Descrizione generale
Il Gran Sasso con i suoi 50 km. di lunghezza, 15 Km. di larghezza ed i 2912 Mt. della vetta occidentale del Corno Grande, è il più vasto ed alto gruppo montuoso della catena appenninica. Il Vallone delle Cornacchie, poco sopra il rifugio Franchetti, conserva i resti del Calderone, ossia il ghiacciaio più meridionale d'Europa. Tra i vari monti che fanno parte del gruppo quelli di maggiore interesse alpinistico sono il Corno Grande, il Corno Piccolo ed il Pizzo d'Intermesoli.
Il Corno Piccolo si presenta, verso est, con una lunga fascia rocciosa alta mediamente 200 metri e molto articolata con camini, diedri, fessure, strapiombi e placche inclinate o più verticali. Lo Spigolo a destra della crepa è stato aperto da Luigi Mario e Emilio Caruso il 5 luglio del 1959. Arrampicata varia su roccia generalmente buona che cerca di seguire lo spigolo sfruttandone i punti più deboli. Per questo la salita non risulta molto lineare ma è necessario spostarsi spesso a destra e sinistra. Chiodatura sufficiente, specialmente nei punti più impegnativi, ma che necessita sicuramente di essere integrata. Tutte le soste (tranne le ultime due) sono attrezzate.
Attacco, descrizione della via
Raggiungere in macchina il grande piazzale di Prati di Tivo,
situato alcuni chilometri dopo il comune di Pietracamela, e
parcheggiare.
Per salire a "La Madonnina" -un piccolo pianoro posto alle pendici
rocciose del Corno Piccolo dove veglia una statua della Madonna e
dov'è presente anche la stazione a monte della funivia a 2015 Mt.- ci sono
due possibilità. O con la funivia (9 € A/R) oppure a piedi
seguendo la cresta dell'Arapietra. In quest'ultimo caso conviene,
dalla grossa rotonda nel piazzale dei Prati di Tivo, prendere la
strada sulla sinistra che dopo poco diviene sterrata ma ben
percorribile. Seguirla sino al suo termine e parcheggiare. Si
guadagnano così circa un centinaio di metri di quota. Incamminarsi
ora verso destra sino un dosso erboso con un grande crocefisso dal
quale si ha un'ottima vista sul Gran Sasso, in particolar modo sul
Paretone. Da qui è anche ben visibile "L'albergo diruto"
situato sulla cresta dell'Arapietra. Puntare a destra alla base
della cresta che, passando per "L'albergo diruto", porta a "La
Madonnina". Poco oltre il sentiero si biforca: verso destra si imbocca il Sentiero Ventricini mentre
proseguendo diritto in breve si raggiunge il Passo delle Scalette
che immette nel Vallone delle Cornacchie. Si risale il vallone
sino al rifugio Franchetti ottimo punto d'appoggio per la salita.
Dal rifugio, guardando la parete est del Corno Piccolo, è facilmente
identificabile la struttura chiamata Monolito che
rappresenta la vetta vera e propria del Corno Piccolo. Seguire con
lo sguardo la cresta che, dalla cima, scende verso destra sino un intaglio dal
quale un'evidente fessura/diedro arriva direttamente al ghiaione
basale. Questa spaccatura è detta la Crepa ed è percorsa da una
via che porta lo stesso nome. Per raggiungere l'attacco ridiscendere brevemente
tramite il sentiero percorso pocanzi sino al punto in cui piega decisamente a destra allontanandosi dalla parete e sono presenti dei grossi
massi. Abbandonare il sentiero ed attraversare il vallone verso
sinistra tra massi e ghiaioni puntando alla base della "Crepa"
dove si trova l'attacco.
1° tiro:
salire la rampetta di roccia bianca inizialmente verso sinistra e poi a destra. Non continuare a salire in verticale nel diedro ma spostarsi sulla parete di destra sfruttando una fessura nascosta ed al suo termine per muretto uscendo su un piccolo terrazzino dove si trova la sosta (3 chiodi+cordini+moschettone). 35 Mt., IV, V+, 3 chiodi.
2° tiro:
non salire il diero sovrastante la sosta ma uscire a destra oltrepassando lo spigolo e continuare ad obliquare a destra raggiungendo la sosta successiva (3 chiodi+cordini). 10 Mt., IV-.
