Descrizione generale
Itinerario aperto il 23 settembre 1970 da Franz Dallago e D. Costantini che sale, con percorso molto logico, un bellissimo diedro lungo la parete
nord-ovest della Cima Cason di Formin.
La via non termina in vetta, ma circa 30 Mt. sotto di essa. Da qui è possibile raccordarsi alla via Dibona per salire in vetta (III) oppure portarsi direttamente alla forcella di discesa (soluzione da noi adottata e descritta).
L'ambiente è bello ed abbastanza isolato.
Attacco, descrizione della via
Seguire la strada che da Cortina porta al passo Giau e parcheggiare
in località Rucurto nei pressi dell'imbocco del sentiero n. 437 che sale al rifugio Palmieri. Il sentiero è indicato e ben visibile dalla strada. Percorrerlo (inizialmente occorre abbassarsi e attraversare un torrente) fino a
raggiungere il bivio con il sentiero n. 435
(palina - 40' circa). Proseguire a destra lungo il 435 fino a raggiungere la completa visuale della parete. In corrispondenza di un masso con segnavia, dove il sentiero piega decisamente a destra, abbandonarlo e proseguire per tracce (ometto) risalendo il ghiaione fin sotto la parete.
Sulla montagna prendere come punto di riferimento la grossa parete
gialla a sinistra. Individuare alla sua destra, a circa 1/3
dell'altezza, una grossa conca. Sopra questa si biforcano due diedri
che salgono separati fino alla vetta. La nostra via segue quello di
destra mentre lungo quello di sinistra corre la via "Dibona" (Angelo Dibona, L. Apollonio, Olga e R. Zardini, 17 luglio 1930).
L'attacco originale della via si trova sulla verticale della conca e sale lungo una fessura verticale (V). In
alternativa si
può attaccare la via "Dibona" che si trova circa 20
metri più a sinistra (III-IV). Poche decine di metri più a
destra, sulla parete ovest, attacca la via Alverà/Menardi.
1° tiro:
abbiamo attaccato dalla via "Dibona". Salire per rocce
gradonate obliquando leggermente a destra fin sotto la grossa conca.
Qui sostare (3 chiodi). 50 Mt., III, III+.
2° tiro:
seguire il canale con alcuni massi incastrati da superare
direttamente fino a raggiungere la conca (chiodo). Da qui il diedro
si biforca, seguire il ramo di destra. Superare una prima parete
stando molto vicini alla fessura del diedro (chiodo+fettuccia)
per poi spostarsi 3-4 Mt. a destra e riportarsi successivamente a
ridosso del diedro sfruttando una piccolissima cengia. Da qui nuovamente
in verticale fino a raggiungere una lama sulla quale sostare (ottimi
ancoraggi) anche comodamente seduti (vedi foto). Poco sopra la lama
c'è un chiodo.
55 Mt., III, IV, IV-, 2 chiodi.
3° tiro:
dalla sosta salire stando inizialmente vicini alla fessura. Dopo
circa 5 Mt. portarsi gradatamente a una decina di metri dal diedro
e proseguire sulla parete ora più impegnativa. Superare un passaggio
abbastanza delicato e poi avvicinarsi nuovamente alla fessura del
diedro. Sostare su un piccolo terrazzino (2 chiodi). 45 Mt., IV,
IV+.
4° tiro:
alzarsi sopra la sosta per alcuni metri molto esposti ma ben appigliati per
uscire poi su facili rocce. Puntare alla parete grigia subito a
destra della zona strapiombante gialla. Presenza di due soste. Conviene utilizzare quella più alta, sulla parete grigia a ridosso del
diedro.
40 Mt., IV, III+, II.
5° tiro:
superare i primi metri utilizzando la fessura del diedro per poi
lasciarla e spostarsi più al centro della parete per rocce
leggermente più facili. Superare poi un settore verticale abbastanza
esposto e sostare (2 chiodi). 35 Mt., IV+, IV-, III.
6° tiro:
salire stando circa 10 metri a destra del diedro per rocce esposte
ma ben appigliate. Poi più facilmente fino alla sommità della parete.
45 Mt., IV-, III, IV, II.
7° tiro:
salire i semplici sfasciumi fino ad identificare una
traccia con alcuni ometti. Seguirla traversando verso destra
portandosi alla base dell'ultimo salto della parete. Da qui è
possibile salire verso sinistra e percorrere l'ultimo tratto della
via Dibona (ometto) raggiungendo la cima; oppure seguire il canale
che sale verso destra raggiungendo direttamene la forcella per
iniziare la discesa. Seguire il canale; dove si incassa cercare la
sosta sul bordo destro (1 clessidra con cordone). 80 Mt. circa, I,
II.
8° tiro:
seguire il canale fino ad un primo masso che ostruisce il
passaggio. Superarlo sulla sinistra su roccia viscida (V-) e poi
portarsi a ridosso dell'enorme masso che chiude il canale. Si sosta
(1 chiodo, nel 2019 diventati 2 chiodi+cordino) alla sua base sul
lato sinistro del canale. Attenzione ai numerosi sassi che è facile
smuovere. 20 Mt., I, V, 1 chiodo, 1 clessidra con cordone.
9° tiro:
superare la breve paretina viscida ma con buoni appigli; poi
continuare facilmente fino alla forcella dove un'altro grosso masso
forma una finestra naturale. Qui attrezzare la sosta. 20 Mt., V, I.
Discesa
Anche nel caso si raggiunga la cima si transita da questa
forcella per la discesa. Attraversare la "finestra" e scendere nel
ripido canale sottostante. Dopo i primi metri il sentiero diviene
meno impegnativo; seguirlo verso sinistra fino ad una forcella dalla
quale si imbocca il canalone detritico che in breve porta nuovamente
nei pressi dell'attacco. Rientrare all'auto percorrendo a ritroso il
sentiero di avvicinamento. |