Piccolo Dain/Parete del Limarò - Diedro Maestri

 
Zona montuosa Prealpi Trentine - Valle del Sarca Località di partenza Fraz. Sarche - Madruzzo (TN)
Quota partenza 250 Mt. Quota di arrivo 600 Mt.
Dislivello totale -25 +25 Mt. per l'attacco
+350 Mt. la via (410 lo sviluppo)
Sentieri utilizzati Non numerati
Ore di salita 15' per l'attacco
7 h. la via
Ore di discesa 30'
Esposizione Sud-ovest Giudizio sull'ascensione Ottima
Data di uscita 30/04/2010 Difficoltà VI+, A0
Sass Balòss presenti
Luca, Bertoldo.
Amici presenti
Alessandra, Paolo.
Condizioni climatiche, dei sentieri e della roccia

Giornata inizialmente serena, poi nel pomeriggio c'è stato un alternarsi di momenti soleggiati e momenti nuvolosi, ma questo ha permesso di non soffrire eccessivamente il caldo!
Il sentiero per l’avvicinamento è brevissimo e attraversare il torrente oggi non rappresenta più un problema grazie a dei cavi di contenimento. Quello di discesa, segnalato con bolli rossi, è ben tracciato e facilmente identificabile.
La roccia nel complesso è buona, però necessita di una certa esperienza su questi terreni poiché sono presenti tratti con blocchi instabili. Probabilmente la prima lunghezza, dove è presente un po' di vegetazione, è quella che presenta roccia peggiore.

Eventuali pericoli

Soliti da arrampicata. C'è un pericolo concreto di caduta sassi se si è preceduti da altra cordata non molto "delicata".

Presenza di acqua
No.
Punti di appoggio
Nessuno.
Materiale necessario oltre al tradizionale

Normale materiale per arrampicata su roccia. Fondamentali friend (dal 0,4 al 4 Camalot) e cordini (anche 1 di 3 Mt. per alcune soste che presentano chiodi lontani). Fiffi e 1 staffa possono semplificare notevolmente alcuni passaggi (a meno che non si passi in libera...).

Caratteristiche dell'arrampicata

Descrizione generale
Il miglior modo per descrivere questa impressionante parete e la via che più la caratterizza è quella di riportare alcuni passi scritti da Cesare Maestri e contenuti nel libro "Arrampicare è il mio mestiere":
"[...]
Il Dain. Questa parete, perché montagna non si può chiamare, si alza sopra il lago di Toblino. Sul versante est di questo contrafforte, Bruno Detassis aprì nel 1933 un difficile itinerario di sesto grado (la via Canna d'Organo n.d.r.). La parete sud del Dain guarda i tornanti del Limarò e nasce dal greto del torrente Sarca alzandosi per 400 metri. Quattrocento metri di strapiombi, di tetti, di zone d'erba. Una parete da molti giudicata impossibile. La conosco già, in parte, attraverso due miei precedenti tentativi. Il primo, andato a monte per le cattive condizioni atmosferiche, con il sestogradista Settimo Bonvecchio, il secondo con il fiorentino Paolo Melucci, istruttore nazionale del CAI. Anche la seconda volta il tentativo è rimasto tale. Due sono state le cause del ritorno: tre denti strappati per un volo di otto metri e la perdita del sacco contenente viveri e materiale. Anche senza l'incidente dello zaino, non avremmo potuto continuare per il dolore che mi torturava e m'impediva di masticare; per tenermi un po' in forza ero costretto a trangugiare qualche boccone già masticato da Paolo.
Le pareti del Dain terminano nel bosco; questo porta a un pianoro sul quale si trova il piccolo paese di Ranzo.
Io per primo capisco che questa salita non ha nessuna importanza alpinistica e che si riduce a una esibizione puramente acrobatica. La cosa però non m'interessa. E' una parete giudicata impossibile e non mi piace rinunciare alla base dei giudizi che vogliono essere verità assolute. Al mondo la parola impossibile non esiste e voglio dimostrarlo cominciando dal Dain. [...]."

