Monte Casale/Avancorpo Croz del Pin - Via Einstein

 
Zona montuosa Prealpi Trentine - Valle del Sarca Località di partenza Fraz. Pietramurata - Dro (TN)
Quota partenza 185 Mt. Quota di arrivo 500 Mt.
Dislivello totale +80 Mt. per l'attacco
+315 Mt. la via (380 lo sviluppo)
Sentieri utilizzati Sentiero per l'attacco della ferrata "Che Guevara"
Ore di salita 15' per l'attacco
5 h. la via
Ore di discesa 50'
Esposizione Est Giudizio sull'ascensione Ottima
Data di uscita 21/11/2005 Difficoltà V+, VI+
Sass Balòss presenti
Luca, Bertoldo.
Amici presenti
Alfio B., Livio F.
Condizioni climatiche, dei sentieri e della roccia
Giornata splendida e dalle temperatura più che buone, almeno fin quando il sole non ha girato dietro al monte...
Il sentiero per l'attacco è ben evidente salvo qualche tratto. Per la discesa si segue la ferrata "Che Guevara" che è ottimamente attrezzata. La roccia in via è generalmente ottima, pochissimi passaggi unti. Attenzione all'ottavo tiro un po' friabile e a qualche masso instabile nella parte alta del nono tiro.
Eventuali pericoli
Soliti da arrampicata.
Prestare attenzione a qualche ripiano detritico dai quali si può far cadere dei sassi.
Presenza di acqua
No.
Punti di appoggio
Nessuno a parte i paesi limitrofi.
Materiale necessario oltre al tradizionale
Solito da arrampicata. Cordini per le soste, circa 10 coppie, friend medio-piccoli.
Caratteristiche dell'arrampicata
Descrizione generale
Bellissimo itinerario con una linea molto elegante e verticale aperto da Giuliano Stenghel e F. Sartori nel 1982. L'arrampicata varia da placche a diedri e fessure. La chiodatura è tradizionale, ma i tratti più impegnativi sono ben chiodati. In alcuni è possibile progredire in A0. Di contro, quelli sotto al VI, sono un po' sprotetti ed è necessario integrare con friends o cordini.
Le soste, tutte molto comode, si attrezzano su piante o si ricavano da 2/3 chiodi.
Attacco, descrizione della via
Da Arco percorre la Valle del Sarca in direzione Trento. Raggiunta la frazione di Pietramurata parcheggiare vicino alla cava sotto le pareti del Monte Casale e poi imboccare il sentiero ben visibile (indicazione per la ferrata "Che Guevara") che costeggia il fianco sinistro della cava. Poi il sentiero entra nel bosco ed inizia a salire verso sinistra. Abbandonarlo e seguire le evidenti tracce che portano alla base dell'avancorpo. Sul suo lato destro si notano due diedri; quello più a destra è inciso da una grossa fessura con pianta a metà tiro circa. Alla base della fessura c'è un piccolo ripiano erboso e sulla roccia c'è incisa una lettera "E".

1° tiro:
risalire la fessura fino al suo termine, dopo di che traversare alcuni metri a sinistra. Superare alcune semplici rocce e raggiungere una pianta a ridosso della parete dove si sosta (da attrezzare). 45 Mt., IV+, II, nessun chiodo.

2° tiro:
proseguire facilmente a destra della sosta fino alla base di una parete verticale ben appigliata. Dopo essersi alzati un poco si incontra un fessurone che piega a sinistra sino a raggiungere una pianta. Da qui superare un gradone di roccia e successivamente traversare su larga cengia a destra fino a sostare su una pianta (da attrezzare). 40 Mt., III, V+, 3 chiodi (la parte alta della fessura è sprotetta!).

3° tiro:
alzarsi alcuni metri in verticale sulla placca compatta. Poco sotto al terzo chiodo traversare un paio di metri a sinistra e poi salire obliquando a destra. Usciti dalla placca si procede su una terrazza fino a sostare su una pianta (cordone) adiacente alla ferrata.
55 Mt., VI, II, 6 chiodi.

