Descrizione generale
Itinerario aperto da Marino Dall'Oglio con F. Mazzetta e F. Alletto nel 1953 che sale la grande placconata rocciosa che caratterizza il Terzo Pilastro del Bandierac. La via è poco chiodata e per essere superata richiede una buona padronanza delle difficoltà
nonché buone capacità d'orientamento. La discesa è laboriosa e richiede molta attenzione.
Attacco, descrizione della via
Imboccare la strada che da La Villa in Badia sale a passo Falzarego. Abbandonarla quando sulla sinistra s'incontra la deviazione per la Capanna Alpina. Seguire la strada costeggiando un torrente e parcheggiare nei pressi della capanna (5 € al giorno).
Dal posteggio sono ben visibili i vari pilastri del Bandierac ed
è evidente il canale che tra due avancorpi consente di raggiungere gli attacchi delle vie.
Dietro la Capanna Alpina identificare una traccia tra i mughi che sale in direzione del canale dove, diversi bolli rossi consentono d'identificare il tracciato migliore
per salire rapidamente alla base delle pareti. Spostarsi a destra costeggiando una
fascia giallastra (traccia) sino a raggiungere l'attacco (ometto) posto quasi al limite del pilastro sotto la verticale di un caminetto.
1° tiro:
salire le rocce delicate e proseguire nel camino sino al suo termine. Sostare poco dopo sulla destra (2 mughi) in corrispondenza di una terrazza. 45 Mt., III+, IV-.
2° tiro:
alzarsi per pochi metri e spostarsi a sinistra entrando in un diedro
fino alla sommità del pilastro dove si attrezza la sosta (mugo).
25 Mt., IV-.
3° tiro:
spostarsi a sinistra sino a raggiungere un'evidente lama che si segue sino al suo termine. Sposarsi a sinistra e, dopo pochi metri, rientrare a destra. Sostare (2 chiodi) in una nicchia giallastra. 40 Mt., IV-, V, IV-.
4° tiro:
risalire un muretto a destra della sosta e infilarsi nel camino a sinistra. Sostare (2 chiodi) in cima al pilastro. 35 Mt., IV, IV-.
5° tiro:
verso sinistra fino a raggiungere una cengia che consente di traversare a sinistra. Attrezzare la sosta (1 chiodo) sotto la verticale di un'evidente lama. 50 Mt., IV, I, 1 chiodo.
6° tiro:
salire le facili rocce e raggiunta la fessura seguirla sino al suo termine dove si sosta (2 chiodi).
50 Mt., III+, V sostenuto, 2 chiodi, 1 clessidra con fettuccia.
7° tiro:
salire a sinistra per facili rocce per poi rientrare sulla verticale. Continuare fino ad identificare una grossa nicchia con ometto leggermente spostata sulla destra. Qui sostare (clessidra). 50 Mt., III, IV-.
8° tiro:
uscire dalla nicchia a destra e proseguire dritti fino ad un'altra nicchia nerastra. Uscire a sinistra e proseguire fino ad incontrare un breve canalino poco oltre il quale si nota, sulla destra, una nicchia giallastra dove si sosta (clessidra). 50 Mt., III+.
9° tiro:
a sinistra della nicchia per proseguire poi dritti, senza percorso obbligato, fin poco sotto la cengia
dove si sosta (1 clessidra con 2 cordini).
50 Mt., III+, IV-.
10° tiro:
alzarsi pochi metri e raggiungere la cengia che consente di
evitare i soprastanti tetti gialli. Percorrerla verso destra fino
alla sosta (mugo). Conviene procedere in conserva. 70 Mt., I.
11° tiro:
per facili rocce risalire l'evidente camino che divide lo spigolo
fino a raggiungere un albero sul quale si sosta (da attrezzare). A circa metà camino dovrebbe essere presente sulla destra (in corrispondenza di un ripiano) una sosta intermedia (2 chiodi) evitando così di dover percorrere parte del tiro in conserva. 70 Mt., IV+, III, I, 1 masso incastrato con cordone.
12° tiro:
risalire l'avancorpo e spostarsi verso destra fino alla base di un pilastro giallastro. Traversare verso destra (qualche passo delicato) fino a raggiungere la sosta (2 chiodi). 25 Mt., II, IV-.
13° tiro:
prestare attenzione all'attrito delle corde. Salire la parete a
destra e spostarsi poi a sinistra sino a raggiungere lo spigolo oltre il quale si trova il terrazzo di sosta (1 chiodo con l'anello rotto). 50 Mt., IV-, III, 1 chiodo.
14° tiro:
salire le rocce rotte sino a raggiungere una nicchia dove si sosta (clessidra con cordone). 40 Mt., III.
15° tiro:
superare un breve tratto verticale poi, per facili rocce, raggiungere il prato sommitale dove si attrezza la sosta (spuntone).
20 Mt., IV, II.
Discesa
Salire lungo il prato sino a raggiungere le pareti. Imboccare verso destra una traccia (qualche ometto). Il sentiero presenta alcuni tratti scivolosi dove è necessario prestare molta attenzione. Superato il canalone e percorso un breve tratto in salita ed in piano, si segue una deviazione che scende verso destra, segnalata da ometti e bolli rossi, che porta ad un capanno di caccia. Da qui si prende una traccia sulla sinistra che porta ad un torrente. A stagione avanzata, con poca acqua è possibile seguire il corso del torrente sino a valle (discesa consigliabile). In presenza di molta acqua attraversare il torrente (necessario bagnarsi) e risalire il ripido versante opposto sino a una zona di mughi. Con fatica attraversarla e raggiungere il sentiero n. 11
che si segue verso destra sino a raggiungere nuovamente la Capanna Alpina. |