Descrizione
generale
Il Pizzo d’Eghen, nonostante sia in bella vista dai pressi del passo
di Cainallo, è situato in uno dei luoghi più selvaggi della Grigna
Settentrionale. La parete vera e propria inizia a circa 200 metri
dalla base e per raggiungerla bisogna superare uno zoccolo
costituito da risalti rocciosi disturbati dalla vegetazione.
L’estremo isolamento e la complessità di avvicinamento e discesa ne
fanno una montagna pochissimo frequentata. Nel corso degli anni su
questa parete sono state tracciate diverse linee di stampo classico,
quasi del tutto abbandonate.
Più recentemente sono nati anche alcuni (pochi) itinerari di stampo
moderno ma dalle difficoltà decisamente elevate.
Siddharta è stata aperta da Pietro Buzzoni, Lorenzo Festorazzi e Francesco Galperti il 16 luglio 2005.
Segue una linea logica ed evidente
lungo la spaccatura-camino al centro della parete ovest. Le prime
due lunghezze nel canale sono in comune con la via “Diretta
Battaglione Morbegno” (Pensa/Beltramini 1936). E' una salita
di stampo decisamente alpinistico, severa e molto impegnativa, su difficoltà sostenute e sempre in grande esposizione.
Presenta un'arrampicata quasi esclusivamente in fessure e camini, a
tratti strapiombanti, decisamente faticosi ed atletici. Aperta col solo
uso di protezione veloci e chiodi si è preservata tale; è quindi
richiesta anche una certa capacità di sapersi proteggere.
Attacco, descrizione della via
Raggiungere la Valsassina, sopra Lecco, e percorrerla oltrepassando Primaluna e raggiungendo Cortenova. Dopo qualche chilometro prendere un bivio sulla sinistra (indicazioni per Esino Lario, Perledo, Varenna). Dopo il ponte proseguire dritto, verso il centro di Prato San Pietro, abbandonando la strada principale. Sempre dritto, superando una chiesetta, fino ad un ampio spiazzo con grossa pianta e capannone abbandonato. Possibile parcheggiare qui o continuare in macchina ancora un pezzo fino alla sbarra.
Seguire la strada in salita, attraversare il torrente e, dopo il tornante, si trova la sbarra con il divieto di accesso. Seguire sempre la strada carrozzabile (possibilità di scorciatoie) fino al suo termine (poco prima si trova l’alpe Zucc). Dallo slargo dove termina la strada imboccare la ripida traccia (indicazioni passo San Rocco) che sale diritta nel bosco. Poco dopo, ad una specie di bivio, si trova una scritta rossa su pianta "eghen - PSR". Seguire le traccia ed i bolli rossi arrivando ad un crinale che si segue in salita verso sinistra per 200-300 Mt. fino una pianta con doppia freccia disegnata in rosso. Su due massi lì accanto si trovano le scritte, un po' sbiadite, “eghen parete” ed "eghen" con frecce verso destra. Da qui inizia il tratto di sentiero impervio e, man mano che si procede, la traccia diventa sempre meno marcata. Seguire la traccia in traverso verso destra (alcuni bolli rossi ed ometti) fino ad un canalino al termine del quale è presente una corda fissa. Appena oltre si trova subito una traccia che continua in traverso ma conviene salire per alcuni metri lungo il costolone che delimita il canale sulla destra (viso a monte) fino a raggiungere le prime roccette. Qui traversare verso destra (pochissimi ometti) fino a raggiungere un altro canale. Superarlo e continuare a traversare arrivando alla base dello zoccolo. Superare il ghiaione e costeggiare brevemente la parete fino all'evidente rampa che sale obliqua verso destra (attacco dello zoccolo). Da qui la parete dello zoccolo scende alcuni metri verso valle formando uno spigolo. Poco più a sinistra della rampa si trovano due vaghe nicchie (ottimo posto per lasciare gli zaini).
ZOCCOLO
Presenta, a tratti, delle corde fisse. E' possibile procedere assicurati facendo circa 5 tiri di corda oppure salire slegati usando le corde fisse (dopo opportuna valutazione). Le lunghezze qui riportate sono indicative
poiché noi siamo saliti senza legarci.
Seguire la rampa in obliquo verso destra arrivando ad un terrazzino con sosta a fix (30 Mt., III). Salire in verticale per roccette intervallate da mughi ed erba fino una pianta sulla sinistra attrezzata con corda fissa (40 Mt., II). Seguire la corda superando un saltino verticale e poi dei gradoni verso sinistra fino ad altra pianta (40 Mt., IV, sosta intermedia a fix). Seguendo sempre la corda fissa salire una breve crestina friabile e poi piegare a sinistra su placchette fino una sosta con 2 fix+cordone+maglia rapida (50 Mt., II, III). L'ultimo pezzo di corda fissa sale direttamente per un muretto verticale prendendo un canalino più sopra. In realtà è più semplice partire dalla base del canalino alla sinistra della corda fissa. Si sosta su fix al termine del canalino, all'inizio della terrazza detritica (60 Mt., IV).
