Zona montuosa |
Alpi Orobie |
Località di partenza |
Funivia
"Piani di Bobbio" - Barzio (LC) |
Quota partenza |
810 Mt. circa
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Quota di arrivo |
1165 Mt. circa
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Dislivello totale |
+135 Mt. circa per
l'attacco
+220 Mt. la via (250 lo sviluppo) |
Sentieri utilizzati |
n. 425 |
Ore di salita |
25' per l'attacco
4 h. la via |
Ore di discesa |
45' |
Data di uscita |
28/12/2008 |
Giudizio sull'ascensione |
Molto bella |
Sass Balòss
presenti |
Luca, Bertoldo |
Difficoltà |
5a, 5b |
Amici presenti |
Ale. |
Condizioni climatiche,
dei sentieri e della roccia |
Giornata
molto fredda che ci ha regalato solo qualche sporadico raggio
di sole. Il sentiero che conduce all'attacco è evidente
e ben segnalato. Il canale che conduce all'attacco era coperto
di neve ma non ha presentato particolari difficoltà così
come la discesa. La roccia è ottima, solo qualche passo
è unto dalle ripetizioni. |
Eventuali
pericoli |
Soliti
da arrampicata in ambiente. |
Presenza
di acqua |
No. |
Punti
di appoggio |
Il bar adiacente
alla stazione della funivia nei pressi del parcheggio. |
Materiale
necessario oltre al tradizionale |
Normale
materiale per arrampicata su roccia. Qualche friend medio-piccolo
potrebbe risultare comodo per proteggere ulteriormente la via, che
comunque risulta ottimamente protetta. Se ripetuta in invernale
potrebbero risultare molto comode delle pedule un po' alte per la
discesa. |
Caratteristiche dell'arrampicata |
Descrizione
Generale
Si
tratta della prima via aperta sullo Zucco dell'Angelone e porta
la firma del grande Don Agostino Butturini che
la vinse con i ragazzi del suo gruppo Condor. La via sfrutta le
linee più logiche dell'intero sperone (il quarto per la
precisione) regalando un'arrampicata tra diedri, fessure e camini.
Le soste sono tutte su due fittoni alcune delle quali attrezzate
con anello per la calata.
Attacco, Descrizione della via
Da Lecco seguire le indicazioni per la Val Sassina. Dopo aver
oltrepassato Ballabio svoltare a destra seguendo per Barzio. Una
volta raggiunto il piccolo centro seguire i cartelli che indicano
la funivia "Piani di Bobbio". Parcheggiare in prossimità
della stazione di partenza. Poco oltre il bar parte un sentiero
che conduce alle Placche Angelone. Imboccare il sentiero seguendo
le indicazioni per il "Quarto Sperone". Il sentiero
è piuttosto piano fino a quando si giunge ad un bivio (palina
il loco). Qui prendere il sentiero che piega a destra e guadagna
velocemente quota salendo infine in un canale; poco prima del
suo termine sulla sinistra si trova una grande edera, a destra
della quale, in alto è visibile il diedro dove corre Condorpass
(fittone resinato poco sopra il terrazzino di partenza).
1° tiro:
salire verticalmente lungo rocce appigliate in direzione dell'evidente
diedro. Raggiunta la pianta che lo chiude è possibile raggiungere
la sosta passando a sinistra lungo una placca o salendo verticalmente
lungo delle rocce verticali adiacenti all'albero. 20 Mt., 5b.
2° tiro:
non seguire i fittoni verticali ma abbassarsi un poco e traversare
a sinistra, risalire un diedro aperto e passare a sinistra dello
spigolo e di un tettino. Per rocce semplici raggiungere la sosta.
20 Mt., 4b.
3° tiro:
salire una fessurina, e poco oltre la bella
placca compatta. Per terreno via via più semplice raggiungere
la sosta alla base di una grande placca. 25 Mt., 5b.
4° tiro:
traversare a sinistra sino a raggiungere una pianta. Qui salire
per pochi metri il diedro aperto, indi traversare a sinistra in
direzione di alcune belle fessure che salgono in obliquo verso
destra. Raggiunta una fessura orizzontale traversare a sinistra.
30 Mt., 5a.
5° tiro:
ancora a sinistra sino a raggiungere una spaccatura che si risale
fino a dove possibile. Traversare poi a destra
sino a raggiungere la sosta. 20 Mt., 4b.
6° tiro:
salire la netta fessura sino al suo termine indi spostarsi a sinistra,
aggirare lo spigolo e sostare. 20Mt., 4c.
