Descrizione Generale
La Rocca di Baiedo è un piccolo panettone roccioso posto a lato dell'abitato di Baiedo in Valsassina. La via "Solitudine" è stata aperta dal mitico Don Agostino Butturini con Paolo Galli, Giovanni Dell'Era, Danilo Pernici e Michele Anghileri il 2 aprile 1978. Si tratta di una linea molto logica e molto bella. La roccia è sempre ottima. Tutte le soste sono su
due fittoni resinati con catena per la calata. Lungo l'itinerario sono disseminate delle scritte
e frecce rosse che indicano il tracciato da seguire.
Dal "Primo Più" n. 36 - Aprile 1978 (rivista del gruppo Condor di Lecco n.d.r.):
"CONDOR E' BELLO
Dopo la Via della Solitudine. Paolo, Danilo, Michele, Giovanni e Don in cerca di avventure.
Domenica in Albis; tempo incerto!
La Rocca di Baiedo si alza dai prati come un corpulento castello del quattrocento. Non è mai stata scalata e si capisce perchè... Roccia e giungla si sposano insieme e si distendono in alto in una enorme placca di 80 metri.
La gamba non va bene ma non voglio deludere i ragazzi. Il camino iniziale è già stato da me attrezzato in precedenza, ma oggi è una buccia di banana.
I quattro in basso si raccontano facezie e io mi sto dannando... spero solo che guardino il 'mezzo barcaiolo' assicurandomi a dovere.
Traverso nella foresta e mi ricordo di aver promesso a Microbo questa salita... ma da qui ora non si scende più. Spero che Microbo mi capisca.
La placca, finalmente"!Dopo pochi metri mi accorgo di essere solo... La solitudine del primo di cordata su un terreno vergine. Ebbrezza nel toccare questa bianca roccia incontaminata e rabbia
perché nessuno ti 'segue' in questo tuo gioco pericolo. Dopo 35 metri annuncio il sesto grado e Paolo scatta come un cobra. Era ora.
Porco cane, piove! Sotto di me c'è aria di rinuncia, mi sposto più a sinistra e pianto un cuneo alto. Beh! In caso di volo faccio un pendolo di quindici metri
anziché una verticale di venti.
Solitudine! A tu per tu con una roccia glabra e sorda. Per loro, sotto è scontato che passi, ma tu, Don, sei proprio sicuro? Non è incantevole la poltrona e quel disco di Rubinstein? Che ci stai a fare qui?
E' andata. Danilo e Michele si affilano le unghie, Paolo e Giovanni mi raggiungono! E adesso? Prendo una fessura, ma sul più bello, mi muore davanti a quaranta metri di roccia inchiodabile. Passo a sinistra con un semituffo in rovi antichi come i patriarchi e dopo una larga fessura in Dulfer eccomi di nuovo sul 'liscio': devo passare di li. E' un traverso delicatissimo di dieci metri, mentre sento i ragazzi che ridono e parlottano di tutt'altro... Ora mi son fatto l'abitudine ad essere solo. E' tutto facile, dopo. L'ultimo tiro, una rampa d'erba la faccio condurre ai miei due secondi. Io mi slego e arrivo in cima...
Nessuno! Mi vengono incontro dopo due minuti. Ci stringiamo la mano felici. Mi siedo stanco e loro due, allegri, se ne vanno a parlar fitto dieci metri più avanti.
- Dai! Venite qui.
- Certo, subito.
E' proprio la "Via della Solitudine", Don!
Non riesco mai ad abituarmi... Che sia ora che cominci?
- Ehi, Don. Guarda che zaino mi porto!
Non sono più solo. Era solo la nostalgia di un pomeriggio di primavera."
Don Agostino Butturini
Attacco, descrizione della via
Dopo aver imboccato la Valsassina raggiungere Baiedo. Poco prima del ponte della Chiusa parcheggiare sulla destra. Camminare lungo la strada sino a portarsi sotto la parete sud della Rocca. Qui un sentierino (cartello di divieto d'accesso all'imbocco) costeggia la parete.
Percorrerlo sino ad incontrare una traccia sulla destra che sale in direzione di un pilastrino appoggiato dove si trova l'attacco. Evidentissima scritta alla base.
1° tiro:
originale: salire stando appena a destra del pilastrino e poi
per fessure e lame continuare fino alla pianta dove si sosta. 20
Mt., IV, 3 spit;
variante: alzarsi nel caminetto a sinistra del pilastrino fino a quando si chiude. Qui spostarsi a destra sul filo dello spigolo. Mediante
fessure e lame continuare fino alla pianta dove si sosta. 20 Mt., V, IV+, IV, 3 spit.
2° tiro:
originale: appena a sinistra dello spigolino per circa 8 metri
e poi spostarsi a destra per continuare fino al terrazzino di
sosta seguendo
facili lame. 20 Mt., V-, IV, III, 1 spit, 2 chiodi uniti con
cordone, 1 clessidra con cordone;
variante:
salire la placchetta sopra la sosta obliquando a destra,
molto delicato e un po' unto. Continuare poi per facili lame fino
al
terrazzino dove si sosta.
20 Mt., VII oppure V e A0, V, IV, III, 2 fittoni,
1 clessidra con cordone.
3° tiro:
spostarsi a destra e salire un diedrino al termine del quale si esce a sinistra.
Evitare di sostare e continuare passando in un boschetto sino alla base della grande placca sommitale dove si sosta.
30 Mt., III, IV, II, 1 spit, 2 clessidre con
cordone, 1 sosta intermedia (2 fittoni+catena+anello calata).
4° tiro:
salire la grande placca stando inizialmente sulla sinistra,
poi ci si porta al centro ma si ritorna subito dopo un poco a sinistra. In
fine si punta al grande albero al centro della placca dove si sosta.
Numerose frecce rosse ed "S" impediscono di sbagliare.
45 Mt., IV+, V, IV, 2 clessidre con cordone, 2 spit.
5° tiro:
salire la larga fessura obliqua verso destra. Poco prima del suo termine uscire a sinistra in placca e traversare. Attrezzare una sosta sui cavi metallici delle reti paramassi in quanto la sosta è inaccessibile per via delle reti. 25 Mt., IV+, V, IV, 1 chiodo,
1 fittone.
6° tiro:
salire una rampa appoggiata sulla sinistra sino a raggiungere l'ultima sosta.
30 Mt., IV, III, 1 clessidra con cordone metallico.
Discesa
Dal termine della via salire lungo una traccia tra le
piante. Ad un certo punto occorre piegare a sinistra in direzione della cima della Rocca. Attenzione a non proseguire dritti dove il sentiero diviene impervio e pericoloso!
Dalla cima una traccia di sentiero abbastanza evidente scende dolcemente verso l'abitato di Baiedo da dove mediante le vie del paese si rientra alla macchina. |