Gölem, Gug (Guglielmo Losio)

Unico (al momento) componente Bresciano dei Sass, nonché presidente fantoccio del Gruppo.
Ama scrivere relazioni sulle sue imprese alpinistiche e arrampicatorie, che sono però da considerarsi le più imprecise che si possano trovare nell’etere.
Arrampica mica male (viste le sue esili dimensioni) sui gradi inaccessibili al resto del gruppo ma, contaminato dalla bugiardaggine dell’Omar, continua a negare la sua bravura.
Senza ombra di dubbio il più merendero dei 4 Sassi, è disponibile per lezioni private, a domicilio o in ambiente.
Non sopporta le morose altrui specialmente quelle che influiscono sull’integrità del gruppo, l’unica esentata sembra essere la sua.
Tutte queste caratteristiche ed altre ancora fanno si che risponda perfettamente alla descrizione del “Bresciano D.o.c.”.

Competenze e fobie:

Esperto (?) di roccia, grazie al fatto che è stato il primo a frequentare un corso di arrampicata con la Società Ugolini di Brescia, come dimostrano inconfutabilmente i suoi calzini con tanto di logo ufficiale.
Da Marzo 2004 ha strappato a Bertoldo il titolo di esperto di abbuffate per via delle schifezze che mangia quotidianamente.
Fobia principale: l’erba bagnata in discesa.

Dopo tre anni...

Attualmente latitante e fantasma del gruppo. Anche quando c’è non vuole comparire. Ma nel cuore resterà sempre un sass, volente o dolente… Detiene il record della fobia più curiosa: lo stress da arrampicata che gli procura innominabili problemi fisiologici e crisi di mutismo per l’intera giornata. Cultore della dieta di Ermanno (Salvaterra n.d.r.): dice di non mangiare durante le camminate, salvo poi abbuffarsi con tramezzini alla salsa di gamberetti per poi domandarsi stupito del perché di inspiegabili e fastidiosi disturbi intestinali.

Dopo otto anni...
Continua ad essere fantasma, ma la sua presenza aleggia costantemente su di noi. Ormai sposato con Daniela, si dedica saltuariamente alla montagna anche a seguito della grave defezione del suo compagnone di interminabili scarpinate Omar. Diviso ormai tra mestieri casalinghi e impegni di lavoro riesce comunque a mantenere una forma fisica invidiabile. Sicuramente suo il titolo di marito perfetto, non beve, non sporca (anzi pulisce), fa la spesa, si lascia tagliare i capelli (malamente…) dalla moglie, dice sempre sì, ma dentro di lui ruggisce uno spirito selvatico, voglioso di vette e cieli tersi, per ora assopito, ma non domato. Altro titolo a suo appannaggio è di sfigatissimo dei sassi a seguito dell'increscioso furto subito tempo fa di tutta o quasi l'attrezzatura alpinistica gelosamente conservata in garage; non stupitevi quindi se lo vedrete per monti vestito come un gioppino.

Dopo tredici anni...
Grazie al cielo gli sponsor del gruppo hanno ricostruito l’intero armadio di vestiti e attrezzatura, rubati tempo fa, al nostro carissimo bresciano che non dovrà più sottrarre gli indumenti (pare anche intimi…) alla moglie per poter fare una camminata tra i monti. Purtroppo le sue presenze sono ormai molto rare, per una serie di innumerevoli motivi che è meglio tacere, essendo in parte coperti da segreto di Stato. In realtà, per “monti e valli d’or” lui ci va ancora di nascosto, spesso sotto le mentite spoglie di un giovincello sprovveduto, in compagnia di gente a noi sconosciuta oppure in veste di escursionista saggio ed esperto sempre pronto ad affascinare qualche sprovveduto novello alpinista. E’ anche depositario di una segreta tecnica di progressione su lastre ghiacciate detta “ghiaccio-stecca” che solo lui riesce misteriosamente ad applicare, sfidando a volte le leggi della fisica. Non è comunque possibile svelare tale tecnica per evitare pericolose emulazioni da parte di incoscienti escursionisti. Dello scarpinatore dai ritmi frenetici di un tempo è rimasto gran poco, forse solo l’innato senso d’orientameno senza il quale il povero Omar si sarebbe perso mille volte. Da qualche tempo si è fatto regalare un GPS senza il quale non si muove più di casa, obbligando il povero Omar a improvvise soste nei punti più scomodi per la continua sostituzione delle pile del malefico oggetto tecnologico. Prende sempre più realtà l’ipotesi, ventilata nei loschi ambienti del gruppo, che il vero motivo delle sue piccole imprese in compagnia dell’alto sasso ormai in decadenza Omar, sia da ricercarsi nella agognata birretta con gassosa che i due si scolano avidamente al termine di ogni gita alpestre, spesso nei bar più infimi e mal frequentati.

Dopo diciotto anni...
Un altro infatuato dalla corsetta serale quotidiana; proprio come il Bertoldo, anche il bresciano maledetto, si prende la briga di uscire il più spesso possibile per saltellare allegramente tra filari di piante, campi di mais e fresche rogge ombrose. Anche lui dice di volersi tenere in forma ed approfitta della buona fede della moglie Daniela per sbolognarle il piccolo Leo e svignarsela per una rilassante fuga campestre, lasciando quest’ultima tra padelle, compiti, tele-lavoro e pulizie. Ultimamente è afflitto da una serie infinita di acciacchi che si ripercuotono sulle sue già carenti prestazioni tra i monti: la caviglia che non tiene più, lo stomaco che brontola, la spalla che gli duole, il pipino che non funziona come una volta… (questa è una voce incontrollata che circola nell’ambiente, probabilmente messa in giro dal perfido Omar…) e chi più ne ha più ne metta! Con l’età gli è anche subentrata una inspiegabile nuova fobia: quella delle ferrate verticali, che spesso trova più difficili di quanto in realtà siano, vedendo erti muri strapiombanti, impossibili passaggi atletici dove non esiste nulla di tutto questo, con conseguenti ingiustificati abbandoni, tra le imprecazioni del fido compagno Omar (da qui le maligne voci sul suo pipino…). Contende al Luca il primato di lentezza nella preparazione delle relazioni delle sue camminate e a nulla valgono i numerosi richiami alla puntualità da parte del ligio Omar, i suoi solleciti e i suoi richiami scritti e verbali.