido ghiaione fino a quando la pendenza
inizia a dare un po' di respiro. Bisogna aggirare a sinistra la
parete che ci si trova di fronte. Appena girato lo spigolo si potrà
vedere in lontananza una cascata. Alla sua destra attacca la ferrata
Tridentina. Attaccare la ferrata e percorrerla per un centinaio di
metri. Dopo una prima rampa si attacca una parete più ripida. A metà
parete la ferrata piega quasi orizzontalmente a sinistra.
Esattamente dove la ferrata traversa si può notare sulla destra un
canale che sale obliquo verso destra. E' l'attacco della via.
1° tiro:
salire la paretina a sinistra del canale (IV-) per poi proseguire
su detriti fino al termine del canale. Superare una secondo salto
roccioso (IV, 1 chiodo) e portarsi a destra alla sosta. 50 Mt.,
IV-, II, IV, 1 chiodo.
2° tiro:
risalire il camino a sinistra della sosta. Non affrontarlo
direttamente poiché ha un attacco strapiombante ma portarsi prima a
sinistra (1 chiodo) e riavvicinarsi stando sopra la parte
strapiombante. Arrampicare solo sulla parete sinistra del camino,
eventualmente aiutarsi in spaccata sulla destra (10 Mt. IV, 1
chiodo). Poi per rocce insicure verso destra fino a sostare su un
terrazzino. 25 Mt., IV, III, 2 chiodi.
3° tiro:
traversare alcuni metri verso destra, risalire poi un canale
terroso ed in fine portarsi di nuovo verso destra fino ad uscire da
un enorme foro dove sostare subito dopo. Sosta su un chiodo da
integrare. 30 Mt., II, 2-3 cordoni.
4° tiro:
dalla sosta si sale direttamente la paretina soprastante fino a
giungere alla sosta su cordone. 20 Mt., IV, III, 1 clessidra.
5° tiro:
salire le invitanti rocce gradonate sulla sinistra della sosta
fino a giungere ad un camino. Lo si segue obliquando a destra (1
chiodo, pass. IV-) guadagnando una zona non molto verticale e
detritica. Quando siamo passati noi il camino era bagnato ed abbiamo
percorso le rocce alla sua destra (III+). Attrezzare una sosta dove
risulta comodo. 60 Mt., III, IV-, II, 1 chiodo.
6° tiro:
in verticale per rocce abbastanza gradinate fino a giungere ad
una fascia di rocce gialle. Si prosegue portandosi a destra fino ad
avvicinarsi alla base di un caminetto posto circa 10 Mt. a destra
del lungo diedro che si forma col settore giallo di sinistra. Sosta
da attrezzare. 60 Mt., III.
7° tiro:
salire direttamente il caminetto (1 chiodo alla base, 1 in alto)
per circa 10 Mt. Uscire per rocce più semplici a sinistra e sostare
alla base del proseguimento del caminetto. 20 Mt., IV, III, 2
chiodi.
8° tiro:
proseguire in verticale per rocce più appigliate e obliquare poi
a sinistra fino a raggiungere la base di un diedro-camino. 40 Mt.,
IV-, III.
9° tiro:
risalire il diedro-camino (1 chiodo in cima) fino ad arrivare al
diedro che si forma con la parete gialla. Proseguire per il diedro
stando sulle placche di destra. Possibilità di roccia un po' umida.
2-3 cordoni per assicurarsi. Si esce su una specie di cengia (1
chiodo) da seguire verso destra aggirando uno spigolo (fatica per
far scorrere la corda) e sbucando pochi metri sotto la vetta. Sosta
da attrezzare.
60 Mt. IV, III, II.
In vetta per facili rocce. 15 Mt. I.
Discesa
Scendere alcuni metri per tracce di sentiero in direzione del
rifugio Pisciadù fino ad imboccare l'ultimo tratto della ferrata
Tridentina. Passare il suggestivo ponte e raggiungere il rifugio. Da qui al parcheggio mediante il sentiero che percorre
la Val Setus. Prima metà attrezzata con corde metalliche, poi
ghiaione e sentiero. Attenzione alla possibile presenza di neve!!!
In alternativa una volta agganciata la ferrata non passare sul
ponte ma percorrerla tutta in discesa e poi per sentiero fino
al parcheggio. |