Giornata serena e con un lieve venticello ma con temperature ottime al sole. Il sentiero che conduce all'attacco è evidente. La ferrata che si percorre in discesa
non è difficile, però presenta dei tratti molto unti e, se bagnata,
decisamente scivolosi.
La roccia
in via è generalmente ottima fatta eccezione della prima e ultima lunghezza. Specialmente sulla prima lunghezza, la parte finale del tiro, è decisamente pericolosa per la friabilità della roccia. |
Descrizione
generale
Il monte Colodri è il simbolo dell'arrampicata nella Valle del Sarca. E' situato immediatamente a nord dell'abitato di Arco e presenta pareti molto verticali e strapiombanti percorse quasi ovunque da itinerari d'arrampicata. Dalle linee classiche lungo fessure e diedri, affrontate già nella seconda metà degli anni '70, a quelle estreme in artificiale o chiodate per l'arrampicata libera su difficilissime placche.
In comune hanno arrampicata atletica e roccia quasi sempre ottima.
Questo itinerario è stato aperto da Giuliano Stenghel e Giorgio Vaccari
nel 1976 seguendo una delle linee più logiche di tutta la parete e intitolato ad Agostina: la prima fidanzatina di Giuliano. E' stata anche la prima via per Stenghel che aveva iniziato ad arrampicare da meno di un anno. Il primo tiro, ai tempi molto friabile (e al giorno d'oggi non è molto meglio), venne aperto con un solo chiodo di sicurezza e con gli scarponi ai piedi!
Riportiamo di seguito dei ricordi che ci ha raccontato direttamente Giuliano:
"Marino (n.d.r. Stenico) che fece la prima ripetizione con il fortissimo Accademico Diego Barattieri la definì una via durissima e mi confidò di aver messo due chiodi nei passaggi chiave: il primo nel tratto prima di arrivare alla seconda sosta e il secondo prima di raggiungere la terza sosta. Marino mi disse che se mi
avessero dato un violino in mano sarei presto diventato un direttore d'orchestra: è stato un grande complimento a un alpinista alle prime armi. Giorgio aveva 16 anni, è un vero peccato che abbia smesso. Credo che per quei tempi fosse una via d'avanguardia, di certo abbiamo dimostrato tanta determinazione e coraggio. Avevamo gli scarponi e tanta, tanta, passione".
Arrampicata principalmente in fessure e diedri con qualche strapiombino.
Decisamente consigliata agli amanti delle vie classiche. Tenere però presente che la prima lunghezza presenta roccia friabile.
Attacco, descrizione della via
Da Arco di Trento imboccare la strada che conduce ai campeggi e alla piscina comunale ove conviene parcheggiare.
Seguire il sentiero che conduce alla ferrata del Colodri e seguire quest'ultima per i primi metri. Giunti di fronte all'evidente grottone verticale la ferrata piega decisamente a sinistra. Abbandonarla e traversare su ripidi pratoni fino a raggiungere la grotta.
Alla base dello spigolo sinistro della grotta si trova l'attacco della via del Bepi (1 fix+cordone). Per quello dell'Agostina salire per roccette e terra (molti escrementi di capra) fino al fondo della grotta dov'è presente una sosta (1 fix+1 clessidra+cordone).
1° tiro:
traversare a destra alzandosi due metri all'inizio e riabbassandosi leggermente poco dopo. Continuare in traverso fino a raggiungere una netta fessura. Seguirla fino al suo termine e poi spostarsi a destra per sostare su terrazzino (2 chiodi+cordino+maglia rapida, 1 vecchio cuneo).
ATTENZIONE!: tutta la lunghezza presenta roccia un po' friabile ma gli ultimi metri sono decisamente i peggiori.
35 Mt., V+, VI, 5 chiodi (il primo, quello appena a destra della
sosta, l'abbiamo lasciato noi).
2° tiro:
in obliquo verso destra per placchetta con fessure e lamette fino un ripido muretto dove è presente una vecchia sosta. Lo si supera spostandosi subito dopo a sinistra su esposto ballatoio dove si sosta (2 fix+cordone+anello, 1 chiodo).
20 Mt., V, VI+ oppure A1, V, 2 chiodi, 1 chiodo a pressione, 1 sosta intermedia (2 chiodi+1 chiodo a pressione+cordoni+maglia rapida).
3° tiro:
obliquare a sinistra entrando in un diedro non evidente dalla sosta. Lo si risale interamente per poi uscire a destra (difficile) su comoda terrazza di sosta (2 fix+cordone).
25 Mt., V, VI oppure A0, V+, VII oppure A0, 7 chiodi, 1 chiodo a pressione.
4° tiro:
seguire le lame e fessure sulla destra fino un pilastrino. Si aggira il muretto soprastante sulla sinistra, al limite del boschetto pensile, fino un comodo terrazzino alla base di un evidente diedro. Qui si sosta (pianta con cordone). 35 Mt., IV+, IV-, 2 chiodi.
5° tiro:
seguire per intero la fessura sulla destra del diedro aiutandosi con alcuni passi in spaccata (specialmente all'inizio). Alla fine della fessura si risalgono alcune semplici rocce e si sosta su terrazzino (pianta con cordone).
30 Mt., V, V+, V, III, 2 friend incastrati, 1 dado incastrato.
6° tiro:
seguire il canale e, dove la roccia peggiora, risalire verso destra per roccette e poi bella placchetta. Superare uno strapiombino e raggiunge facilmente il termine della via. Sosta da attrezzare (pianta).
45
Mt., IV, VI oppure A0, III, 4 chiodi.
Discesa
Imboccare una traccia di sentiero verso sinistra in direzione della grossa croce posta sulla cima del Monte Colodri
(sulla croce presente libro di vetta). Da qui abbassarsi verso sud (segnavia bianchi e rossi) sino a
raggiungere la ferrata del Colodri (n. 431B) che scende in direzione di Arco e velocemente riporta al parcheggio. |