Descrizione generale
Struttura rocciosa salita per la prima volta il 20 giugno 1906 da Eugenio Fasana e Antonio Castelli che ne raggiunsero la punta più alta, ossia il Secondo Dente (2125 Mt.). Il periodo tra il 1950 ed il 1975 vede la nascita di alcuni itinerari alpinistici. Tra il 2003 ed il 2006 invece si assiste alla nascita di un discreto numero di itinerari in chiave completamente sportiva e vengono riattrezzati anche alcuni degli itinerari storici. Attualmente la struttura può essere considerata una falesia in quota con una piccola sezione di monotiri e con una decina di vie più lunghe che si aggirano attorno al grado 6a. Arrampicata prevalentemente in placca con piccole tacche su solido verrucano.
Impossibile Florens è stata chiodata nell'estate del 2004 da Sergio Maffezzini.
Descrizione della Rocca di Pescegallo tratta da "Alpi Orobie" di Silvio Saglio, Alfredo Corti e Bruno Credaro 1957 - Guide dei Monti d'Italia CAI/TCI:
"E’ costituita da 5 denti dagli spigoli netti e dalle linee audaci, con un versante orientale dove la vegetazione s’inoltra fino all’inverosimile nel dominio delle rocce, tra canaletti sdrucciolevoli, cenge e terrazze erbose e con una muraglia occidentale di conglomerato, dove la roccia nuda trionfa con la verticale. Il Primo Dente o Dente Nord m 2033, da taluni chiamato Pan per una pretesa somiglianza con qualche forma di pane, si presenta quale piramide triangolare, ed è senz’altro il più ardito per la parete E verticale, per un lastrone N, un versante O più rotto e uno spigolo S che lo salda al Secondo Dente, il più elevato della costiera (m 2125). Il Secondo Dente, il più alto e dalla forma caratteristica di parallelepipedo, il Terzo e il Quarto Dente che formano il nucleo principale, si presentano a ponente con un bel muraglione di conglomerato solidissimo, alto c. 150 m; a levante hanno un aspetto ben più mite, essendo tale versante costituito da cenge e canali erbosi che interrompono i salti di roccia. Infine il Quinto Dente o Dente Sud m 2119, è dato da un cospicuo e ben delimitato torrione, che si affonda in quella selletta dalla quale si alza la cresta N della Cima di Piazzotti; viene chiamato dai valligiani “Filun del la Rocca” motivo per cui nella tav. 18 III SO dell’IGM si è adottata la forma di “Rocca di Pescegallo”.
Attacco, descrizione della via
Da Bergamo salire verso il passo San Marco. Giunti ad Olmo al Brembo prendere la strada sulla sinistra per raggiungere Cusio. Continuare in macchina sulla strada che sale ai Piani dell'Avaro fino ad una scalinata sulla sinistra con indicazioni per il rifugio Benigni e passo di Salmurano (località Sciocc 1514 Mt.). Attenzione che l'ultimo tratto della strada è a pagamento (€ 2.00 al giorno, macchinetta ben indicata). Imboccare la scalinata in cemento e poi proseguire per il sentiero mai eccessivamente ripido. Dopo meno di un'ora possiamo rifornirci d'acqua alla fresca fonte di San Carlo.
Continuando lungo il sentiero n. 108, si raggiunge velocemente il passo di Salmurano (2017 Mt.). Si scende sul versante opposto verso la Valgerola imboccando subito il sentierino sulla sinistra (n. 145 numerato solo più avanti). Lo si segue in discesa fino una piccola stalla costruita a ridosso di un masso (volendo è anche possibile compiere il giro più largo transitando dal rifugio Salmurano). Da qui si ricomincia a salire in direzione delle evidenti pareti e dei vecchi paravalanghe. Si passa letteralmente attraverso due di questi paravalanghe e si raggiunge la base della parete dove si notano subito i primi monotiri attrezzati. Spostarsi pochi metri a sinistra fino all'attacco della via (scritta alla base). Pochissimi metri più a sinistra attacca la via delle Guide.
Possibile alternativa di avvicinamento dalla Val Gerola (più breve a piedi, ma per noi bergamaschi poco conveniente dal punto di vista automobilistico). Raggiungere Gerola Alta e proseguire fino alla stazione a valle della funivia Pescegallo (1450 Mt.). A piedi (o in funivia) raggiungere il rifugio Salmurano in circa 45' e poi come descritto poco
sopra (altri 25').
1° tiro:
dritti per ripido muretto, e poi più facilmente per placca appoggiata, fino ad una cornice erbosa sulla quale si sosta
(2 fittoni).
25 Mt., 5b, 4b, 9 fittoni.
2° tiro:
ancora per placchetta appoggiata fino una cengia (possibile sosta) dalla quale la parete si fa più ripida. Alzarsi pochi metri e poi passare a destra di una spaccatura con un po' di erba. Continuare in obliquo verso destra raggiungendo la sosta (2 fittoni).
35 Mt., 4b, 5c, 11
fittoni, 1 sosta intermedia (2 fittoni).
3° tiro:
obliquare leggermente a sinistra superando una pancia (un po' più facile aggirandola sulla destra ma improteggibile) e poi continuare facilmente fino ad un intaglio dove si sosta (1 fix con maglia rapida+2 spit+cordino). 20 Mt., 5a, 6a, 4b, 5 fittoni.
4° tiro:
traversare verso destra sulla larga terrazza erbosa fino un pilastrino con fessura (bollo rosso un po' sbiadito). Rimontare il pilastrino e poi la placchetta con passo iniziale non banale. Si continua su prese generose fino alla sosta (2 fittoni). 35 Mt., 5b, 5a, 5 fittoni, 1 chiodo.
5° tiro:
sempre per placchetta abbastanza articolata fino sotto uno strapiombino su spigoletto. Lo si rimonta raggiungendo l'ultima sosta (1 fix+2 spit+cordone). Giunti sotto la strapiombino e possibile spostarsi a sinistra raggiungendo direttamente la sosta di calata. 25 Mt., 4b, 5a, 5 fittoni.
Discesa
Due metri sotto la S5 si trova l'ancoraggio di calata con 2 fittoni+catena+maglia rapida:
1a. calata: 30 Mt., fino una terrazza inclinata con grosso masso sul quale si trova il successivo ancoraggio;
2a. calata: 33 Mt.;
3a. calata: 35 Mt. fino a terra.
Seguendo in discesa la traccia che costeggia
la base della parete si ritorna, in breve, all'attacco della via. Rientrare alla macchina percorrendo a ritroso i sentieri seguiti durante l'avvicinamento. |
Una delle prime linee ad essere stata tracciata sui Denti fu, il 17 agosto 1931, la "Traversata da nord a sud" da parte di Antonio Citterio, Giovanni De Simoni e Luigi Tagliabue. La stessa traversate, ma nel verso opposto, ossia da sud a nord, verrà invece percorsa molto anni dopo da Santino e Nino Calegari il 29 luglio 1956. |