7° tiro:
lungo il camino (qualche appiglio molto unto) sino ad uscire su di una
terrazza. Spostarsi un poco a destra e salire la placca. 35 Mt.,
5b, 4c.
8° tiro:
traversare a sinistra sino alla spaccatura a che si supera con
un passo iniziale faticoso. Obliquare
a destra individuando sempre il tracciato più semplice
fino al cospetto di un muretto verticale. Lo si supera e si giunge su di un ampio terrazzo
dove si trovano due soste (una delle quali con anello di calata).
45 Mt., 5a, 4b.
9° tiro:
seguire il filo di cresta sino a raggiungere il bosco. 35 Mt.,
4a, 2b.
Discesa
Dal termine della via proseguire per il sentiero che sale
qualche metro, poi piega a destra ed inizia scendere. Fare attenzione
al punto in cui il sentiero piega a sinistra e scende nel bosco
(non prendere a destra in direzione della cresta!). E' comunque
abbastanza segnalato. Nel bosco si perde rapidamente e
facilmente quota fino
ad incontrare una strada carrozzabile che conduce nuovamente al
parcheggio della funivia. |
Note |
Su
questa falesia è possibile arrampicare quasi tutto l'anno.
E' però sconsigliabile effettuare la salita nei mesi più
caldi.
Se decidete di affrontare, come noi, la salita nel periodo invernale
calcolate che la prima lunghezza non prende il sole e pertanto
occorrerà lottare con il freddo. Inoltre, durante la discesa nel bosco, potreste incontrare molta neve...
e pertanto prevedete delle pedule e non delle semplici scarpe
da ginnastica come ha fatto il buon Ale.
Lungo il tracciato della via sono presenti numerose varianti.
Noi crediamo di aver ripetuto il percorso originale.
Lo sviluppo ridotto di alcune lunghezze ne permette un facile
accorpamento... Noi abbiamo unito L2+L3, L4+L5, L6+L7. |
Commenti |
Dal
giornale dei Condor: Primo Più n. 42 - Ottobre/Novembre
1978
Stefano e i chiodi
Ci incontriamo alla stazione a valle della funivia di Bobbio,
il Don con lo Stefano Bonaiti Senior, Stefano Junior e il Fabio
Secchi, quindi Ciusse ed io, arrivati col pullman.
Guardiamo subito la parete dove vogliamo aprire una via nuova:
lo Zucco Angelone, il monte che si trova proprio sopra le Placche
di Introbio.
Non vediamo Ivan, Michele, Dan e Pol che dovrebbero essere in
parete dal giorno prima: volevano fare un'esperienza di bivacco...
Si vede che avranno preferito bivaccare a casa di qualcuno...
Ci incamminiamo per un sentiero in piano e poi saliamo diritti
per un bosco scosceso fino alla base della parete, entrando in
un canale che risaliamo fin quasi al termine.
Attacchiamo sul lato sinistro in una rientranza che in alto forma
un diedro. Il Don sale piantando molti chiodi perché è
piuttosto sporco: terra, arbusti e porcherie varie.
Ciusse e Stefano Senior decidono di scendere quando il Don comincia
a pulire (ovvero a scaricare macigni di grosso tonnellaggio);
temendo una giornata di sofferenza tra erba e sassi mobili...
Peccato, perché dopo il tratto iniziale incontriamo placche
favolose.
Il primo tiro è veramente impegnativo e lo Stefano, quello
rimasto, lo schioda diligentemente.
Dopo un tratto facile nel bosco per aggirare una zona strapiombante
facciamo due tiri splendidi, abbastanza difficili e su ottima
roccia. Fabio risolve un traverso a sinistra alla Tarzan, mentre
Stefano accusa la stanchezza e non riesce più a togliere
i chiodi del Don, che piange la dura perdita (16 chiodi) decidendo
di non metterne più.
Con le altre lunghezze, più facili ma sempre bellissime,
usciamo su una cima secondaria, raggiungendo la vetta principale
dell'Angelone dopo un quarto d'ora di cammino.
Lo Stefano è un po' provato, io anche ma mi tengo su. La
soddisfazione è grande e dopo una bella bevuta passa la
stanchezza.
Pietro. (Corti n.d.r.)
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Luca all'attacco |
ll
diedro della prima lunghezza |
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Ale sul primo tiro |
Ale e Bertoldo alla
prima sosta |
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La quarta lunghezza |
L'inizio del sesto tiro |
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La
terrazza dell'ottava sosta |
Il
tratto iniziale della discesa |
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