Dito Dones - Via del Diedro Obliquo

 
Zona montuosa Gruppo delle Grigne Localitą di partenza Ballabio (LC)
Quota partenza 750 Mt. Quota di arrivo 1106 Mt.
Dislivello totale +215 Mt. circa per l'attacco
+140 Mt. circa la via (175 lo sviluppo)
Sentieri utilizzati n. 62
Ore di salita 30' per l'attacco
3 h. la via
Ore di discesa 45'
Esposizione Sud-est Giudizio sull'ascensione Discreta
Data di uscita 02/04/2006 Difficoltà 6a+/5c, A0
Sass Balòss presenti
Luca, Bertoldo.
Condizioni dei sentieri e della roccia
Il sentiero d'avvicinamento è molto evidente e ben segnalato. La roccia è ottima.
Eventuali pericoli
Soliti da arrampicata in ambiente.
Presenza di acqua
No.
Punti di appoggio
Nessuno.
Materiale necessario oltre al tradizionale
Solito da arrampicata. Sufficiente una corda intera da 50 Mt. e 10 rinvii.
Caratteristiche dell'arrampicata

Descrizione generale
Arrampicata piacevole lungo il Dito di Dones con difficoltà piuttosto costanti.
L'itinerario è stato aperto da Fabio e Stefano Lenti nel 1995 e risulta ottimamente attrezzato con fittoni resinati e spit. Tutte le soste sono dotate di catena e anello per la calata. La via del Diedro Obliquo parte dalla prima cengia e per raggiungere l'attacco della via vera e propria bisogna salire i primi tre tiri della via Lunga.
Attacco, descrizione della via
Dopo aver imboccato la Val Sassina raggiungere Ballabio e seguire le indicazioni per i Piani Resinelli. Oltrepassata la scuola (resta sulla destra - dossi stradali davanti all'ingresso) proseguire per altri 300 metri fino ad incontrare sulla sinistra un piccolo parcheggio. Qui la strada principale svolta decisamente a sinistra superando un torrente. Di fronte al parcheggio c'è un piccolo bar (scritte sbiadite sulla facciata della casa) e il "Viottolo ai Lavaggioli".
Imboccare a piedi questa piccola stradina che dopo pochi metri diviene sentiero. Il sentiero è il n. 62. Ad un primo bivio svoltare a destra (bolli rossi e gialli) e proseguire fino a giungere ad una radura con delle baite. Ancora a destra imboccando il sentiero n. 64 che traversa al di sopra della radura. L'attacco è posto in corrispondenza di un ometto che si incontra sul sentiero.
A sinistra dell'ometto, sulla placca, sono visibili i primi spit ed un fittone basso di sosta.

1° tiro - "Via Lunga":
salire la placca per qualche metro aggirando il tetto verso destra. Proseguire poi per semplice rampa fino ad incontrare uno strapiombo che questa volta si supera verso sinistra (ottimi appigli di rovescio). Raggiungere lo spigolo e salire fino alla sosta (2 spit+catena).
25 Mt., 4c, 6 spit/fittoni, 1 clessidra con cordino.

2° tiro:
superare un breve muretto raggiungendo una traccia di sentiero che si segue fino alla base della parete dove è posto un fittone resinato di sosta. 30 Mt., 2c, 1 fittone.

3° tiro:
rimontare la parete salendo il diedro e obliquando leggermente a destra (1 clessidra un poco più a destra). Superare un muretto verticale e delicato (protezioni non sempre ben visibili dal basso) traversando poi a sinistra sotto un leggero strapiombo. Proseguire ora nuovamente in verticale per grosse lame fino ad uscire su di un'ampia terrazza. E' possibile ignorare la sosta e raggiungere i cavi metallici a ridosso della parete. 45 Mt., 5a, 6 spit/fittoni, 1 clessidra.

Da qui seguire verso sinistra (assicurandosi) i cavi metallici fino al loro termine. La via del Diedro obliquo inizia nel diedro subito a sinistra del termine delle protezioni.

4° tiro - "Via del Diedro obliquo":
salire il diedro verticale (e a tratti strapiombanti). Gli appigli nella parte iniziale sono un po' ridotti ma le protezioni molto vicine. La sosta è posta su di un terrazzino a sinistra del diedro. 25 Mt., 5c, 8 fittoni/spit.

5° tiro:
proseguire lungo il diedro sino al suo termine. Uscire su di una cengia e scendere alcuni metri a sinistra sino a raggiungere il fittone alla base del 6° tiro. Poco sopra il fittone c'è una scritta "Diedro Obliquo VI". 30 Mt., 5c, 8 fittoni, possibilità di utilizzo friend.

6° tiro:
salire una rampa inclinata verso sinistra fino a giungere sotto al tetto, traversare a sinistra per vincere poi il tetto dove si attenua (6a+). E' possibile dopo il traverso aggirare lo spigolo e salire per terreno più semplice (1 spit tolto, probabilmente la via originaria). Si raggiunge un terrazzino con 2 soste. Una formata da spit e catena e, pił a destra, un fittone ed uno spit da collegare.
25 Mt., 6a+ oppure 5c e A0, 6 spit/fittoni.

7° tiro:
dalla sosta con catena spostarsi un poco più a destra e rimontare la parete fino a raggiungere un vecchio chiodo (che non si usa). Da qui traversare verso destra e poi salire nuovamente fino a giungere ad un caminetto (1 spit tolto). Superare direttamente il camino oppure spostarsi poco a sinistra all'altezza dell'ultimo spit. A questo punto rimontare gli ultimi semplici metri di roccia. 20 Mt., 5a, 5 spit.
Discesa
Dalla vetta è possibile scendere sfruttando la ferrata oppure, come abbiamo fatto noi, attrezzando una doppia (c'è un ancoraggio alla base della croce di vetta ed un altro sul limite delle rocce verso lo Zucco di Teral che deposita direttamente alla forcella).
Seguire ora il sentiero verso destra (viso a monte) aggirando la parete del Dito Dones fino alla forcella con lo Zucco di Teral. Da qui traversare verso destra e poi scendere nel bosco ritornando all'attacco e poi alla macchina mediante il sentiero d'avvicinamento.

Note
Dopo aver effettuato la calata è possibile concatenare un'altra via al Dito Dones o all'adiacente Zucco di Teral (via del Miro).
Vista l'altitudine modesta e l'esposizione a sud ed est la via risulta percorribile lungo tutto l'anno ma è sconsigliata nel periodo estivo per il troppo caldo.
Commenti vari
La cordata doveva vantare anche la presenza di Alfio, ma, come recita un vecchio detto, "Alla sera leoni, al mattino..."
   
Bertoldo sul diedro del quarto tiro
Luca sugli ultimi metri del diedro
   

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Luca appeso sotto al tetto del sesto tiro

Bertoldo alla sesta sosta

   

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I due Sass con la croce di vetta

Tracciato della via (dal quarto tiro)

   
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