4° tiro:
salire il diedro erboso dove passa anche la ferrata. Giunti alla base di un pulpito attrezzare la sosta sugli ancoraggi della ferrata.
25 Mt., IV+, III, nessun chiodo. Assicurarsi agli ancoraggi della ferrata.

5° tiro:
salire in direzione del pulpito sino a raggiungere la grossa fessura, obliqua verso sinistra, che permette di raggiungerne la sommità dove si sosta (3 chiodi+cordone). 25 Mt., V+, nessun chiodo.

6° tiro:
superare la placca sopra la sosta (passo iniziale difficile). Dopo essere saliti alcuni metri ci si trova di fronte ad un gradino. Sulla sinistra è più facile da superare ma c'è un grosso masso instabile; sulla destra la roccia è più compatta. Proseguire in verticale e poi obliquare leggermente a sinistra sino alla sosta (3 chiodi). 45 Mt., VI+, VI, 3 chiodi.

7° tiro:
sicuramente il tiro chiave della via. Attraversare verso sinistra per circa due metri la placca giallastra e poi in verticale (la roccia torna grigia e un po' levigata) fino ad immettersi in un diedro. Da qui per rocce leggermente più semplici fino al bosco soprastante dove si sosta su pianta (da attrezzare). 25 Mt., VI+, A0, V+, 6/7 chiodi.

Procedere in conserva seguendo la traccia nel bosco fino a giungere la base di un diedro alto circa 6 metri con un evidente chiodo con cordino. Attrezzare la sosta su una pianta alla base del diedro. 10 Mt., II.

8° tiro:
si risale il diedro (inizialmente un po' unto) per poi uscirne sulla destra e proseguire facilmente sino una paretina a gradoni abbastanza friabile (non è difficile ma si muove quasi tutto). Raggiunta la terrazza al suo termine spostarsi un poco a destra sino alla base della fessura dove si sosta (2 chiodi). 40 Mt., V+, IV+, 3/4 chiodi.

9° tiro:
forse il tiro più bello della via. Si supera la verticalissima placca sfruttando la lunga fessura. Più in alto la fessura si allarga, l'arrampicata risulta leggermente più semplice, ma bisogna prestare particolare attenzione ad alcuni grossi massi un po' instabili. La roccia è comunque ottima. Sosta su pianta (da attrezzare). 45 Mt., VI+, VI, 7 chiodi.

10° tiro:
per facili rocce si giunge sulla sommità dell'avancorpo dove si effettua l'ultima sosta (da attrezzare su albero). 25 Mt., III.
Discesa
Seguire le tracce di sentiero verso destra (viso a monte) che in breve portano alla ferrata "Che Guevara". Seguire i tratti attrezzati ed i bolli della ferrata sino alla base della parete e da qui, mediante il sentiero di avvicinamento, fino alla macchina.
Note
Data la bassa quota la via è percorribile quasi tutto l'anno. E' però opportuno evitare il periodo estivo per il caldo e sfruttare invece la via nelle mezze stagioni. In inverno la parete è al sole fin poco dopo mezzogiorno.
Commenti vari
La salita si è resa possibile grazie ai due capicordata d'eccezione, un sentito grazie ad Alfio e Livio per la stupenda ascensione.
Pubblicazioni

Questa relazione è stata inserita nella guida ARRAMPICARE Dolomiti sud-occidentali vol.1 edita da ViviDolomiti.
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(Disegno di Claudia Farruggia "Iaia")
   
A sinistra il Guru (Livio) sulla fessura del secondo tiro e, a destra, prima del gradino del sesto tiro
   
Luca azzera i primi metri della sesta lunghezza
Alfio durante il settimo tiro
   

Luca sull'espostissima nona lunghezza

Le due cordate a fine via

   

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L'avancorpo Croz del pin con il tracciato della via
 
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