La via fu salita da Cesare Maestri con Claudio Baldessari (capitano degli alpini e comandante del plotone paracadutisti della "Tridentina") nel 1957 rimanendo in parete per 4 giorni facendo grande uso di mezzi artificiali. Durante la salita Cesare Maestri invitò Baldessari a prendere parte alla sua imminente spedizione al Cerro Torre in Patagonia. Baldessari inizialmente accettò ma poi il Ministero della Difesa gli impedì di partire e Cesare Maestri accettò la proposta di Toni Egger.
Per identificare questa elegantissima linea di salita è sufficiente percorrere i tornati che da Sarche salgono verso Madonna di Campiglio.
La via presenta un'arrampicata atletica e faticosa ma decisamente di soddisfazione. Sconsigliata la ripetizione in presenza di altre cordate per il rischio di caduta sassi.
Attacco, descrizione della via
Da Arco di Trento risalire tutta la Valle del Sarca fino ad arrivare a Sarche. Qui la strada si divide. Prendere a sinistra in direzione di Madonna di Campiglio. Dopo pochi metri svoltare a destra (indicazioni bocciodromo e ferrata Rino Pisetta) e poi subito a sinistra in una piccola strada parallela alla principale. Proseguire un centinaio di metri fino ad una comoda zona dove poter posteggiare. A piedi (andando in direzione di Madonna di Campiglio) raggiungere nuovamente la statale, superare il ponte ed in corrispondenza del primo tornante prendere una piccola stradina forestale che scende sino al fiume. Continuare sino a raggiungere delle funi metalliche che consentono di attraversare facilmente il torrente. Da qui risalire una traccia che conduce sotto la verticale del diedro. Circa 40 metri più a destra si trova l'attacco della via Amico Berto.
Le prime due lunghezze di corda sono di fatto una variante. La via originale sale più a destra lungo una rampa erbosa con roccia molto friabile (difficoltà massima di IV+, sconsigliabile).

1° tiro:
dall'attacco spostarsi a sinistra e salire lungo un diedrino; superare un piccolo strapiombo e continuare lungo la fessura su terreno sporco e friabile sino a quando è possibile obliquare verso sinistra sino alla sosta (pianta). 45 Mt., V+, VI, IV+, 4 chiodi, 2 cordini su pianta.

2° tiro:
alzarsi su gradoni circa 8 Mt., poi traversare a destra entrando in un boschetto. Procedere sino alla base del grande diedro (grossa edera sui due lati del diedro). Sosta su pianta. 45 Mt., II, 1 pianta con cordone.

3° tiro:
salire lungo il diedro (primi metri in obliquo verso destra) sino ad un terrazzino sulla sinistra dove si sosta (pianta).
30 Mt., VI, IV, 7/8 chiodi.

4° tiro:
si segue il diedro che, dopo i primi metri, piega decisamente verso destra superando una placconata gialla. Al termine della placconata, quando il diedro si impenna nuovamente, si trova la scomoda sosta (3 chiodi+1 spit+2 tasselli). 30 Mt., V+, VI, A0, 11 chiodi.

5° tiro:
continuare ancora lungo il diedro sino ad un'altra scomoda sosta (4 chiodi collegati da un cordone+1 chiodo).
35 Mt., VI+, A0, 7 chiodi, 2 chiodi a pressione.

6° tiro:
passare sotto il tetto a destra, alzarsi alcuni metri superando il tetto nel suo punto più debole. Obliquare a sinistra fino al comodo terrazzino di sosta (2 chiodi+1 chiodo lontano). Dopo il tetto la roccia è un po' friabile, ma ormai ben ripulita. 20 Mt., VI, A0, 5 chiodi.

