Monte Guglielmo (Gölem)

 
Zona montuosa Prealpi Bresciane Località di partenza Pezzoro (BS)
Quota partenza 911 Mt. Quota di arrivo 1949 Mt.
Dislivello totale +1038 Mt. Data di uscita Autunno 1999
Ore di salita 2 h. 40' Ore di discesa 1 h. 40'
Sentieri utilizzati n. 325 Giudizio sull'escursione Discreta
Sass Balòss presenti Omar, Gölem Difficoltà E
Condizioni climatiche e dei sentieri
Era un bella giornata autunnale, lieve brezza e ottima visibilità. Il terreno era gelato al mattino. Purtroppo non è stata annotata la data esatta dell’uscita.
Eventuali pericoli
Nessuno, tranne la presenza, nella stagione autunnale e invernale, dei cacciatori locali, che, talvolta, sparano a tutto ciò che si muove…
Presenza di acqua
Fontana alla partenza al paese di Pezzoro, poi è possibile rifornirsi di acqua solo al rifugio.
Punti di appoggio

Rifugio C.A.I. Valtrompia, in località Pontogna (1259 Mt.).
Locale interno al Monumento al Redentore, sulla vetta.
Eventualmente rifugio Almici (1861), poco sotto la cima sul versante opposto, quello sebino.

Materiale necessario oltre al tradizionale
Nessuno.
Caratteristiche dell'escursione

Descrizione generale
Piacevole escursione in bosco di faggi e poi su ampi pascoli molto panoramici.
U
na classicissima dell’escursionismo e dello scialpinismo bresciani.
Descrizione percorso
Si parte dal piccolo abitato di Pezzoro, raggiungibile dalla Valle Trompia svoltando a Lavone in direzione Pezzaze/Pezzoro. Al bivio seguire le indicazioni a sinistra per Pezzoro, arrivando a parcheggiare fino al termine del paese, dove inizia una evidente mulattiera (indicazioni per il rif. C.A.I. Valtrompia – Monte Guglielmo).
Seguire la mulattiera, che inizialmente costeggia un ruscello, poi addentrandosi nel bosco prende a salire con un po’ di tornanti, poi giunti al margine di un prato la strada piega a sinistra tornando nel bosco e raggiungendo in breve il rifugio C.A.I. Valtrompia (1259 Mt., 35') posto nella località detta Pontogna.
Dal rifugio seguire le indicazioni per il Monte Guglielmo, il sentiero sale sui grandi pascoli, transita dalla Malga Pontogna (1384 Mt.), da un piccolo laghetto e sale ripidamente sull’erboso versante nord-orientale della montagna, poi, meno ripidamente, inizia a portarsi sul costone-dorsale da cui ci si affaccia sul sottostante Lago d’Iseo, e soprattutto sul vistosissimo Monumento al Redentore, posto sulla vetta. In pochi passi la si raggiunge (2 h. 40' dal parcheggio).
Dalla spaziosissima vetta lo sguardo spazia in tutte le direzioni, lontano a sud gli Appennini, a nord la Presolana, poi ancora l’Adamello, e il Lago di Garda con il lungo Monte Baldo, abbassando lo sguardo ai piedi della montagna ad ovest, invece, si vede quasi tutto lo specchio del Lago d’Iseo, con Monte Isola al suo centro.
Discesa
A ritroso sui sentieri percorsi in salita.

Note

Il Monte Guglielmo ha subito un storpiatura toponomastica, infatti il nome originale della montagna è Gölem, che nella lingua locale significava “culmine, sommità”. Il nome della montagna è stato in seguito erroneamente tradotto (magari da un qualche cartografo ignorante) in “Guglielmo”.
Il Guglielmo è un massiccio molto grande e imponente, visibile da molto lontano dalle alpi e dalla pianura padana, spesso con il suo cappuccio di neve che resiste fino a primavera, ed è la montagna di casa dei triumplini e in generale di tutti gli escursionisti bresciani.
Il Monte Guglielmo in realtà ha due vette ben distinte, unite da una dorsale: Il Dosso Pedalta (1957 Mt., la vetta più alta), e Castel Bertino (1949 Mt.).
Sulla vetta propriamente detta della montagna, Castel Bertino, c’è un enorme, monumentale e discutibile edificio, una cappella con tetto a punta, che è detto il Monumento al Redentore, qui edificato ai primi del secolo scorso. Può fungere, se aperto, da ricovero di emergenza.
Dalla vetta dove è posto il Monumento è possibile in pochi minuti recarsi sulla vetta più alta del Monte Guglielmo, il Dosso Pedalta, seguendo la facile cresta.

Commenti vari
E’ considerata la prima uscita assoluta dei Sass Balòss, nella loro formazione primitiva.
   
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Il Gölem visto dalle Torbiere di Iseo
(foto James Di Marco)

 

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