Descrizione generale
Arrampicata piacevole lungo il Dito di Dones con difficoltà piuttosto costanti.
L'itinerario è stato aperto da Fabio e Stefano Lenti nel 1995 e risulta ottimamente attrezzato con fittoni resinati e spit. Tutte le soste sono dotate di catena e anello per la calata.
La via del Diedro Obliquo parte dalla prima cengia e per raggiungere l'attacco della via vera e propria bisogna salire i primi tre tiri della via Lunga.
Attacco, descrizione della via
Dopo aver imboccato la Val Sassina raggiungere Ballabio e seguire le indicazioni per i Piani Resinelli. Oltrepassata la scuola (resta sulla destra - dossi stradali davanti all'ingresso) proseguire per altri 300 metri fino ad incontrare sulla sinistra un piccolo parcheggio. Qui la strada principale svolta decisamente a sinistra superando un torrente. Di fronte al parcheggio c'è un piccolo bar (scritte sbiadite sulla facciata della casa) e il "Viottolo ai Lavaggioli".
Imboccare a piedi questa piccola stradina che dopo pochi metri diviene sentiero. Il sentiero è il n. 62. Ad un primo bivio svoltare a destra (bolli rossi e gialli) e proseguire fino a giungere ad una radura con delle baite. Ancora a destra imboccando il sentiero n. 64 che traversa al di sopra della radura. L'attacco è posto in corrispondenza di un ometto che si incontra sul sentiero.
A sinistra dell'ometto, sulla placca, sono visibili i primi spit ed un fittone basso di sosta.
1° tiro - "Via Lunga":
salire la placca per qualche metro aggirando il tetto verso destra. Proseguire poi per semplice rampa fino ad incontrare uno strapiombo che questa volta si supera verso sinistra (ottimi appigli di rovescio). Raggiungere lo spigolo e salire fino alla sosta (2 spit+catena).
25 Mt., 4c, 6 spit/fittoni, 1 clessidra con cordino.
2° tiro:
superare un breve muretto raggiungendo una traccia
di sentiero che si segue fino alla base della parete dove è posto un fittone resinato di sosta.
30 Mt., 2c, 1 fittone.
3° tiro:
rimontare la parete salendo il diedro e obliquando leggermente
a destra (1 clessidra un poco più a destra). Superare un muretto verticale e delicato (protezioni non sempre ben visibili
dal basso) traversando poi a sinistra sotto un leggero
strapiombo. Proseguire ora nuovamente in verticale per grosse lame fino ad
uscire su di un'ampia terrazza. E' possibile ignorare la sosta e
raggiungere i cavi metallici a ridosso della parete.
45 Mt., 5a, 6 spit/fittoni, 1 clessidra.
Da qui seguire verso sinistra (assicurandosi) i cavi metallici fino al loro
termine. La via del Diedro obliquo inizia nel diedro
subito a sinistra del termine delle protezioni.
4° tiro - "Via del Diedro obliquo":
salire il diedro verticale (e a tratti strapiombanti). Gli appigli
nella parte iniziale sono un po' ridotti ma le protezioni molto vicine. La sosta è posta su di un terrazzino a sinistra del diedro.
25 Mt., 5c, 8 fittoni/spit.
5° tiro:
proseguire lungo il diedro sino al suo termine. Uscire su di una
cengia e scendere alcuni metri a sinistra sino a raggiungere il
fittone alla base del 6° tiro. Poco sopra il fittone c'è una scritta "Diedro
Obliquo VI". 30 Mt., 5c, 8 fittoni, possibilità di utilizzo friend.
6° tiro:
salire una rampa inclinata verso sinistra fino a giungere sotto al tetto, traversare
a sinistra per vincere poi il tetto dove si attenua (6a+). E'
possibile dopo il traverso aggirare lo spigolo e salire per terreno più semplice
(1 spit tolto, probabilmente la via originaria). Si raggiunge un terrazzino con
2 soste. Una formata da spit e catena e, pił a destra, un
fittone ed uno spit da collegare.
25 Mt., 6a+ oppure 5c e A0, 6 spit/fittoni.
7° tiro:
dalla sosta con catena spostarsi un poco più a destra e rimontare la parete
fino a raggiungere un vecchio chiodo (che non si usa). Da qui traversare verso destra
e poi salire nuovamente fino a giungere ad un caminetto (1 spit
tolto). Superare direttamente il camino oppure spostarsi poco a
sinistra all'altezza dell'ultimo spit. A questo punto rimontare gli ultimi semplici metri di roccia.
20 Mt., 5a, 5 spit.
Discesa
Dalla vetta è possibile scendere sfruttando la ferrata oppure, come abbiamo fatto noi, attrezzando una doppia (c'è un ancoraggio alla base della croce di vetta ed un altro sul limite delle rocce verso lo Zucco di Teral che deposita direttamente alla forcella).
Seguire ora il sentiero verso destra (viso a monte) aggirando la parete del Dito Dones fino alla forcella con lo Zucco di Teral. Da qui traversare verso destra e poi scendere nel bosco ritornando all'attacco e poi alla macchina mediante il sentiero d'avvicinamento. |