7° tiro:
Maestri qui salì a sinistra lungo la parete a vista un po' friabile (vecchi chiodi ben visibili). Oggi si sale normalmente la fessura a destra della sosta aperta da Gigi Giacomelli e che si snoda su roccia molto compatta. Al termine della fessura si traversa a sinistra per raggiungere il comodo terrazzino dove si sosta (4 chiodi). 35 Mt., V+, VI+, 4 chiodi, 2 spit.

8° tiro:
salire per la fessura sino ad una nicchia; continuare poi lungo il diedro ora inciso da una larga fessura sino alla sosta che si trova alla base di un camino ad imbuto (2 chiodi+1 chiodo a pressione).
40 Mt., VI+, A0, 1 sosta intermedia, 7/8 chiodi (alcuni dei quali a pressione).

9° tiro:
alzarsi leggermente nel camino uscendone subito a sinistra con un po' di difficoltà. Continuare lungo il diedro fessurato sino ad un terrazzo con pianta dove si trova la sosta (2 soste su 2 chiodi a pressione cadauna). 25 Mt., VI, V+, 3 chiodi, 2 chiodi a pressione.

10° tiro:
proseguire sempre nel diedro sino a quando nel centro parte una larga fessura. Qui traversare verso destra per poi risalire una zona terrosa obliquando a sinistra fino alla sosta (1 spit). Sicuramente è possibile continuare nel diedro con la larga fessura, evitando così la rampa terrosa. Forse difficilmente proteggibile, si tratta comunque di circa 8 Mt. 35 Mt., V+, IV, I, 1 chiodo.

11° tiro:
si riprende il diedro (inizialmente marcio) a destra della sosta sino a raggiungere un tetto triangolare. La sosta è situata proprio sotto al tetto (2 chiodi). Sui primi metri del tiro, visibili dei vecchi chiodi sulla placca a sinistra del diedro (variante?).
35 Mt., V+, V, 3/4 chiodi, 1 cordone su pianta.

12° tiro:
spostarsi a destra del tetto e risalire la lama fino al suo termine. Poi per delle rocce rotte si raggiunge il pianoro alberato al termine della parete. Sosta da attrezzare su pianta. 35 Mt., V+, IV, 1 chiodo.
Discesa
Seguire la traccia verso destra (viso a monte) che inizialmente è in leggera salita. In breve si raggiunge il sentiero che scende dalla cima del Piccolo Dain. Qui prendere a destra ed iniziare a scendere (indicazioni per la ferrata). Superare alcuni tratti attrezzati con corde fisse sino ad un bivio (scritte su di un masso). Qui scendere verso destra (ripido) sino a raggiungere l'abitato di Sarche.
Giunti in prossimità delle abitazioni prendere una traccia verso destra (a sinistra si entra in un terreno privato e, oltre, la strada è sbarrata con un cancello). Si arriva nel parcheggio del bocciodromo poco distante dal punto dove si ha parcheggiato la macchina.

Note

Dopo piogge il diedro resta bagnato per alcuni giorni.

Commenti vari
La via è esposta ad Ovest e spesso dalla gola del Limarò soffia un vento forte e freddo. Tuttavia il Diedro Maestri risulta essere abbastanza riparato. Come tutte le altre vie della valle è consigliata la salita nelle mezze stagioni o nelle belle giornate invernali.
Pubblicazioni

Questa relazione è stata inserita nella guida ARRAMPICARE Dolomiti sud-occidentali vol.1 edita da ViviDolomiti.
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La gola del fiume Sarca

Paolo ed Ale sulle funi per attraversare il torrente

   

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Paolo all'inizio del viaggio

Verso le fine del quarto tiro

   

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Nella quinta lunghezza si prosegue su bel diedro lineare. Foto scattata dalla quarta sosta (sx) e dalla quinta (dx)

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La fessura Giacomelli

Traverso al termine della fessura Giacomelli

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Bertoldo in arrivo all'ottava sosta

In spaccata uscendo dal camino ad imbuto, nono tiro

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Sosta sotto al tetto al termine dell'undicesima lunghezza

Dettaglio della parete con i tracciati delle vie:
Diedro Maestri e Amico Berto