3° tiro:
seguire la fessura sopra la sosta ed al suo termine obliquare leggermente a destra. Traversare poi a desta circa 3 metri abbassandosi leggermente portandosi così sotto la verticale di un bel diedro. Lo si sale sino al suo termine dove si sosta sulla destra (3 chiodi +cordone). Attenzione agli ultimi metri del diedro che sono franati. Tenersi sul lato destro dove la roccia risulta un po' migliore.
45 Mt., V, VI, V+, 6 chiodi, 1 sosta intermedia (2 chiodi+cordone).
4° tiro:
seguire la rampa/diedro obliqua verso destra fin sotto la fascia di strapiombi gialli. Qui traversare facilmente a sinistra sino allo spigolo dove si sosta (3 chiodi). 35 Mt., IV+, II, 1 sosta intermedia (3 chiodi+cordone).
5° tiro:
diedrino strapiombante verso sinistra poi muretto riportandosi verso destra alla base di due fessure. Seguire quella di sinistra che poi si ricongiunge a quella di destra e diventa diedro sino alla cima di un pilastrino detto l'Obelisco. Continuare ancora sino una cengetta sovrastata da un grosso tetto e sostare (3 chiodi). 55 Mt., VI+ oppure A0, VI, V+, V, 6 chiodi, 1 sosta intermedia (2 chiodi).
6° tiro:
raggiungere la placca gialla a buchi sopra la sosta e salirla puntando al bordo destro del tetto. Aggirare lo spigolo ed abbassarsi (possibile pendolo) sino a quando è possibile traversare a destra raggiungendo la sosta (2 chiodi).
25 Mt., IV, V+, V, IV, 4 chiodi (2 dei quali uniti da cordone con moschettoni per effettuare il pendolo).
7° tiro:
per fessura obliquando a sinistra. Si passa a sinistra di un grosso masso e si sosta (3 chiodi) appena oltre. 10 Mt., IV.
8° tiro:
attenzione a non salire per l'invitante diedro obliquo verso sinistra. Seguirlo solo per i primi 3 metri circa quindi traversare a destra raggiungendo una bella lama orizzontale che permette di traversare facilmente sino ad un canale. Proseguire ora nel canale obliquo verso sinistra con un solo passaggio più impegnativo. La sosta è da attrezzare, noi abbiamo trovato una bella clessidra.
50 Mt., IV, III+, 1 chiodo.
9° tiro:
dritti fino un piccolo strapiombo. Lo si supera e si prosegue nel canale (noi siamo stati sulla parete destra con roccia bella per rientrare nel canale più in alto) sino alla forcella dove termina la via e si sosta (da attrezzare su spuntone). 50 Mt., IV, VI, IV, 1 chiodo.
Discesa
A- Se bisogna tornare alla macchina è possibile e più breve:
1- scendere verso destra lungo la cresta nord-est del Corno Piccolo. Presenti due ancoraggi per superare in corda doppia il secondo e poi il primo salto della cresta stessa;
2- scendere nel canalino dalla parte opposta rispetto all'uscita della via fino a raggiungere la "comba ghiaiosa" ossia una zona pianeggiante dalla quale si imbocca il "camino di mezzo" che porta alla base della prarete. Per prati si scende sino ad incontrare il Sentiero Ventricini che, seguito verso destra, riporta a "La Madonnina".
B- Dovendo invece tornare al rifugio Franchetti dal termine della via si traversa verso sinistra su esile ed esposta cengetta e poi si scende sino alla forcella che separa l'anticima dalla cima del Corno Piccolo. Si risale la parte finale della cresta nord-est (II, passo di III) fino a raggiungere la vetta. Da qui sono già ben visibili i bolli rossi con interno giallo, segnavia della ferrata Danesi. Dopo alcuni tratti attrezzati con fune metallica e piccoli passi d'arrampicata si passa in un buco e poi si scende con l'aiuto di due scale. Infine una comoda traccia porta alla base delle pareti nel Vallone dei Ginepri. Si risale verso sinistra sino alla Sella dei Due Corni (2547 Mt.) dalla quale si ridiscende in breve al rifugio Franchetti. Dalla vetta è anche possibile scendere seguendo la via Normale. La si imbocca più in basso rispetto alla ferrata Danesi e anch'essa porta nel Vallone dei Ginepri dal quale si risale alla Sella dei Due Corni per poi ridiscendere al rifugio. |