Al nostro passaggio, in quest'ultimo tratto, era presente una corda fissa nuova che percorreva proprio questo canalino. Messa per i lavori di chiodatura di una nuova via a sinistra di Siddharta, è probabile che venga lasciata dal momento che sono stati messi anche dei nuovi fix per fissarla.
Salire i pochi metri della terrazza detritica fino all'imbocco dell'evidente canale, che sale obliquo verso destra, dove si trova l'attacco della via (sosta su 2 fix di cui uno senza piastrina, vedi note fine relazione).
Da qui si vede, sopra al canale, una parete gialla strapiombante e un po' friabile e, più a destra, un'altra parete gialla con striature nere di dimensioni un pò più piccole. Bisogna raggiungere, con la S2, la base di questa parete gialla con striature nere.
1° tiro:
seguire il canale fino alla sosta (1 fix con maglia rapida) posta appena a sinistra della strapiombante parete gialla.
60 Mt., IV, 1 chiodo, 2 fix.
2° tiro:
noi abbiamo proseguito nel fondo del canale (decisamente erboso) fin sotto all'evidente diedro posto sul bordo sinistro della parete gialla con striature nere. Sosta da attrezzare (friends). 35 Mt., IV+.
Probabilmente il tiro corretto sale sulle roccette del bordo destro del canale fino a raggiungere la sosta che dovrebbe essere su 2 chiodi. La nostra variante è meglio per il secondo di cordata sul tiro successivo, in quanto si evita un esposto traverso.
3° tiro:
non bisogna salire il netto diedro soprastante ma la spaccatura-camino sulla sinistra. Salire obliquando a sinistra fino alla sua base. Superare la difficile placchetta andando verso destra e poi ritornare a sinistra sotto la verticale della spaccatura-camino dove si sosta (3 chiodi). 20 Mt., V, III, VI, III, 2 chiodi.
Attenzione roccia abbastanza marcia su tutta la lunghezza salvo i pochissimi metri difficili sulla placchetta.
4° tiro:
su per la spaccatura-camino strapiombante fino alla sosta (3 chiodi).
30 Mt., VI, VII-, 7-8 chiodi, 1 sasso incastrato con cordino e maglia rapida.
5° tiro:
non seguire la fessura ma uscire verso destra arrivando ad un terrazzino. Non seguire il camino di destra ma la fessura di sinistra; appena possibile uscirne a destra ad altra comoda terrazza. Si sale per rocce più semplici verso sinistra fino un terrazzino dove si sosta (2 chiodi). 45 Mt., VI, III, VI, III, 3 chiodi.
6° tiro:
su per il camino con grosso masso sporgente. Si sosta (2 chiodi) sul pulpito appena sopra al masso. 10 Mt., V, VII-, 1 chiodo.
Attenzione roccia marciotta nei primi metri.
7° tiro:
tiro chiave della salita. Le poche relazioni che si trovano riportano come grado obbligato VI+ e A1. In realtà, con la chiodatura attuale, non c'è molto da azzerare... quindi l'A1 è da attrezzare (difficilmente) su chiodi e friends.
Alzarsi 2 metri, uscire a sinistra in placca (chiodo con cordone molto a sinistra) e rientrate subito nel camino. Alzarsi ancora alcuni metri e uscire nuovamente sulle rocce a sinistra. Rientrare poco sopra nel camino e raggiungere la sosta (3 chiodi).
25 Mt., VII, VI+, VII+, IV, 4 chiodi.
8° tiro:
raggiungere il camino che, dopo i primi metri, diventa decisamente stretto (no zaino). Quando si allarga nuovamente (grosso masso incastrato), obliquare a sinistra fino alla cima dove si sosta (mugo+cordoni+maglia rapida). 50 Mt., VI, VI+, VII-, III, 5 chiodi.
Discesa
In corda doppia. Noi abbiamo usato la nuova via in fase di chiodatura poiché avevamo visto le soste ultimate (2 fix+catena+anello calata). Però è molto strapiombante ed è necessario rinviare in alcuni fix per restare vicini alla parete. La linea di calate consigliata, e solitamente utilizzata, segue la via
Soffiando nel vento (soste con 2 fix, di cui uno con maglia
rapida, uniti da vecchi cordini). Con corde da 60 Mt. si possono effettuare le seguenti calate (non verificate personalmente le lunghezze effettive):
1a. calata: 10 Mt. fino al terrazzino poco sotto e leggermente a sinistra (viso a monte). Potrebbe essere più comodo scendere arrampicando ma assicurati;
2a. calata: 50 Mt., verso la fine stare a sinistra dello spigolo della parete (eventuale sosta intermedia);
3a. calata: 50 Mt. (eventuale sosta intermedia);
4a. calata: 50 Mt. (eventuale sosta intermedia);
5a. calata:
50 Mt. (eventuale sosta intermedia);
6a. calata: 50 Mt., fino alla cengia (eventuale sosta intermedia).
Percorrerla verso destra (viso a monte) salendo in direzione di una pianta e poi per gradoni erbosi fino un diedro. Salire il diedro (II) e traversare ancora verso destra raggiungendo la larga terrazza detritica dove termina lo zoccolo. Da qui scendere in corda doppia dallo zoccolo sfruttano le soste viste durante la salita. |