Zona montuosa |
Catinaccio |
Località di partenza |
Rifugio Gardeccia - Pozza di Fassa (TN) |
Quota partenza |
1949 Mt. |
Quota di arrivo |
2981 Mt. |
Dislivello totale |
+832 Mt. per l'attacco
+200 Mt. la via (300 circa lo sviluppo) |
Sentieri utilizzati |
n. 546, 541, 542 |
Ore di salita |
2 h. 15' per
all’attacco
2 h. 30' la via |
Ore di discesa |
1 h. 15' per
le doppie
1 h. 30' il sentiero fino al parcheggio |
Esposizione |
Ovest |
Giudizio sull'ascensione |
Molto bella |
Data di uscita |
4/07/2004 |
Difficoltà |
III, III+ |
Sass Balòss
presenti |
Omar, Gölem |
Condizioni climatiche, dei sentieri
e della roccia |
Giornata
fresca e nuvolosa, con tratti di forte nebbia e spazzi di raro sole.
Sentieri comodi, sicuri e ben segnalati fino al Passo Santner dove
si trova anche il rif. Santner. Presenza di lingue e residui di
neve nelle zone a Nord e nel ghiaione sotto l’attacco della
via. |
Eventuali
pericoli |
Lungo le
doppie, specie la seconda e la terza, vi è il pericolo di
caduta sassi. |
Presenza
di acqua |
Ai rifugi
e nei torrenti nella prima parte bassa della valle. |
Punti
di appoggio |
Rifugio
Gardeccia all’inizio, rifugio Preuss e Vajolet dopo circa
1 ora, rifugio Re Alberto dopo circa 2 ore e rifugio Santner al
passo omonimo dopo circa 2 ore e mezza. |
Materiale
necessario oltre al tradizionale |
Il solito
da arrampicata. Utili vari cordini. |
Caratteristiche dell'arrampicata |
Descrizione generale
Interessante
escursione che unisce una bella camminata in un ambiente affascinante,
ad una tranquilla salita su roccia buona e di limitate difficoltà.
Molto bella la cresta finale e decisamente gratificante il panorama
dalla cima. L’ambiente è molto frequentato fino al
passo di Santner. La via è attrezzata con pochissimi chiodi
(1 per tiro), ma non sarà difficile trovare clessidre e
fessure per dadi. Le soste sono tutte comode e attrezzate. Anche
gli ancoraggi per le doppie sono già attrezzati.
Attacco, descrizione della via
Scesi dal pulmino si inizia a camminare su un strada
sterrata comoda ed ampia. La pendenza inizia subito ad essere
buona, ma dopo un paio di tornanti diviene più tranquilla
e ci lascia godere il bellissimo paesaggio. Giunti sotto al rif. Preuss, posto su uno sperone roccioso dominante la vallata, si
torna a salire ripidamente con ampi tornanti. Dal rifugio si prende
il sentiero, ora stretto e su fondo sassoso, che entra in un ampio
vallone ripido e roccioso. Si affrontano qui alcuni divertenti
saltini rocciosi, a volte un poco scivolosi, specie in discesa.
Lungo questo tratto incontriamo un cavo metallico assolutamente
inutile (se non in caso di ghiaccio) quanto brutto da vedersi.
Giunti al pianoro al termine del vallone ci troviamo di fronte
il rif. Re Alberto, posto ai piedi delle bellissime e svettanti
Torri del Vajolet e del Catinaccio. Dal rifugio ci si abbassa
al laghetto accanto e si rimonta l’ampio vallone ghiaioso
che si presenta davanti a noi. è consigliabile salire al
Passo Santner rimanendo sul versante destro del vallone per evitare
una zona molto friabile sul lato opposto. Il sentiero è
comodo e non faticoso, in circa 20-30 minuti si arriva al Passo
con l’adiacente piccolo rifugio. Da qui guardando a sinistra
abbiamo di fronte la bella mole della parete ovest del Catinaccio.
L’attacco della via si trova alla base di uno stretto camino-colatoio
posto alla fine di un canale che scende dalla forcella più
bassa lungo la cresta. Facilita il ritrovamento dell’attacco
una piccola lapide bianca poco sopra il camino e ben visibile
dal passo. Dall’attacco si scala direttamente il caminetto,
piuttosto unto e umido. Dopo pochi metri (III+ unto) il camino
diviene più largo ed appoggiato fino alla prima sosta.
Da qui si sale facilmente lungo il canale fino ad incontrare la
sosta successiva sempre su roccette appoggiate, appena qualche
metro in alto a sinistra dal fondo del canale, su un terrazzino.
Il terzo tiro inizia su di una bella paretina giallastra ed articolata.
Poco sopra la parete troviamo la sosta spostata a sinistra. Consigliamo
di fare anche questa sosta, anche se si potrebbe proseguire dritti
in verticale fino a quella successiva, ma il tiro diverrebbe un
po’ lungo. Da qui si sale quasi orizzontalmente verso destra
fino ad aggirare uno spigolo e trovare una sosta con cordini.
Siamo ora tornati in vista del canale iniziale che scende dalla
cresta. Si sale pochi metri e si rientra nel canale che si attraversa
verso destra, salendo poi alla forcella attraverso una bella placca
appoggiata a buchi e clessidre. Alla forcella troviamo la sosta.
Si prosegue ora slegati lungo la aerea e bella cresta seguendone
fedelmente il filo fino ad una forcelletta sotto un tratto più
ripido. Affrontiamo direttamente il tratto ripido grazie ad una
fessura-diedro appoggiata in diagonale verso sinistra (poco sopra
un anello per la eventuale calata in doppia durante la discesa).
Poi il terreno diviene più facile su divertenti roccette,
anche se a volte molto esposte. Dalla forcelletta alla cima bastano
circa 20 minuti.
Discesa
La discesa ripercorre la via di salita. Alla forcella da cui siamo
sbucati in cresta iniziano le 4 doppie. La prima di queste termina
alla sosta dove iniziava l’ultimo tiro. D’ora in poi
ci si cala direttamente nel camino colatoio fino alla base della
parete con le ultime 3 doppie sempre attrezzate. |
Note |
Per raggiungere
il rif. Gardeccia si può prendere la seggiovia che sale da
Pera oppure i pulmini che fanno la spola su e giù. Il costo
del pulmino è 7 euro a/r. |
Commenti
vari |
Sarebbe
stato ideale salire al rif. Re Alberto, fare la Torre Delago, dormire
al rifugio e il giorno successivo affrontare il Catinaccio. Ma noi
furbi siamo ridiscesi al paese il primo giorno, abbiamo dormito
in un prato, senza nemmeno la tenda e il giorno dopo ci siamo rifatti
la salita. Tutto per risparmiare qualche euro... |
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Le
torri del Vajolet dal rifugio Carlo Alberto |
Risalendo
nel canale al primo tiro |
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Raggiungendo
la sella in cresta
in cima al camino |
Lungo
la cresta |
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Foto
di vetta |
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