Descrizione generale
Lo Zuccone dei Campelli è formato da alcuni pilastri molto verticali che chiudono la testata del vallone dei Camosci. Possiamo distinguerli in Pilastro Settentrionale, Centrale e Meridionale. Su quest'ultimo corre la via Mauri/Castagna aperta da Carlo Mauri e L. Castagna nel 1947. Sicuramente uno fra gli itinerari classici più belli ed impegnativi del gruppo con arrampicata prevalentemente in diedro e placca: assolutamente da non perdere.
Attacco, descrizione della via
Dal parcheggio alla base degli impianti di risalita di Ceresola di Valtorta ci si incammina, inizialmente su asfalto, in direzione del rifugio Lecco. Arrivati al rifugio si risale il vallone dei Camosci seguendo il largo sentiero (pista da sci) che lo percorre sulla sua sinistra. Quando la strada fa un tornante verso sinistra (appena oltre la stazione a monte della seggiovia) si prosegue dritti mediante un piccolo sentiero in direzione della ferrata Mario Minonzio che sale in vetta allo Zuccone Campelli. Guardando la parete ovest dello Zuccone si notano senza difficoltà due grossi camini paralleli molto evidenti. A sinistra di essi vi è una piccola fessura dove corre la Fessura Comici. A destra invece c'è un grosso canale/camino a destra del quale attacca la via Mauri/Castagna (scritta alla base e vecchio spit arancione con anello).
Abbandonare il sentiero per la ferrata e portarsi, per tracce e poi cengia un po' esposta, all'attacco della via.
Un'altra possibilità consiste nel risalire il vallone dei Camosci, seguendo il sentiero più basso, fin quasi a raggiungerne la testata. Ora si sale un po' verso destra in direzione di due canali e si imbocca quello di sinistra: il Canale dei Camosci. Lo si risale un centinaio di metri sino a quando si vede la possibilità di uscire verso sinistra su cengia erbosa (ometto). Si percorre la cengia verso sinistra fino all'attacco.
1° tiro:
salire la placchetta circa 5 metri, spostarsi leggermente a destra e riprendere a salire fino alla cengia dove si sosta (2 fittoni).
25
Mt., V-, VI-, V-, 4 fittoni.
2° tiro:
seguire il vago spigoletto e poi, per rocce rotte, portarsi alla base del diedro fessurato dove si trova la sosta (2 fittoni).
30 Mt., V, IV-, 5 fittoni.
3° tiro:
seguire il diedro fessurato sino alla sosta successiva (2 fittoni).
25 Mt., IV, V-, IV, 7 fittoni.
4° tiro:
inizialmente nel diedrino di sinistra con roccia non eccezionale per poi spostarsi in quello di destra dove la roccia migliora. Lo si segue interamente con arrampicata sostenuta. Verso la fine una fessura consente di raggiungere, con minori difficoltà, la sosta (2 fittoni).
30 Mt., V+, VI+, V, 8 fittoni, 2 chiodi.
5° tiro:
si prende la breve fessura un po' obliqua verso sinistra che muore sotto un muretto strapiombante. Lo si supera con l'aiuto di piccole tacchette poi, con difficoltà decrescenti, si raggiunge la terrazza inclinata. Salire verso sinistra e sostare (1 boccola oppure 1 fittone più a destra) a ridosso del pilastro sommitale. Attenzione ai sassi instabili sugli ultimi metri.
30 Mt., V+, VII- oppure A0, IV-, I, 5 fittoni, 1 sosta intermedia (2 fittoni+catena+anello calata+2 boccole).
Aggirare verso destra il pilastro fino a raggiungere la cresta dalla quale è possibile salire in breve fino in vetta oppure iniziare direttamente la discesa.
Discesa
Dalla vetta ritornare brevemente sui propri passi e poi giù fino un intaglio attrezzato con catene. Superarlo e seguire la successiva cresta erbosa. Ignorare un primo canalone stretto e ripido (Canale S.E.M.) che si trova sulla destra per imboccare il successivo, sempre abbastanza ripido ma un po' più largo (Canalone dei Camosci). Si scende rapidamente in direzione del rifugio Lecco ed in breve si raggiunge il ghiaione alla base della
parete. Seguire ora, a ritroso, gli stessi sentieri percorsi durante l'avvicinamento.
Dalla vetta e' anche possibile, ma non molto consigliato,
scendere seguendo la ferrata Mario Minonzio. |