Cime di Vigo - Ferrata di Favogna

 
Zona montuosa Alpi Retiche Meridionali - Costiera della Mendola Località di partenza Magrè sulla Strada del Vino (BZ)
Quota partenza 213 Mt. Quota di arrivo 1110 Mt. (Pichl di Favogna)
Dislivello totale +70 Mt. circa per l'attacco
+730 Mt. la ferrata
+97 Mt. per Favogna
Data di uscita 10/12/2017
Ore di salita 20' per l'attacco
3 h. la ferrata
30' per l'abitato di Favogna
Ore di discesa 3 h. 10'
Sentieri utilizzati n. 519, 502, 502b, 507 Giudizio sull'escursione Discreta
Esposizione Est Difficoltà EEA
Sass Balòss presenti
Bertoldo.
Amici presenti
Anita, Diego e Sabrina.
Condizioni climatiche, dei sentieri e delle ferrate

Giornata completamente coperta; lungo la discesa è nevicato. I sentieri che si percorrono sono evidenti. La ferrata presenta attrezzature assai vetuste e una sequenza su pioli priva del cavo di protezione.

Eventuali pericoli
In ferrata è assolutamente vietato cadere... le conseguenze potrebbero essere fatali per via del fattore di caduta molto alto. Alcuni tratti del percorso presentano roccia lisciata delle numerose ripetizioni.
Presenza di acqua
No.
Punti di appoggio
Il paese di Favogna al termine dell'ascensione; la Gasthaus Platternhof che s'incontra durante la discesa.
Materiale necessario oltre al tradizionale
Caschetto, imbracatura e set da ferrata completo di dissipatore.
Caratteristiche dell'escursione

Descrizione generale
Le Cime di Vigo sono una sequenza di vette della catena della Mendola, che divide la Val d'Adige dalla Val di Non.
La ferrata di Favogna, in loco chiamata "Fennberg Klettersteig", fu costruita nel 1976 dall'Alpenverein Sudtirol di Bolzano. Per descriverla riportiamo quanto pubblicato sul libro "Domenica dove?" di Liliana Polo e Silvia Mazzoleni (Libreria Artigianelli - Trento).
"Un sentiero attrezzato bello e impegnativo sale alla destra orografica della Val d'Adige, su quelle montagne che spesso abbiamo guardato senza interesse, passandovi davanti veloci lungo l'autostrada. Fin dai primi passi, ci sorprende la ricchezza della vegetazione che, trovando qui condizioni favorevoli, si manifesta nelle sue più belle forme e colori. Le ripide balze di roccia che superiamo grazie alle attrezzature sono intervallate da balconi panoramici, dai quali, come da un aereo, si rivela la geometrica disposizione delle colture nella valle.
Gli 800 metri di dislivello che abbiamo superato ci portano in un ambiente che contrasta in modo inaspettato con quello del fondovalle: grandi conifere, verdi pascoli e boschi fitti, masi assai distanti tra loro e di chiaro stile altoatesino. Scorci di paesaggio assai gradevole, immerso nel silenzio che ci sorprende piacevolmente, avendo lasciato alle spalle il fragore distante, ma continuo del traffico della Val d'Adige"
.
Il percorso si snoda alternando tratti attrezzati a lunghi ripidi tratti di bosco.
Nel compresso si tratta di una gita con un buon dislivello e un lungo rientro; evitare quindi le giornate con meteo incerto.
Attacco della ferrata
Da Mezzocorona imboccare la strada provinciale n. 21 che sale in direzione di Roverè della Luna e dopo averlo attraversato proseguire lungo la provinciale n. 90 seguendo le indicazioni per Magrè sulla Strada del Vino. Parcheggiare a fianco della strada (pochi posti auto) nei pressi del confine tra la provincia di Trento e quella di Bolzano.
Qui (213 Mt. circa) è presente, sulla sinistra, una palina in legno che indica il sentiero di accesso alla ferrata.
Descrizione della ferrata
Imboccare la traccia che mediante un'andatura a zig-zag permette di guadagnare repentinamente quota. Dopo circa 20 minuti di cammino si perviene all'attacco della ferrata, posto alla base di un canale.
Risalirlo e proseguire lungo uno spigolo esposto sino a raggiungere un camino. Qui si trova anche una targa con il nome della ferrata. Il camino segna l'inizio delle difficoltà (anche per via della roccia molto levigata) ma salendo diviene meno impegnativo. Proseguire poi lungo una facile traccia sino a raggiungere una sequenza di pioli che si supera prestando la massima attenzione anche per via del fatto che non è presente nessuna fune a cui assicurarsi (è consigliabile agganciare il set direttamente nei pioli). Una successiva scala di 15 metri consente di guadagnare un tratto boscoso. Oltre il quale si superano diversi frazionamenti che consentono di portarsi alla base di una scala di 12 metri.
Camminare lungamente e superare un tratto detritico facendo attenzione a non smuovere sassi. Piegare verso destra (superando qualche tratto attrezzato) e poi mediante una cengetta riportarsi a sinistra in direzione di rocce gialle. Superare un caratteristico diedro ad arco e riportarsi verso destra sfruttando le vecchie funi presenti. Qui si trova il libro delle firme. Qualche passaggio verticale ed esposto e poi ancora nel bosco sino a raggiungere il termine della ferrata (1004 Mt. - panchina).
Proseguire lungo il sentiero (ben segnalato) che guadagnando quota conduce alle abitazioni di Pichl (1110 Mt.).
Discesa
Seguire la strada asfaltata perdendo quota ed evitando un largo tornante grazie a una traccia nel bosco (segnavia AVS). La strada termina nei pressi della Gasthaus Plattenhof. Qui prendere a sinistra in direzione della chiesetta e lasciato il lago di Favogna sulla destra seguire le indicazioni per Roverè della Luna (paline CAI - sentiero n. 519). Poco dopo scendere a sinistra lungo la val Inferno (sentiero n. 502B). Raggiunto un bivio prendere a sinistra per la "Sella dei Spizzi" e poi ancora per Roverè della Luna e arrivando così alla piccola frazione Molino.
Scendere sino al paese (segnavia n. 507) e imboccare verso sinistra la strada statale. Con una lunga camminata su asfalto si ritorna all'auto.

Note
La ferrata non presenta vie di fuga.
   

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Anita nei pressi dell'attacco della ferrata

Salendo si ha una vista della Val d'Adige e delle sue coltivazioni

   

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Il camino che segna l'inizio delle difficoltà

Anita supera il tratto attrezzato con pioli
(ma senza fune di protezione)

   
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Sabrina e Diego sulla prima scala che s'incontra Anita impegnata nel superamento della scala di 12 metri
   
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Sabrina Anita, Diego e Sabrina nei pressi del diedro ad arco