Monte Colodri/Rupe Secca - Via Marino Stenico

 
Zona montuosa Prealpi Trentine - Valle del Sarca Localitą  di partenza Arco (TN)
Quota partenza 100 Mt. Quota di arrivo 275 Mt. circa
Dislivello totale

+15 Mt. circa per l'attacco
+160 Mt. la via (180 lo sviluppo)

Sentieri utilizzati n. 431B
Ore di salita 10' per l'attacco
4 h. 15' la via
Ore di discesa

15' sino alla ferrata
15' la ferrata fino al parcheggio

Esposizione Est Giudizio sull'ascensione Ottima
Data di uscita 27/03/2016 Difficoltà VII/VI, A0
Sass Balòss presenti
Luca, Bertoldo.
Condizioni climatiche, dei sentieri e della roccia

Giornata serena ma un po' ventilata nel pomeriggio. Il sentiero che conduce all'attacco è evidente; la ferrata che si percorre in discesa non è difficile però presenta dei tratti molto unti e, se bagnati, decisamente scivolosi. La roccia in via è ottima ma levigata dalle numerose ripetizioni: a nostro giudizio però estremamente fastidiosa solo sulla seconda lunghezza.

Eventuali pericoli

Soliti da arrampicata in ambiente.

Presenza di acqua
No.
Punti di appoggio
Nessuno.
Materiale necessario oltre al tradizionale

Normale materiale per arrampicata su roccia. La via protetta con fix distanti e qualche chiodo ma risulta fondamentale integrare con dadi e friend (dal n. 0.5 al 3 Camalot; volendo raddoppiare n. 1 e 2). Una staffa può facilitare il superamento dell quarto tiro.

Caratteristiche dell'arrampicata

Descrizione generale
Itinerario aperto da Giuliano Stenghel, Giorgio Vaccari e Renzo Vettori nell'autunno del 1978 e dedicato all'amico Marino Stenico morto il 9 settembre 1978 per la rottura di un cordino nella falesia di Ragoli.
La via sale la successione logica di diedri che delimita sulla destra la parete della Rupe Secca. Poche lunghezze di corda ma tutte molto logiche ed appaganti.
Stenghel ricorda che la via è stata aperta con le pedule rigide ai piedi e che per superare la quarta lunghezza impiegò quasi 8 ore. Fu difficile chiodare lo strapiombo e la cordata bivaccò subito dopo, convinta che per uscire dalla parete erano necessarie diverse lunghezze di corda. Con grande stupore erano invece giunti all'altezza del comodo traverso che consente di raggiungere la ferrata.
Dal libro "Vie di roccia e grotte dell'alto Garda":
"Questa via, oramai diventata una classica e frequentatissima salita, supera con arrampicata espostissima e su roccia ottima l'evidente diedro sulla destra della parete dell'anticima del Colodri. [...] In considerazione del tempo in cuoi è stata aperta, con scarponi tradizionali, senza dadi e con alcuni passaggi in arrampicata libera questa via è da considerarsi senza dubbio una delle più grosse imprese della storia dei Colodri anche se ora, con la sicurezza psicologica e la mentalità di palestra e l'affermarsi dell'ideologia sportiva, si ha tendenza a svalutarne le difficoltà".
Attacco, descrizione della via
Da Arco di Trento imboccare la strada che conduce ai campeggi e alla piscina comunale, ove conviene parcheggiare. Da qui seguire la strada asfaltata in direzione di Arco e poco dopo, in corrispondenza di una chiesetta bianca sulla destra, imboccare una stradina sterrata. Da qui è ben visibile l'evidente diedro dove corre la via. Seguire la stradina fino a un bivio ove si piega a destra costeggiando una recinzione. Al suo termine salire fino a raggiungere la parete portandosi sotto la verticale del diedro. Sulla placca 5 metri alla sua destra si trovano gli attacchi delle vie Cismon '93 e Ricci e capricci (visibili rispettivamente i primi chiodi a pressione e i primi fix). Pochissimi metri più a destra, in corrispondenza di un canalino appena accennato, si trova l'attacco comunemente utilizzato per la via Marino Stenico.

1° tiro:
alzarsi e iniziare a travesare lungamente verso sinistra fino ad aggirare lo spigolo. Superare una placchetta raggiungendo una terrazza erbosa. Sulla sinistra sono visibili i fix di sosta della via Passi falsi. Salire la rampa verso destra sino alla sosta (2 fix+cordone+maglia rapida) alla base di un muro giallo. 40 Mt., III, IV, 3 fix.

2° tiro:
salire il breve diedrino (molto unto) poi più facilmente all'impegnativa fessura che sale obliqua verso destra. Si sosta (1 anellone cementato) al suo termine comodamente sul pulpito. 35 Mt., VI+, V+, VI, 1 chiodo, 5 fix.

3° tiro:
lunghezza impegnativa e continua nelle difficoltà ma decisamente entusiasmante e di estrema soddisfazione. Salire il muretto a destra entrando nel lungo diedro. Quando questo è chiuso da un tetto si sosta scomodamente (1 anellone cementato - expo) sulla sinistra.
45 Mt., V+, VI, V+, VI+, 1 chiodo, 5 fix, 1 fittone.

4° tiro:
salire in obliquo verso sinistra superando lo strapiombo. L'uscita può risultare difficoltosa per via di un chiodo lontano. Continuare per rocce più semplici (ignorare una sosta intermedia su fix) fino alla grande terrazza inclinata dove si trova la sosta (1 anellone cementato).
25 Mt., VII oppure A0, V+, IV+, 3 chiodi, 4 fix, 1 fittone, 1 sosta intermedia (2 fix).

5° tiro:
spostarsi sulla sinistra e, dopo un breve caminetto, seguire l'impegnativo diedro fino al suo termine dove si sosta (pianta+cordone - più in basso 2 fittoni delle vie Aspettando Martino e Cismon '93). 35 Mt., VI, V+, VI+, IV+, 2 chiodi, 4 fix, 2 fittoni.
Discesa
Seguire la rampa verso destra (circa 150 Mt. - passi di II) fino a raggiungere la ferrata del Colodri (sentiero n. 431B). Lungo il percorso sono presenti dei fittoni e dei fix per proteggersi e attrezzare delle soste.
Raggiunta la ferrata, percorrerla in discesa sino alla base della parete e da qui per comoda traccia rientrare al parcheggio.

Note

Come per tutte le altre vie della valle è consigliata la salita nelle mezze stagioni o nelle belle giornate invernali. Da tenere presente però che la via è esposta ad est e va in ombra presto. Da evitare comunque il periodo estivo.

Commenti vari
L'itinerario originale, ormai abbandonato, saliva direttamente per le rocce sotto la verticale del diedro.
   

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Matteo verso la fine dell'ostica fessura sul secondo tiro

Luca all'inizio della terza lunghezza
   

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L'entusiasmante lungo diedro che caratterizza la terza lunghezza

   

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Matteo quasi alla terza sosta

Lo strapiombino del quarto tiro

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Inizio della quinta e ultima lunghezza Luca e Matteo sull'ultimo tiro. Foto Alessandro Spinelli
   
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Uno sguardo verso il basso al termine delle difficoltà

La parete est della Rupe Secca con i tracciati delle vie:
Cinque stagioni, Tyszkiewicz, Marino Stenico, Cismon '93
e Aspettando Martino