Descrizione Generale
Via aperta nel 1977 da Ugo Manera, Claudio Sant Unione (entrambi istruttori della Scuola Gervasutti di Torino) e quattro allievi di un corso roccia. Sale lungo un sistema logico di fessure e diedri regalando parecchie soddisfazioni a chi la ripete.
Oggi la via conserva qualche chiodo di passaggio ma è protetta (soste comprese) a spit e nella seconda parte anziché seguire il tracciato originale che pare sia privo d'interesse si snoda lungo placche libidinose.
Al termine della via è possibile raggiungere la vetta della Tête Colombe senza difficoltà ma risulta sicuramente più comodo e veloce scendere in corda doppia.
Attacco, Descrizione della via
Da Briançon imboccare la strada che sale a Lautaret. Poco prima di raggiungere il passo s'incontrano due gallerie abbastanza vicine. Parcheggiare nello spiazzo di destra all'imbocco della prima galleria. Qui un sentiero sale lungo il bosco. Ad un certo punto s'incontra un sentiero molto marcato che taglia in orizzontale il pendio. Ignorarlo e continuare a salire lungo una traccia abbastanza debole sin sotto la parete ovest della Tête Colombe. Qui traversare a sinistra in direzione della ‘scaglia' una grossa lama che si stacca dalla parete. Al centro della parete è presente una gola abbastanza profonda (possibilità di trovare della neve). Risalirla sin sotto ad una fessura sulla sinistra dove si trova l'attacco (presente un vecchio chiodo e ben visibili gli spit di protezione).
1 ° tiro:
salire per qualche metro verticalmente poi proseguire in obliquo verso sinistra seguendo la fessura che diviene via via sempre più larga.
30 Mt., V+. IV+, 1 chiodo, 6 spit.
2° tiro:
proseguire ancora lungo la fessura che diviene camino oltre il quale si trova un comodo terrazzo dove si trova la sosta.
40 Mt., V, V+, 2 chiodi, 6 spit.
3° tiro:
spostarsi a destra della sosta e
rimontare le facili rocce sino ad un comodo terrazzo dove si trova la sosta. 40 Mt., IV, III, 3 spit.
4° tiro:
salire verticalmente per pochi metri indi traversare a sinistra, superare un canale con una spaccata e rimontare la paretina verticale che conduce alla sosta (che si trova
di fronte ad un diedro). 30 Mt., IV+, 4 spit.
5° tiro:
superare il bellissimo diedro, indi spostarsi a destra su terreno più semplice
per poi tornare a sinistra alla sosta. 30 Mt., V+, 6 spit.
6° tiro:
salire in obliquo verso sinistra lungo delle bellissime placche sino alla sosta. 40 Mt., V+, 6 spit.
7° tiro:
ancora lungo fantastiche placche salendo in obliquo verso sinistra. 45 Mt., IV+, V, 5 spit.
8° tiro:
salire in verticale lungo placche a buchi sino alla sosta. 40 Mt., V, 5 spit.
9° tiro:
salire sempre in verticale sino ad uscire su di una grande terrazza (possibile presenza di neve ad inizio stagione). 30 Mt., V, 4 spit.
10° tiro:
dalla sosta salire più o meno in verticale superando uno
strapiombino. Poi per rocce più semplici si raggiunge una cengetta erbosa dove, sulla sinistra, si trova la sosta. 30 Mt. IV+, 5 spit.
E' possibile evitare quest'ultimo tiro traversando dalla sosta
precedente a sinistra, raggiungendo così l'ancoraggio di calata.
Discesa
Da qui mediante un percorso privo di difficoltà è possibile raggiungere la vetta. Noi abbiamo optato per le calate in doppia.
1a. calata: dalla sosta dell'ultimo tiro effettuare una calata in doppia sino alla grande terrazza.
Da qui spostarsi a sinistra (viso a monte) sino a raggiungere l'ancoraggio di calata (traccia non sempre molto marcata).
2a. calata: 40 Mt. raggiungere una grossa terrazza poco sopra la “scaglia”. L'ancoraggio si trova sulla sinistra (viso a monte).
3a. calata. 30 Mt. scendere in verticale.
4a. calata: 40 Mt. scendere puntando ad un grande ometto sulla sinistra (viso a monte). Dietro l'ometto si trova la sosta con catena.
5a. calata: 40 Mt. scendere tendendo a sinistra.
6a. calata: 40 Mt. scendere tendendo a sinistra.
7a. calata: 40 Mt. scendere tendendo a sinistra.
8a. calata: 40 Mt. scendere tendendo a sinistra.
9a. calata: 15 Mt. scendere in verticale.
Terminate le doppie rientrare alla macchina seguendo il percorso d'avvicinamento, oppure scendendo direttamente
sul ripido ghiaione fino a riprendere il sentiero. |